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Consensus Conferrence
- 1997
( "Talisa di Fossombrone" )
Trattazione sulla taglia del Cane da Pastore Tedesco
L’esistenza del problema della “supertaglia” del
Pastore Tedesco è stata certificata ufficialmente ormai da alcuni anni.
Nella riunione d’Allevamento, tenutasi all’indomani della
SiegerZuchtschau del 1997 con la partecipazione di tutte le Delegazioni
delle Nazioni che compongono l’Unione Mondiale del cane da Pastore tedesco
(WUSV), il Presidente Messler, commentando con preoccupazione il problema
dell’aumento della taglia, annunciava l’istituzione di tre Commissioni
aventi il compito di affrontare e risolvere il problema sotto il profilo
genetico, nutrizionistico e normativo (comunicazione personale del Giudice
S.A.S. Franco Bordignon presente alla riunione).
Le Commissioni a tutt'oggi non hanno ancora presentato le loro conclusioni,
tuttavia è auspicio di molti Amatori e Allevatori che non si arrivi ad una
modifica dello standard del PT volto ad ufficializzare questa "tendenza
evoluzionistica" aumentando l’altezza al garrese ( 70/72 cm.). Questo
trend è più sentito nei Paesi extra europei, dove si vuole un cane ancora
più imponente, pertanto ciò comporterebbe delle complicanze non
indifferenti tali da compromettere il valore cinotecnico della stessa razza.
Come purtroppo è consuetudine, è da augurarsi che politiche
associazionistiche ed interessi economici non si accordino a discapito
dell'integrità della razza. Fino ad oggi la WUSV ha ben operato nel
mondo al fine di affermare continuamente l'identità razziale del Cane da
Pastore Tedesco, il tipo della razza che che si va ad affermare nelle
maggiori esposizioni. Le devianze evoluzionistiche sorte in specie nei paesi
extra europei, dettate da una selezione effimera che sono sorte nel corso
della seconda metà dello scorso secolo, non hanno avuto un riscontro tale
da inficiare la purezza della razza e fortunatamente anche oggi
restano sempre tendenze locali ormai scisse dallo standard n° 166 della
F.C.I. che ben definiscono il Cane da Pastore Tedesco come noi lo
intendiamo.
Per contro, un'applicazione rigorosa dello standard (definito in passato
“eccidio da cinometro”) non è la giusta strada poiché non induce
positivamente una sensata selezione razziale che non lascia spazio alle
"tendenze evoluzionistiche" che nel tempo hanno di fatto portato
le diversità morfologiche che separano il tipo di Cane da Pastore Tedesco,
dalla sua ufficializzazione (1899) ad oggi; diversità che ben risaltano,
anche agli occhi di un profano della razza (vedi sezione Sieger S.V. della
Home page).
Il concetto prima esposto non è tuttavia da confondersi con il “buonismo
metrologico” indubbiamente fuorviante, dalle mille implicazioni di ogni
genere (non escluse quelle deontologiche e legali).
E’ proponibile quindi un aumento del margine di tolleranza rispetto allo
standard “in alto” di 1/2 cm, ma soltanto per motivi tecnici legati alle
obiettive difficoltà insite nell’espletamento della specifica
misurazione.
In realtà l’attuale abbuono di 1 cm nel contesto dimensionale considerato
è un “non senso” metrologico, sia come accertamento della tolleranza
nei riguardi del limite massimo della taglia, sia come “fattore di
riassorbimento” dell’errore tecnico casuale, di fatto inevitabile in
ogni tipo di misura.
In questa fase di revisione del problema va pertanto presa in seria
considerazione la rigorosa standardizzazione della misura dell’altezza al
garrese.
Quello della misura è un momento tecnico non facile, in quanto, alla
possibile precarietà dei mezzi e dei criteri adottati, viene ad aggiungersi
la non docilità del soggetto da esaminare.
E’ piuttosto noto l’episodio riguardante Xaro Arminius, splendido
candidato Auslese alla BSZ in Munchen nel 1982 (Monaco di Baviera) che per
non aver mostrato la giusta docilità nel corso del controllo della taglia
in campo, effettuato dal Giudice e Presidente S.V. Dr. Rummel, è stato
dallo stesso retrocesso al 52° posto (V52, HD normal), episodio che creò
non poco sconcerto nei presenti.
In effetti, si avverte da tempo l’esigenza di esplorare altre metodologie
di misura meno stressanti e più obiettive (più riproducibili).
La consultazione dei Laboratori di Ingegneria biomedica su queste tematiche
ad esempio, porterebbe certamente alla risoluzione di tali aspetti (e di
altri ancora come la fondamentale correlazione tra quadro radiografico delle
anche e l’effettiva compromissione funzionale nei vari gradi di displasia
articolare).
L’attendibilità della misura della taglia e quindi la sua riproducibilità
sono indispensabili per gli eventuali studi statistici a largo raggio sulla
razza e per le importanti decisioni che da questi possono derivare.
Il “punto 0” statistico allora, non potrà che coincidere, per motivi di
coerenza tecnica e scientifica, si avrà un'effettiva standardizzazione
della misura della taglia, affinché questa iniziativa necessario promuovere
allo stesso tempo, l’indispensabile informazione negli Allevatori per
condurli con la dovuta consapevolezza verso il traguardo della “tolleranza
0”, raggiunto il quale l’eventuale “infortunio cinometrico” di
soggetti per altri versi di rango non deve poter meravigliare più nessuno.
Le motivazioni sopra esposte giustificano un modello di intervento tecnico e
scientifico – la “Consensus Conference” – che porti a
sintetizzare lo “stato dell’arte” nel complesso e delicato settore
dell’accrescimento e della standardizzazione della taglia del cane di
razza pura, stimolando al tempo stesso la produzione e l’acquisizione di
nuova conoscenza, nonché l’adozione di comportamenti comuni
nell’Allevamento.
L’organizzazione della “Consensus Conference” deve prevedere i
seguenti componenti:
-
Comitato Organizzatore: è costituito da Esperti che
garantiscano a livello interdisciplinare l’individuazione degli
aspetti fondamentali che caratterizzano il fenomeno da studiare. Il
Comitato Organizzatore definisce i vari Gruppi di lavoro e decide la
loro composizione; lo stesso Comitato sceglie la Giuria della
“Consensus Conference”.
-
Gruppi di lavoro: devono essere costituiti in funzione
delle specifiche competenze e delle concrete esigenze (anche di
fruizione) connesse al problema da affrontare e precisamente:
-
Genetica e Biologia molecolare
-
Biologia dello sviluppo e
Auxologia canina
-
Scienza dell’Alimentazione
-
Biomeccanica e Analisi per
immagini
-
Ingegneria biomedica
-
Standard di razza
-
Statistica e Test predittivi
-
Selezione cinotecnica
-
Bilancio costi/benefici
-
Fruizione e percezione del
problema
-
Medicina legale e
Giurisprudenza
I singoli Gruppi di lavoro hanno il compito di produrre un
“documento di riferimento” comprendente i risultati delle ricerche,
degli studi e delle osservazioni riguardanti il campo specifico.
-
Giuria della “Consensus Conference”: la sua
composizione, ad alto livello, deve essere interdisciplinare e deve
garantire la massima indipendenza. La Giuria riceve, tramite il Comitato
Organizzatore, i “documenti di riferimento” dei singoli Gruppi di
lavoro e dopo attenta valutazione collegiale pronuncia il
“verdetto”. Il “verdetto” riguarda in particolare le finalità
delle diverse procedure adottate, la loro utilità, l’organizzazione
necessaria, le linee di ricerca da privilegiare. Nell’organizzazione
della “Consensus Conference” devono essere evitati in particolare i
seguenti inconvenienti:
- insufficiente coinvolgimento delle parti in causa;
- eccessiva mediazione delle raccomandazioni conclusive;
- tempi insufficienti;
- competenza inadeguata dei componenti della Giuria.
Conclusioni
Ormai da molti anni si è costituita di fatto nel contesto
della razza del PT una ristretta varietà da “lavoro” che a parità di
standard, esprime al meglio la funzionalità della razza con caratteristiche
morfologiche, comportamentali e cinematiche spesso lontane da quelle proprie
della varietà da “bellezza” (E. Righi: Riflessioni sulla selezione del
cane da pastore tedesco. L’informatore zootecnico del cane da pastore
tedesco n. 17/2 del 1997).
Nella varietà da “lavoro” prevalgono o sono preferiti soggetti di
taglia “bassa” per favorire la rapidità delle prestazioni, la prontezza
delle risposte e la resistenza alla fatica (la “minaccia del malin” in
questo campo non è poi tanto aleatoria).
La dicotomia morfo-funzionale delle due linee di selezione (bellezza e
lavoro) è sotto gli occhi di tutti ed una loro eventuale ricongiunzione è
un’ipotesi improbabile, anche considerando che sono di fatto evitati gli
incroci di compensazione, come ad impedire reciproci inquinamenti
(rarissimamente gli affissi di “lavoro” si sposano con gli affissi di
“bellezza”).
A questo divario va ad aggiungersi la presenza di un sottogruppo di
“bellezza”, certamente non ristretto e di difficile contenimento,
composto da soggetti di taglia “alta”. In senso figurato si può
immaginare che questi soggetti stimolino positivamente i sensori cinofilo
estetici di molti amatori della razza.
Tali sensori devono pur esistere in quanto sono loro che condizionano il
nostro “imprinting” irreversibile nei riguardi della razza prediletta.
E' sempre da loro che parte il circuito neuropsichico che condurrà a quella
interpretazione artistica così spesso invocata in Cinofilia da chi alleva o
giudica. Il dramma sopravviene quando gli stati d’animo così indotti non
sono compatibili, anzi si allontanano, da realtà cinologiche
imprescindibili.
In considerazione della dimensione del fenomeno della “supertaglia”, si
avverte l’esigenza di concludere questa fase storica di incertezze e
fraintendimenti, avviando iniziative non velleitarie, ma chiare e concrete
sul piano tecnico e scientifico.
Visita il sito web: http://www.canedapastoretedesco.info
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