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Non comprate cuccioli
come regalo di Natale
a cura di Margherita D'Amico
Gli animalisti: adottate nei canili quelli rimasti senza
padroni.
Non comprate cuccioli come regalo di Natale: «Abbandonati 4 su 10».
A dicembre si vendono 350 mila tra cani e gatti.
Non si può dire che le festività umane portino letizia agli animali. Ferve
l'attività nei mattatoi, e anche l'idea di un cucciolo in regalo nasconde
parecchie insidie.
Per dissuadere dall'acquisto nei negozi e invitando piuttosto alle adozioni
presso canili e gattili, l'Aidaa (Associazione italiana a difesa di animali
e ambiente) ha lanciato ieri un appello, ricordando l'enorme numero di
abbandoni dei cuccioli comperati sotto Natale (150mila cani e 250mila
gatti): dopo qualche mese il 40% di questi si ritrova senza un padrone. Ma
sono più d'una le ragioni per cui si chiede di evitare l'acquisto negli
esercizi commerciali.
ANIMALI IN VETRINA - Anzitutto, l'animale in vetrina viene di solito
importato da qualche paese dell'Est. Lì si alleva spregiudicatamente e in
economia, sono frequenti le consanguineità che causano tare fisiche e
caratteriali. I cuccioli sono sottratti alle madri troppo presto, con serie
conseguenze comportamentali. Vengono sottoposti a viaggi spaventosi;
raggruppati nei camion passano una prima selezione innaturale. Molti,
infatti, così muoiono. Altri, si ammalano una volta acquistati. Altri
ancora sono sofferenti, manifestano disturbi psichici difficili da gestire,
soprattutto per proprietari inesperti. Se il cane è di taglia piccola, una
volta cresciuto finisce sul marciapiede dopo aver rovinato qualche divano.
Se è grande, robusto, di temperamento, può accadere che prima di finire
male combini guai peggiori.
La campagna di Corriere Animali LE ASSOCIAZIONI - Tutte le più serie
associazioni animaliste, le gattare, i volontari, i responsabili di rifugi,
da sempre, ripetono come un mantra quanto è davvero necessario: la
sterilizzazione. Abbattere i costi degli interventi e limitare le nascite,
anche nel privato. Il desiderio di
maternità o paternità che tanto spesso viene attribuito al cane di casa è
una proiezione tutta nostra, capace di produrre danni a catena. Nel vivere
con noi, nei nostri appartamenti, non esiste più lo stato naturale, solo
una sessione programmata. Il gatto, non vedrà i figli crescere e andare
all'università: non gliene importa nulla. Mentre noi avremo il problema di
sistemarli, senza mai poter davvero garantire per loro. Un animale è un
essere vivente, non un giocattolino.
ALLEVAMENTI - Un capitolo a parte, meritano gli allevamenti.
Parliamo di commercio, di notevolissimi interessi. Non esiste un limite al
numero di cani e gatti che vengono «prodotti» ogni anno, e messi in
commercio. Inoltre, non tutti verranno bene: c'è un inevitabile numero di
esemplari meno belli, meno sani. Questo è un punto dolente. Bisogna
comunque distinguere. Esistono attività ufficialmente riconosciute e
regolamentate, e un vastissimo e indistinto fai-da-te. Gente che alleva e
vende in casa, tenendo e sfruttando animali in condizioni inimmaginabili.
Del resto, basta guardare la quantità di annunci: l'offerta è
strabiliante.
Sacrosanto, dunque, non comprare cuccioli nei negozi. Ma per combattere sul
serio il grave fenomeno di randagismo e degli abbandoni bisogna
sterilizzare, e necessariamente puntare su una normativa che inizi a porre
limiti alle nascite.
Margherita D'Amico
dicembre 2010
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