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Placentazione
Nelle prime fasi della blastulaione una parte di cellule si dividono, differenziadosi per formare l'embrione. Le cellule della blastocisti rimaste invece formano le membrane exstraepiteliali, che, insieme all'endotelio, costituiscono strutture coinvolte nelle funzioni protettive, nutritive ed escretorie dell'embrione e del feto. Queste strutture concorrono a formare la placenta.
La formazione del sacco vitellino, o vescicola ombelicale, cominci quando l'ipoblasto, che sarà il futuro endoderma, si delamina e riveste la cavità della blastocisti. Il mesoderma del sacco vitellino è vascolarizzato; questi vasi vitellini formatisi sono connessi a quelli della circolazione dell'embrione. Nei mammiferi domestici dapprima è ben sviluppato, poi regredisce quando si ha il definitivo sviluppo della placenta. Il sacco vitellino possiede delle funzioni molto importanti:
Le formazioni dell'amnios e del corion sono collegate. Da entrambi i lati dell'embrione si formano delle pieghe che dorsalmente si fondono, andando a formare l'amnios. Esso alla fine risulta circondare completamente l'embrione, tranne che per il tratto intorno al cordone ombelicale. Il tutto è circondato dal corion. Sia il corion che l'amnios sono privi di vasi. L'allantoide Esso si forma per evaginazione dell'intestino posteriore dell'embrione. Nei mammiferi domestici accrescendosi si fonde con il corion e con l'amnios, andando a riempire il celoma exstraembrionale. Fondendosi con l'allantoide, il corion e l'amnios, si vascolarizzano. E' grazie al mesoderma splancico dell'allantoide che si dà origine ai fasi fetali della placenta. Quando la gastrulazione viene completata e la forma del corpo dell'embrione comincia a prendere forma, le membrane exstraembrionali prendono contatto diretto con l'endometrio uterino. L'impianto o annidamento è il processo che determina l'attacco dell'embrione con la parete dell'utero, cioè l'embrione viene incluso nella parete dell'utero, e la formazione della placenta. Il processo d'impianto può essere suddiviso in tre fasi: apposizione, adesione e attacco. Una volta che l'impianto ha raggiunto la fase di adesione, l'embrione non può più essere distaccato dalla parete dell'utero se non con conseguenti danni. Nel cane l'impianto inizia a 17 giorni, il trofoblasto comincia a invadere l'epitelio uterino a 18 giorni. Il completamento dell'impianto non si raggiunge se non dopo che è avvenuto l'attacco. Inizialmente l'embrione in sviluppo assume nutrimento e elimina scarti per diffusione, fino a quando la placenta non comincia a funzionare. La placenta costituisce il veicolo di scambio delle sostanze nutritizie ed escretrici tra i tessuti materni e fetali. Questi scambi si effettuano tra il circolo fetale e quello materno; perchè ciò accada, il sistema circolatorio del feto deve essere messo a contatto con la parte del corion che è aderente alla mucosa dell'utero. In condizioni normali il sangue fetale e il sangue materno non si mescolano mai. La placenta del cane è di tipo zonata ed endoteliocoriale. La placenta, una volta completata la formazione, presenta una struttura confusa, descritta come "labirintica". Essa è costitiuta da villi che aumentano il volume e penetrano nell'endometrio, causandone la disgregazione. I villi si ramificano e si sovrappongono in maniera massiccia; la ramificazione dei villi e l'erosione dell'endometrio continuano fino a metà gravidanza, raggiungendo la configurazione definitiva della placenta. La placenta viene così distinta in tre strati:
La funzione primaria della placenta e quella di consentire gli scambi tra il sangue materno con quello fetale. Lo scambio dei materiali dal sangue materno a quello fetale è considerato una funzione nutritizia; mentre lo scambio dal sangue fetale a quello materno è considerato una funzione escretrice. Detti scambi avvengono tramite dei processi fondamentali, quali: iffusione semplice, diffusione fcilitata, trasporto attivo, pinocitosi e fagocitosi. a cura di Sara Dioguardi
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