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L'abbandono. Una piaga per gli animali, una piaga per l'uomo.

Ogni anno, più si avvicina l'estate e più cresce il tam tam di appelli a non abbandonare gli animali, i cani in primis.
Eppure ogni anno, finita l'estate si fa la conta di tutti quegli animali che sono effettivamente stati lasciati in balia di se stessi; e se prima si contavano solo gatti e molti cani, oggi le cronache ci parlano anche di pitoni, tartarughe, furetti e conigli. Tutti animali che vengono raccolti sotto la categoria di "pets", animali d'affezione; ma la nostra specie, tanto evoluta, o almeno una parte di questa, sembra capace di amare "a tempo", con il caldo e la voglia di viaggiare ci si dimentica degli animali che ci stanno vicini, che condividono le nostre case.
La nostra specie è unica davvero nel panorama naturale, nel regno animale siamo l'unici dotati di una morale (o almeno così ci viene detto) eppure quando si tratta di prendersi cura fino in fondo di qualcuno, spesso facciamo cilecca... 
Abbandonare un animale è una cosa ignobile; abbandonarlo pensando che tanto ce la farà da solo perché è nato per stare libero, lo è ancora di più.
Pensiamo al cane ad esempio: un cane abbandonato è un cane morto, non può sopravvivere nella "natura" perché non è stato creato per questo o perché da troppo tempo non lo fa più.
Molte delle razze che, ad oggi fanno parte del panorama cinofilo, non esisterebbero senza la mano dell'uomo, noi le abbiamo create per nostro uso e consumo, per la caccia, per la compagnia, per la difesa.
I cani si sono assoggettati talmente tanto alla mano umana che senza le cure della nostra specie non sono più capaci di trovare cibo, di farsi una tana…un gatto si può inselvatichire nuovamente, un cane no.
Un cane è parte della rete sociale nella quale vive e questa è rappresentata in prevalenza da noi umani; è fatta di gerarchie ma anche di intimità ed affetto senza i quali, nella migliore delle ipotesi, passerà la sua esistenza in un canile, aspettando però sempre il ritorno del suo padrone.
L'abbandono provoca nel cane un trauma immenso, che ha ripercussioni psicologiche pesantissime che possono perdurare per tutta la vita; i cani abbandonati sono cani sconfitti, abbattuti psicologicamente, alle volte depressi; sono Creature che hanno provato cos'è il rifiuto, la frustrazione di non essere più amate.
L'uomo che trova il coraggio di abbandonare il suo compagno di vita credo possa davvero essere capace di tutto, non solo perché senza una morale, visto tutto quello che si fa oggi contro questa piaga, ma anche perché incapace di compassione e di impegno.
Parlo di piaga perché spesso la gente pensa che l'abbandono sia un atto fine a se stesso, ma non è così. L'abbandono provoca una catena che si può ripercuotere anche sull'uomo stesso e gli scorsi mesi di cronaca lo possono dimostrare.
I cani che in branco mordono fino ad uccidere, sono cani abbandonati che sopravvivono ai margini della nostra società, ma non per loro scelta, bensì per colpa nostra. 
L'abbandono è una piaga sociale perché diventa un pericolo, ma non sono i cani i veri pericolosi astanti della storia, bensì la mano che fino a ieri li ha nutriti e che oggi li rifiuta.
L'abbandono è una piaga sociale, di quelle società che non sono ancora sviluppate, emancipate, dove c'è ancora troppa ignoranza, dove si guarda all'animale come ad un oggetto per il proprio uso e non come ad una Creatura portatrice di sentimenti. 
L'abbandono è una violenza perché perpetrata ai danni di un essere incapace di difendersi
L'abbandono è un reato punito dalla legge…punito troppo poco se ancora se ne parla.
L'abbandono del nostro cane è l'abbandono di una parte di noi stessi, quella migliore, quella che ama, quella che rispetta.

Fonte: (da "Il Vomerese", Luglio 2009)

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