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Combattimenti: la situazione in Puglia

a cura di Sara Leone

Il fenomeno combattimenti fra cani non risparmia nessuna zona d’Italia ma la Puglia rientra sicuramente tra le regioni più a rischio per l’interesse manifestato in misura crescente, negli ultimi anni da parte delle organizzazioni malavitose locali, per questo settore alternativo di guadagno e per il pericolo di importazione di cani dalla vicina ex Jugoslavia. Così come in ambito nazionale, infatti, anche in Puglia si registra l’utilizzo di animali per scopi illegali ed in particolare, tra i nuovi business, primeggia lo sfruttamento di cani oggetto di un lucroso giro di scommesse gestito dalla malavita. Le prime segnalazioni risalgono al 1992 e si susseguono fino ad oggi interessando tutto il territorio regionale in particolare: Bari (Bisceglie, Conversano, Mola, Terlizzi); Brindisi (San Pietro Vernotico); Foggia (Cerignola, Lucera, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, San Ferdinando, Trinitapoli); Lecce (Monteroni, Traviano, Torregrotta); Taranto (zona Salinella, Statte, Carosino, Crispiano, Martina Franca, Massafra). In base alle numerose segnalazioni ed inchieste, che hanno coinvolto anche fotografi e cineoperatori, risultano implicate persone vicine alla Sacra Corona Unita pugliese, bande di extracomunitari ed individui legati al mondo del contrabbando di sigarette.

Denunce hanno segnalato combattimenti che coinvolgono anche pastori tedeschi e dobermann oltre ai “tradizionali” pitt bull e rottweiler ed inoltre, proprio nella nostra regione, forse nel Salento, sarebbe stato selezionato un nuovo cane chiamato “lottatore brindisino” ottenuto dall’incrocio fra un mastino ed un rottweiler. Nel luglio scorso poi, la segnalazione di una passante, ha consentito il ritrovamento a Bari, vicino alle piscine comunali, di un cimitero di cani da combattimento, il quarto in Italia dopo quelli scoperti a Pescara, Ostia ed Aulla in provincia di Massa. In uno spazio apparentemente abbandonato si effettuavano gli scontri e qui sono stati rinvenuti carcasse e resti di cani, pecore in decomposizione, gabbie, ma anche cuccioli e cani feriti utilizzati per gli allenamenti prima delle lotte. In un casolare abusivo occupato da una famiglia di pregiudicati vi erano inoltre alcuni pitt bull e rottweiler ed anche sei cavalli che fanno pensare ad un giro che coinvolge le corse clandestine e la macellazione e vendita di carne equina non autorizzata. A completare il quadro pugliese si aggiunge il fatto che è noto da tempo che in vari quartieri di Bari (Bari Vecchia, Japigia, San Paolo) si svolgono combattimenti. La situazione quindi appare tutt’altro che rosea. Tuttavia il successo di gente che come gruppo L.A.V. di Bari abbiamo registrato durante le giornate nazionali del 18 e 19 novembre dedicate all’adozione di cani sequestrati ed alla raccolta firme per sostenere l’approvazione di leggi più severe e a favore di pene detentive per i fautori di questo terribile sfruttamento, fa pensare come molti siano con noi in questa battaglia, disposti ad offrirci il loro sostegno e soprattutto a non essere indifferenti.

Sito consigliato:
lav bari

 

 

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