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Le amatossine
Le Amatossine o Amanitine sono polipeptidi biciclici contenuti in specie di funghi quali l'Amanita phalloides, l'Amanita virosa e l'Amanita verna, la Galerina autumnalis e simili.
La tossicologia delle amanitine
Le amanitine interferiscono con processi di sintesi proteica provocando un progressivo calo del contenuto proteico cellulare e necrosi delle cellule. L'avvelenamento con le amanitine è caratterizzato da un lungo periodo di latenza (dalle 6 alle 48 ore, in media 6-15 ore) durante il quale il paziente non accusa alcun sintomo. I sintomi appaiono all'improvviso sotto forma di dolori addominali, vomito persistente e diarrea, accentuata, arsura e anuria. Se il paziente sopravvive a questa prima fase, può dare segni di miglioramento ma a questo periodo segue generalmente una rapida e consistente perdita delle forze, prostrazione e insonnia causata dai dolori. La morte può sopraggiungere entro 48 ore (dose massiccia) nel 50-90% dei casi per progressivo e irreversibile danno al fegato, ai reni, al cuore e ai muscoli, ma il malessere più tipicamente permane dai 6 agli 8 giorni negli adulti e dai 4 ai 6 giorni per i bambini. Due o tre giorni dopo l'inizio dell'ultima fase, sopraggiunge itterizia, cianosi e abbassamento della temperatura. La morte di solito segue un periodo di coma e occasionalmente di convulsioni. Se si ha un miglioramento, questo generalmente richiede minimo un mese ed è accompagnato da gonfiore del fegato. L'autopsia di solito rivela degenerazione grassa e necrosi del fegato e dei reni.
Idrazine
Certe specie di false morchelle (Gyromitra esculenta e Gyromitra gigas) contengono un veleno citotossico detto gyromitrina, derivato volatile dell'idrazina. L'avvelenamento tramite questa tossina assomiglia all'avvelenamento da Amanita, ma è meno grave. Generalmente c'è un periodo di latenza di 6-10 ore dopo l'ingestione durante il quale non appare alcun sintomo, seguito da improvviso attacco di disturbi addominali (un senso di pienezza), forte cefalea, vomito e a volte diarrea. La tossina attacca in primis il fegato, ma si riscontrano disturbi addizionali alle cellule del sangue e al sistema nervoso centrale. Il tasso di mortalità è relativamente basso (2-4%). Avvelenamenti con sintomi pressappoco identici a quelli prodotti dalla Gyromitra sono stati anche riscontrati dopo l'ingestione di Verpa bohemica; si presume che la tossina sia simile alla gyromitrina ma non è stata ancora identificata.
L'ultimo tipo di avvelenamento citotossico è causato dal Cortinarius orellanus e simili. Il principio attivo responsabile contenuto in questo fungo è l'orellanina, che in realtà, da recenti ricerche, è risultata essere un miscuglio di vari composti polipeptidici ciclici, tra i quali le cortinarine risultano essere tossicologicamente attive. Il loro meccanismo d'azione è simile a quello delle amanitine in quanto inibiscono la sintesi proteica abbassando il contenuto proteico cellulare. Questo tipo di avvelenamento è caratterizzato da un periodo asintomatico latente estremamente lungo, dai 3 ai 4 giorni ed oltre. I primi sintomi sono un'intensa sete (polidipsia) e un'eccessiva urinazione (poliuria). A ciò possono seguire nausea, cefalea, dolori muscolari, brividi, spasmi e perdita di conoscenza. In molti casi, grave necrosi dei tubuli renali e insufficienza renale possono portare alla morte (15%) parecchie settimane dopo l'avvelenamento. A volte una consistente degenerazione del fegato accompagna il deficit renale e la guarigione in casi meno gravi può richiedere molti mesi.
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