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I pregi e i difetti della concimazione organica

Lo scopo della concimazione in generale è quello di integrare i quantitativi di elementi nutritivi messi a disposizione dal terreno, per coprire i fabbisogni colturali. Difficilmente, nella comune pratica agricola, la concimazione viene effettuata esclusivamente con materiali organici, mentre più spesso questi ne costituiscono la base, venendo poi eventualmente completata con concimi di sintesi. La concimazione organica è sempre stata considerata una pratica vantaggiosa nella conduzione dei terreni, sia perché apporta dei nutrienti, ma soprattutto perché migliora la fertilità del terreno in senso più ampio. Nonostante questo carattere spiccatamente positivo, bisogna precisare che particolari errori nella gestione dei reflui di origine zootecnica possono generare flussi di elementi nutritivi in direzioni e quantità indesiderate, soprattutto in situazioni di elevata fragilità ambientale.
Per evitare o ridurre questi inconvenienti, occorre conoscere più da vicino la sostanza organica, nelle sue componenti e nelle sue funzioni, per evidenziarne pregi e difetti.

 

PREGI

 

 

Apporto di sostanza organica

Apporto di N, P, K, Ca, ecc.

Apporto di microelementi e fattori di crescita

Basso titolo in elementi della fertilità

 

DIFETTI

 

Difficoltà di determinazione del titolo

Presenza di metalli pesanti

Emissione di odori molesti

Difficile omogeneità e tempestività di distribuzione.

I PREGI

1. L'apporto al terreno di sostanza organica costituisce uno dei mezzi più validi per ricostituirne o mantenerne la fertilità sensu lato. E' importante, però, rilevare come la presenza degli elementi nutritivi nei reflui zootecnici sia molto variabile e dipenda dalla specie animale, dal sistema di alimentazione e di allevamento e dalle tecnologie di trattamento delle deiezioni. La sostanza organica svolge due funzioni; una più propriamente nutritiva, l'altra definita strutturale.

La prima di queste due funzioni, quella nutritiva, si attua secondo due modalità:

o una parte dei nutrienti è in forma prontamente solubile e quindi può essere assorbita dalle radici non appena apportata al terreno (frazione minerale);

o un'altra parte, invece, è incorporata nella sostanza organica, con legami più o meno forti, e non è direttamente utile alle colture (frazione organica). Serve tuttavia da nutrimento per la microflora e la fauna del terreno, la quale ne attacca dapprima le componenti più semplici e poi quelle più complesse. Attraverso successivi cicli di disgregazione e riorganizzazione, i nutrienti verranno gradualmente liberati nella soluzione circolante del terreno, risultando così disponibili per l'assorbimento da parte delle colture in tempi più o meno rapidi.

La seconda funzione della sostanza organica viene definita strutturale.
Mentre la prima può essere surrogata attraverso l'impiego di concimi minerali, la seconda è una caratteristica esclusiva della sostanza organica e le conferisce la proprietà - molto apprezzata - di migliorare la fertilità fisica dei terreni. Il meccanismo d'azione consiste nel promuovere l'aggregazione delle particelle terrose e nell'aumentare la stabilità degli aggregati nei confronti degli elementi demolitori (lavorazioni, piogge, traffico veicolare, ecc.)

Non tutta la sostanza organica, però, possiede allo stesso grado questa proprietà, poichè dipende dallo stato di umificazione o di maturazione dei materiali.
In linea di massima si può dire che la sostanza organica fresca ha un rapido effetto strutturale, ma di breve durata, mentre quella che ha subito un periodo di maturazione incide maggiormente sul bilancio umico del terreno, anche se l'effetto sulla struttura è molto lento a manifestarsi.

2. I concimi organici, grazie alla loro composizione chimica, costituiscono un fattore della produzione agraria. Essi, infatti, apportano i principali elementi della fertilità (azoto, fosforo, potassio, calcio, ecc.) sia in forma immediatamente disponibile (frazione minerale) sia in forma momentaneamente indisponibili perché legate alla sostanza organica (frazione organica).

3. Con gli stessi meccanismi i concimi organici apportano anche micro-elementi (Cu, Zu) essenziali per la nutrizione vegetale . Pur essendo infatti assorbiti in piccole quantità, una loro carenza si riflette necessariamente sulle rese, anche con effetti vistosi. 


I DIFETTI

L'utilizzo dei materiali organici di provenienza zootecnica, oltre alle positive funzioni appena tratteggiate, comporta anche qualche aspetto svantaggioso, soprattutto se comparato alla praticità dei concimi di sintesi.

a) Basso titolo in elementi della fertilità

A parte i materiali solidi (letame o frazioni dei liquami rese palabili) i reflui zootecnici hanno generalmente un titolo molto basso in elementi nutritivi. Questo comporta che, per apportare significative quantità di nutrienti, si distribuiscono volumi anche molto elevati, con conseguenti costi di spandimento rilevanti. Per concentrare gli elementi fertilizzanti nei liquami si devono ridurre i consumi idrici nelle operazioni di pulizia dei ricoveri ed evitare gli sprechi dell'acqua di abbeverata con opportuni accorgimenti.

b) Difficoltà di determinazione del titolo in elementi fertilizzanti

A differenza dei concimi di sintesi, che posseggono un titolo dichiarato, i reflui zootecnici sono caratterizzati da un'elevata variabilità della composizione, che rende difficile una stima ragionevole del contenuto in elementi nutritivi.
In assenza delle analisi, che sono costose ed intempestive, si può ricorrere alle tabelle di composizione, dalle quali si individua il probabile campo di variazione della composizione dei reflui distinti per specie allevata, per sistema di allevamento e di trattamento delle deiezioni. Un parziale approccio analitico è rappresentato dall'impiego di metodi rapidi di analisi che consentono di determinare in campo, al momento della distribuzione, il contenuto di sostanza secca o quello di azoto ammoniacale, dai quali stimare alcuni parametri utili al dosaggio.

c) Presenza di metalli pesanti

Questi elementi, in particolare rame e zinco, vengono aggiunti alla razione come integratori alimentari e come promotori di crescita e sono in gran parte eliminati con le deiezioni. I suini e gli avicoli, specialmente nelle fasi giovanili di sviluppo, necessitano di maggiori addizioni e sono quindi le categorie animali che comportano la più elevata escrezione di rame e zinco per unità di peso vivo allevato (vedi Tabella 1 RZ).

La loro pericolosità nasce dal fatto che ad elevate concentrazioni diventano tossici, sia per le piante che per gli animali. E' quindi necessario evitare il loro accumulo nel terreno, poichè attraverso la catena alimentare potrebbero minare la salute anche dell'uomo.

d) Emissione di odori molesti nel corso dello spandimento

I materiali solidi comportano minori problemi di emissioni moleste, sia perché vengono generalmente interrati, sia perché hanno subìto una maturazione più o meno spinta. Per i liquami, invece, l'impatto sull'ambiente e sulla popolazione può essere decisamente pesante per cui è necessario adottare tutti i sistemi atti a ridurre l'entità delle emissioni e, soprattutto, la loro offensività.

Per esempio:

  • trattamenti di stabilizzazione dei liquami;

  • distribuzione a bassa pressione;

  • interramento dei liquami immediatamente dopo la distribuzione o, meglio ancora, direttamente alla distribuzione mediante attrezzatura di interramento.

e) Difficile omogeneità e tempestività di distribuzione

I mezzi più comunemente adottati per lo spandimento (serbatoi in pressione equipaggiati con irrigatore e piatto deviatore posteriore) danno un'insoddisfacente omogeneità trasversale della distribuzione. Inoltre, la pesantezza di questi mezzi può rendere difficile intervenire nei periodi di migliore utilizzazione dei nutrienti da parte delle colture, quando i terreni non sono portanti per eccesso idrico.




Efficienza della Concimazione e Rischio Ambientale

Ad esclusione della sua forma ammoniacale, l'azoto non viene trattenuto dai colloidi del terreno, per cui può facilmente essere veicolato verso le acque superficiali o lisciviato verso le falde più o meno profonde. Fosforo e potassio, invece, subiscono una forte attrazione da parte del terreno, per cui vengono immediatamente bloccati nei terreni con un minimo di argilla e non partecipano ai fenomeni di entrofizzazione a meno che non intervenga anche l'erosione delle stesse particelle terrose che li hanno trattenuti.

Non tutto l'azoto apportato con la concimazione viene utilizzato dalle piante, ma solo una parte più o meno grande, determinata dalle modalità con le quali si è provveduto alla concimazione. In questo senso si parla di efficienza di una concimazione. 
La quota di azoto che non è stata utilizzata dalle piante rimane nel sistema suolo, ma è soggetta al rischio di un successivo allontanamento o via atmosfera (volatilizzazione e denitrificazione ) o via flussi idrici superficiali (ruscellamento) e profondi (percolazione). Entrambe queste strade comportano rischi di inquinamenti e contemporaneamente riducono l'efficienza della concimazione azotata; proprio per questo è necessario conoscere più da vicino questi processi al fine di studiare le modalità operative più opportune. 
E' fondamentale evidenziare la connessione fra efficienza della concimazione e tutela ambientale: tanto più una concimazione è effettuata secondo criteri di efficienza, tanto meno sono passibili di spreco gli elementi nutritivi, e quindi minori sono le possibilità di contaminazione delle falde e dell'aria.

I processi attraverso i quali l'azoto può essere allontanato dal sistema agrario, diminuendo così l'efficienza della concimazione determinando rischi di inquinamento ambientale, sono i seguenti:

Volatilizzazione
L'azoto distribuito può allontanarsi dal sistema-suolo e raggiungere l'atmosfera a seguito di volatilizzazione di ammoniaca in forma gassosa. Il danno ambientale deriva dalle successive deposizioni di ammoniaca e nitrati al suolo attraverso le piogge. La volatilizzazione dell'ammoniaca si verifica in modo rilevante quando i liquami zootecnici non vengono interrati ed assume maggiore consistenza man mano in essi la quota ammoniacale aumenta rispetto all'azoto totale. In particolare, le perdite si sviluppano sia durante lo spandimento, sia nei momenti successivi; le prime saranno massime con distribuzioni a getto ad alta pressione, le altre verranno minimizzate con interramento diretto del liquame.

Denitrificazione
La riduzione dell'azoto nitrico ad azoto elementare (N2) o a protossido di azoto (N2O) allontana l'azoto dal terreno in forma gassosa. Queste trasformazioni sono operate da diversi gruppi batterici, in genere anaerobi facoltativi, che utilizzano l'ossigeno dei nitrati solo in condizioni di scarsità di ossigeno libero. Sono reazioni che assumono particolare importanza in terreni non troppo acidi (pH>5), in condizioni di anaerobiosi (suoli compattati, con ristagni idrici o addirittura sommersi) e in presenza di un'attiva popolazione microbica. Inoltre, perché il processo assuma un peso rilevante, è necessaria una temperatura sufficientemente elevata ed un'abbondante riserva di sostanza organica e di nitrati liberi.

Ruscellamento
Scorrendo sulla superficie del terreno verso la rete di scolo superficiale, l'acqua può trascinare particelle di terreno con i nutrienti ivi legati, oppure veicolare i composti azotati solubili presenti nel suolo e derivanti sia dagli apporti di fertilizzanti, sia dai processi microbici esistenti nel terreno. Questi flussi di elementi nutritivi giungono così alle acque superficiali, di cui può essere peggiorata la qualità. L'entità di questi processi sarà determinata dalla suscettibilità al ruscellamento, ovvero dalle condizioni di acclività e dalla natura pedologica dei terreni, dal carattere ed entità delle precipitazioni, dalla copertura vegetale e dalle stesse modalità di concimazione.



Percolazione
Nei mesi autunnali e invernali e in parte di quelli primaverili le precipitazioni provvedono, prima al ripristino della riserva idrica del suolo, poi generano un surplus che si manifesta come percolazioni verso le falde. Questo surplus idrico è molto variabile in funzione dell'annata, della località e del tipo di suolo. In tale movimento discendente, l'acqua in eccesso trasporta lungo il profilo i nitrati che non erano stati assorbiti dalle colture e che si erano accumulati principalmente nell'orizzonte superficiale. Si determina così una condizione di rischio per le falde acquifere, soprattutto se superficiali e non protette. La velocità di percolazione dipende dalle caratteristiche fisiche del suolo (tessitura e struttura); per esempio, i terreni argillosi hanno maggiori possibilità di opporsi alla percolazione, rispetto a quelli sabbiosi o franchi, anche se possono essere soggetti a situazioni di pericolosità stagionale, come quella derivante dalle crepacciature estive. A conclusione di questo capitolo rimane da ricordare che questi processi avvengono naturalmente nel terreno e che la pericolosità ambientale dei reflui zootecnici non nasce da loro stessi, ma dalle cattive utilizzazioni. La corretta pratica agricola espone l'ambiente a rischi del tutto tollerabili anche nell'ottica della salvaguardia naturale.




Fattori che determinano l'efficienza

Principali fattori che determinano l'efficienza di una concimazione.

Il clima

Il clima esplica la sua influenza attraverso il regime termico, che innesca o riduce la mineralizzazione della sostanza organica e tramite la piovosità, in particolare quella del periodo autunno-primaverile.
Attraversando il suolo, l'acqua può trasportare con sè una quota dei nitrati presenti lungo il profilo, con il duplice danno di abbassare l'efficienza della concimazione e di contaminare le acque.

Il suolo

Il tipo di suolo influenza l'efficienza della concimazione per il ritmo di mineralizzazione della sostanza organica che contribuisce a determinare e, in misura ancora più diretta, per la resistenza o la facilità con la quale si lascia attraversare dalle acque. La tessitura e la struttura giocano un ruolo molto importante: per esempio, un suolo argilloso ben strutturato e in assenza di crepacciature risulta meglio compatibile con le distribuzioni di liquame di un terreno sabbioso, perché in quest'ultimo la velocità di infiltrazione dell'acqua è maggiore e la capacità di ritenzione idrica è minore. La presenza di scheletro, inoltre, crea percorsi preferenziali, per cui i terreni che ne abbondano sono i meno adatti alla distribuzione di liquami. Un terreno limoso o argilloso mal strutturato, invece, può ridurre l'efficienza di una liquamazione a causa della maggiore suscettibilità al ruscellamento, sia per la facilità di formazione di croste che di saturazione idrica dello strato superficiale.

La coltura

Il ruolo della coltura è direttamente collegato alla capacità dell'apparato radicale di prelevare gli elementi fertilizzanti presenti nel terreno, sottraendoli alla lisciviazione e al ruscellamento. Esistono così colture più adatte alla somministrazione di liquami, sia perché i loro fabbisogni nutritivi sono più elevati, sia perché insistono sul terreno nel periodo autunno-invernale, sia perché consentono più momenti di somministrazione nel corso dell'annata. In generale, poi, una coltura in ottime condizioni permette di ottenere rese elevate e quindi sottrazioni maggiori di elementi nutritivi, in relazione alla migliore espansione e funzionalità degli apparati radicali



Epoca di spandimento

Le epoche di spandimento dei materiali organici sono condizionate dall'agibilità del terreno, dalla presenza e grado di sviluppo della coltura e, infine, dal sistema di distribuzione adottato.
I periodi in cui lo spandimento risulta più facile sono quelli della preparazione del terreno, perché in assenza di coltura.

Nei regimi arativi sono comunque possibili altri momenti di intervento, ma la presenza di una coltura impone l'adozione di modalità e di attrezzature particolari, che solo oggi cominciano ad essere disponibili ed affidabili.

Le colture prative, invece, permettono più numerose occasioni di distribuzione durante l'anno: tipicamente, le restituzioni organiche si eseguono con facilità sia all'uscita dall'inverno, sia dopo ogni taglio. Un ulteriore vantaggio consiste nella migliore portanza che le cotiche prative manifestano nei confronti dei mezzi meccanici nei periodi umidi, così chele distribuzioni possono essere più tempestive e meno dannose al terreno.

Il tipo di concime organico

La diversa composizione quantitativa e qualitativa dei materiali organici giustifica il loro diverso comportamento agronomico e quindi la loro efficienza ai fini della concimazione.
Per quanto riguarda i liquami si può prevedere una graduatoria in base alla loro prontezza di azione, che può essere così schematizzata:

pollina > liquami suini > liquami bovini

Occorre ancora ricordare che l'efficienza di un programma di concimazione dipende anche dalla concomitante presenza di materiali organici e di concimi di sintesi e che spesso il risultato migliore si ottiene con l'integrazione fra le due forme.

La dose totale e il frazionamento

Come si è visto nell'esempio proposto per la determinazione del coefficiente di efficienza, l'efficienza di una concimazione non è costante, ma decresce con l'aumentare della dose distribuita. Il frazionamento della concimazione consente di aumentare l'efficienza di ogni singola distribuzione e quindi di ridurre la quantità totale apportata. Inoltre, il frazionamento risponde al criterio di non anticipare inutilmente il concime all'impianto della coltura, per ridurre il tempo di esposizione dell'azoto a perdite e di apportarlo in periodi di migliore utilizzazione da parte della pianta.

Contrariamente a quanto succede nella pratica, il calendario degli apporti non deve conformarsi alla dinamica di produzione dei reflui e alle necessità di svuotamento dei serbatoi di stoccaggio, bensì seguire una programmazione ragionata, in primo luogo in funzione delle esigenze delle colture praticate.

Inoltre, il calendario degli spandimenti, deve rispettare dei vincoli legislativi, dato che in quasi tutte le normative viene prescritto un periodo di divieto invernale delle distribuzioni in campo.
In sostanza, il compito di chi deve redigere il piano di concimazione con i reflui zootecnici è quello di raccordare la presenza effettiva di liquami nelle vasche di stoccaggio ai momenti più opportuni per la concimazione delle colture.
Perché il piano di concimazione sia realistico, occorre quindi che si realizzino contemporaneamente le seguenti condizioni:

· presenza di liquame nelle vasche di stoccaggio in quantità sufficiente per gli apporti previsti dal piano di concimazione;

· praticabilità del terreno, ovvero che lo stesso sia in condizioni di non essere danneggiato da mezzi meccanici che effettuano la distribuzione;

· praticabilità della coltura, ovvero che lo stadio di sviluppo della coltura non impedisca la distribuzione dei reflui effettuata con i sistemi di distribuzione disponibili (per esempio una coltura ormai troppo alta o troppo fitta che verrebbe danneggiata direttamente dal passaggio dei mezzi meccanici, oppure una coltura che ha raggiunto uno stadio nel quale l'apporto di liquame danneggi quantità e qualità delle produzioni).

Risulta evidente quale complessità di relazioni debba essere considerata da parte del tecnico aziendale e l'impossibilità di proporre un calendario degli spandimenti valido una volta per tutte e in tutte le situazioni.

Si può, invece, esporre un criterio di valutazione che dovrà poi essere calato in ogni realtà operativa.
Uno spandimento di reflui zootecnici fatto secondo criteri agronomici deve innanzitutto considerare le interazioni fra la coltura e le epoche di somministrazione dei reflui.



Modalità di distribuzione

I Problemi 

Le tecniche di distribuzione hanno una rilevante influenza tanto sull'impatto ambientale, quanto sull'efficienza produttiva dei reflui zootecnici.

Gli aspetti più problematici sono:

Emissione di odori molesti e di ammoniaca

La distribuzione con i cantieri convenzionali comporta emissioni di ammoniaca e di altre molecole responsabili della produzione di odori. Le emissioni si verificano in misura massiccia nel periodo immediatamente successivo alla distribuzione e decrescono esponenzialmente nei 3-5 gg successivi allo spandimento.
L'interramento contestuale alla distribuzione o effettuato immediatamente dopo riduce fino ad annullare le emissioni. L'ammoniaca persa per volatilizzazione, oltre a determinare effetti negativi sulla qualità dell'aria, costituisce una perdita di elementi nutritivi e causa un abbassamento dell'efficienza produttiva dei liquami.

Emissioni di aerosol

Alcuni dispositivi utilizzati per la distribuzione dei liquami, quali i getti irrigatori ad alta pressione, provocano una spinta polverizzazione del getto, con formazione di aerosol (gocce di diametro < a 50 micron), che possono veicolare i microrganismi patogeni.

Compattamento del terreno

A fine di ridurre i costi di spandimento, per i liquami si utilizzano mezzi di elevata capacità impiego che può determinare gravi danni alla struttura del terreno.

Imbrattamento delle colture

La somministrazione dei liquami in copertura con la tecnica "a pioggia", in particolare nel caso di reflui a elevato contenuto di sostanza secca, può comportare l'imbrattamento delle colture, con effetti ustionanti e di depressione della resa. Quanto alla possibilità di contaminazione dei vegetali mancano riscontri attendibili.

Disomogeneità di distribuzione

Una buona pratica di concimazione esige che la distribuzione degli elementi nutritivi sia il più possibile omogenea sull'appezzamento. I comuni cantieri di distribuzione, invece, non sono in grado di assicurare una soddisfacente omogeneità, comportando o una diminuzione della resa o uno spreco di elementi o entrambi gli effetti. Sono pertanto da incoraggiare i cantieri che posseggono sistemi di regolazione della dose da distribuire.

Ruscellamento

La distribuzione su terreni in pendenza o su suoli che presentano una bassa infiltrabilità può determinare lo scorrimento superficiale dei liquami. Tra i fattori determinanti il rischio di ruscellamento, si ricordano lo stato di saturazione idrica, le modalità di lavorazione dei terreni, i volumi somministrati, l'intensità di pioggia, i dispositivi utilizzati per lo scarico, il contenuto di sostanza secca dei liquami.

Le tecniche innovative

Il cantiere di lavoro tradizionale presenta alcuni inconvenienti tecnici e funzionali, determinati dal fatto che è stato concepito quando ancora non veniva attribuita adeguata importanza alla distribuzione dei liquami e le sue implicazioni ambientali non erano ancora evidenti.
- Gli aspetti verso i quali si è indirizzata la ricerca sono i seguenti:

Separazione delle fasi di trasporto e di spandimento

Limita il compattamento del suolo e permette l'intervento su terreno lavorato, in prossimità della semina e con colture in atto, cioè in periodi nei quali la somministrazione dei liquami consegue le più elevate efficienze produttive.

Si tratta, quindi, di utilizzare per il solo trasporto dei liquami mezzi di ampia capacità, mentre la distribuzione sull'appezzamento deve avvenire con attrezzature più leggere. 
Il trasporto può essere effettuato mediante tubazioni, in pressione o per gravità. La distribuzione con mezzi leggeri viene realizzata per lo più con tubazioni avvolgibili che alimentano dispositivi per lo spandimento superficiale o l'interramento.

Interramento

L'adozione di dispositivi iniettori che incorporano i liquami nel terreno all'atto della distribuzione, presenta vantaggi e svantaggi che si possono così schematizzare:

VANTAGGI
· riduzione delle emissioni di odori e di ammoniaca
· assenza di aerosol durante la distribuzione
· eliminazione dell'imbrattamento del foraggio nelle applicazioni sui prati
· maggiore efficienza produttiva.

SVANTAGGI
· elevata richiesta di potenza per la distribuzione
· ridotta capacità di lavoro
· maggiori costi di distribuzione

I dispositivi per l'interramento dei liquami possono essere installati su di un serbatoio o, in alternativa, essere alimentati da tubazioni avvolgibili e trainati da trattore. Per l'apertura del solco vengono utilizzati dischi, zappette, assolcatori ad àncora, posteriormente ai quali pervengono i tubi di adduzione dei liquami.

Nei terreni arativi è consigliabile interrare i liquami a profondità di 15-20 cm, mentre nei terreni a prato l'operazione deve essere più superficiale (profondità 5-10 cm) per non danneggiare la cotica erbosa. Una soluzione alternativa all'interramento diretto è rappresentata dalla lavorazione del terreno eseguita entro 3-5 ore dallo spandimento.

Distribuzione in superficie con dispositivi a bassa pressione

La distribuzione con dispositivi ad alta pressione (8-9 atmosfere) ha scarse prospettive di applicazione per il futuro in quanto la spinta polverizzazione del getto deternina problemi inaccettabili di diffusione di odori, perdite di ammoniaca e formazione di aerosol. A questi inconvenienti si aggiunge, nel caso di un getto irrigatore installato su autobotte o carrobotte e operante in testata dell'appezzamento, la notevole disomoge-neità di distribuzione. Tali problemi risultano assai contenuti adottando ali distributrici a bassa pressione, disponibili per l'installazione su serbatoio o su tubazione avvolgibile. In questo caso si opera a pressioni non superiori a 3-5 atmosfere all'ingresso della tubazione avvolgibile e a 1-2,5 atmosfere all'ala distributrice. I dispositivi hanno una larghezza complessiva variabile tra i 15 m ed i 28 m e sono in grado di garantire una ampiezza utile di lavoro fino a 28-30 m.

Omogeneità di distribuzione

Anche se ancora limitatamente, cominciano a comparire sui mezzi di distribuzione sistemi di regolazione della portata in funzione della velocità di avanzamento. Nella versione più recente consistono di un apparecchio laser per la determinazione della velocità di avanzamento, di meccanismi meccanici o idraulici di variazione della portata e di un elaboratore elettronico che in funzione della velocità fa aprire o chiudere il flusso in uscita. Un ulteriore accorgimento per migliorare l'omogeneità trasversale, è l'adozione di distributori rotativi, in grado di ridurre le variazioni trasversali al 5-15% circa.

Il vantaggio di queste innovazioni è quello di poter preimpostare una dose da distribuire senza che l'operatore debba con la sua esperienza provvedere ad una regolazione in campo. Si aumenta l'efficienza produttiva, diminuendo così gli sprechi di elementi nutritivi e i rischi per l'ambiente.

 

 

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