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Le
malattie cardiache acquisite nel cane
a cura del Dott. Michele Borgarelli
Le malattie cardiache acquisite nel cane rappresentano uno dei problemi più comuni negli animali di mezza età o anziani. E’ stato stimato che circa il 70% dei cani di età superiore ai 7 anni sia affetto da prolasso della valvola mitralica e conseguente insufficienza della stessa (quando il ventricolo sinistro si contrae, parte del sangue refluisce nell’atrio sinistro, invece di progredire nell’aorta). In particolare sono colpiti gli animali di piccola taglia e tra questi sono state individuate alcune razze ad elevato rischio quali il Bassotto, il Cavalier King Charle Spaniel, lo Yorkshire Terrier ed il Barboncino. Recentemente tuttavia, è stato dimostrato che anche i cani anziani di taglia maggiore, quali ad esempio il Pastore Tedesco, possono essere colpiti. L’elevata incidenza di questa malattia nella popolazione canina non deve tuttavia allarmare, in considerazione del fatto che molti degli animali colpiti presentano un decorso clinico della malattia lento e, in alcuni casi, non evidenziano i sintomi dell’insufficienza cardiaca per tutta la durata della loro vita. Tuttavia, il riconoscimento di un soffio cardiaco in un cane che non l’aveva mai presentato prima, deve essere sempre seguito dall’esecuzione di altre indagini quali un esame radiografico del torace e/o una ecocardiografia, al fine di determinare la gravità della malattia e l’eventuale necessità di una terapia. A questo proposito è importante sottolineare che i cani affetti da malattia mitralica cronica senza sintomi di insufficienza cardiaca non necessitano di nessun farmaco. Infatti, gli studi pubblicati su riviste scientifiche hanno dimostrato che ad oggi non esiste una terapia in grado di rallentare la progressione della patologia negli animali che non hanno sintomi di insufficienza cardiaca.
Attenti alla respirazione
La situazione è invece diversa per gli animali che presentano i sintomi di uno scompenso cardiaco. In questo caso il veterinario dispone oggi di conoscenze e farmaci in grado non solo di migliorare la qualità della vita dei nostri amici, ma anche di prolungarla. I sintomi che possono indicarci che il problema cardiaco sta progredendo sono rappresentati dalla comparsa di facile affaticamento, di respirazione difficoltosa, di tosse, di un dimagramento o di perdita dell’appetito. E’ importante sottolineare come questi sintomi siano comuni anche per altre malattie che possono colpire il cane, e che quindi la loro presenza associata al riscontro di un soffio non implica necessariamente la presenza di uno scompenso cardiaco. Ad esempio la comparsa di tosse in un cane con soffio cardiaco è spesso considerata segno clinico di scompenso. Tuttavia è molto più comune che la tosse in questi casi sia determinata da una malattia cronica respiratoria piuttosto che da un problema cardiaco. La somministrazione di farmaci con effetti cardiovascolari in questi animali deve quindi sempre essere conseguente ad accertamenti diagnostici specifici come un esame radiografico.
E’ interessante riportare che la malattia mitralica cronica del cane è assolutamente identica alla sindrome del prolasso mitralico nell’uomo. Sotto questo aspetto quindi il cane affetto da questa patologia spontanea può rappresentare un modello naturale per lo studio della patologia dell’uomo, con evidenti implicazioni di natura etica, in quanto viene elimina la necessità di utilizzare animali da laboratorio con patologie indotte sperimentalmente.
La dilatazione del cuore
L’altra patologia cardiaca acquisita comune nel cane è la miocardiopatia dilatativa. Questa malattia consiste in una diminuzione della funzione di pompa del cuore a cui consegue una dilatazione del cuore stesso. La malattia colpisce prevalentemente alcune razze di cani di grossa taglia quali l’Alano, il Dobermann, il Terranova e il Levriero Irlandese. Anch’essa si manifesta in genere in soggetti di mezza età ma è importante sottolineare che il periodo asintomatico, a differenza di quanto si verifica per la malattia della valvola mitralica, non è caratterizzato da nessun segno clinico come la presenza di un soffio. Tale differenza rende particolarmente problematica la diagnosi della malattia nella fase asintomatica e richiede l’esecuzione di un esame ecocardiografico eseguito da un cardiologo esperto. La diagnosi precoce di cardiomiopatia dilatativa è importante per quei cani che debbano essere sottoposti ad un eventuale intervento chirurgico, in quanto l’anestesia in questi soggetti può compromettere ulteriormente la funzione cardiaca e accelerare la progressione della malattia. Da un punto di vista terapeutico, invece, il riconoscimento precoce non comporta vantaggi particolari in quanto, analogamente a quanto succede per l’insufficienza mitralica, non esistono ad oggi terapie che si siano dimostrate in grado di rallentare la progressione della malattia.
Poiché queste due patologie si manifestano con elevata frequenza in alcune razze, si è ipotizzato che esse abbiano un base genetica. Tuttavia non è ancora stato possibile confermare questa ipotesi, né individuare il gene o i geni responsabili. In ogni caso la maggiore sensibilità verso questi problemi da parte dei proprietari, degli allevatori e dei veterinari ha determinato la nascita, anche per queste patologie, di programmi di monitoraggio volti ad individuare i soggetti affetti al fine di eseguire una selezione che possa negli anni ridurre la prevalenza della malattia. Purtroppo tali programmi in Italia sono ancora allo stadio di progettazione o sperimentale, mentre sono ormai molto diffusi in altri paesi europei come la Svezia, l’Inghilterra e la Germania.
Infine è bene ricordare che, a differenza dell’uomo, l’infarto miocardico nel cane è un evento rarissimo. Infatti, le caratteristiche anatomiche delle arterie coronarie e la resistenza all’aterosclerosi, sono i fattori che diminuiscono il rischio di ischemia cardiaca in questa specie.
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Il dott. Michele Borgarelli è Ricercatore presso il Dipartimento di Patologia Animale dell'Università degli Studi di Torino ed è diplomato al College Europeo di Medicina Interna per piccoli animali (cardiologia).
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