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Laika, il primo cane
nello spazio
( francobolli: Albania 1962; Polonia 1964; Romania 1957;
Romania 1957 )
Proprio a fine 2002, dopo 45 anni, si ritorna a parlare di Laika
la cagnolina lanciata nello spazio nel 1957 da una base segreta Russa. Vengono portate alla luce nuove rivelazioni che contrastano con i comunicati
ufficiali rilasciati all'epoca dalle autorità sovietiche, in relazione all'accaduto all'interno della capsula.
( immagine: http://www.pd.astro.it/
)
Torniamo indietro nel tempo, a quegli anni dove la corsa
alla "conquista dello spazio" tra U.R.S.S. e U.S.A. era ormai
diventato un simbolo tecnologico di ambizioni continentali e potere.
Il 12 Ottobre 1957, il presidente Krusciov, annunciò che un secondo satellite, lo Sputnik 2 sarebbe stato mandato in orbita entro un mese dal lancio dello Sputnik 1. Quest'ultimo fu il primo satellite artificiale costruito dall'uomo ad essere lanciato nello spazio.
Il veicolo era conico,alto 396 cm ed avente un diametro alla base di
213 cm. Era diviso in tre parti: una superiore dove c'era la strumentazione scientifica, una intermedia dalla forma sferica dove erano
alloggiati i trasmettitori radio e l'ultima inferiore dove era posta la
cabina per Laika con tutti i sistemi di supporto vitale: il ventilatore,
unità di assorbimento dell'anidride carbonica, generatore di ossigeno,
unità per evitare troppo ossigeno causasse effetti negativi sul cane,
ed infine un dispositivo automatico per l'alimentazione dell'animale.
Nella cabina pressurizzata lo spazio era appena sufficiente per far stare
Laika in piedi oppure sdraiata con le zampe stese, costretta da un'imbracatura
ed una catena a non poter far altri movimenti. Un sistema di controllo
termico avrebbe mantenuto la temperatura sui 15 °C. Il suo alimento
era previsto con una sostanza sotto forma di gelatina che le avrebbe
dato sostanze nutrienti adeguate e fluidi per il corpo. Al cane fu
indossata una tuta dove erano posizionati elettrodi per monitorare le
sue funzioni vitali (elettrocardiogramma, pressione arteriosa massima,
ritmo respiratorio). Inoltre una telecamera avrebbe ripreso l'animale
nel suo alloggiamento.
Laika era una bastardina femmina di circa 2 anni di età, fu presa dagli
accalappiacani di Mosca, nei vicoli della città, fu arruolata ed addestrata,
insieme ad altre due cagnoline Muska e Albina, per
diventare il primo essere vivente lanciato nello spazio.
Per un mese i tre cani subirono l'addestramento per l'imminente lancio,
furono sottoposte a vari test come la centrifuga della "Città delle
Stelle" che spingeva i loro cuori fino a tre volte il ritmo cardiaco
normale. Già in quegli esperimenti Laika dimostrò di soffrire particolarmente
il panico, infatti il suo cuore impiegava il triplo del tempo, rispetto
alle sue compagne, per tornare a livelli di pulsazioni normali. Furono
rinchiuse in contenitori sempre più piccoli e stretti da catene sempre
più corte, per abituarle alla dimensione dell'abitacolo del satellite.
Infine scelsero di sparare in orbita Laika, rispetto alle altre due
cagnoline perché quella di più facile adattamento e più docile,
nonostante tutte e tre fossero di piccole dimensioni.
Venne messa nella capsula di contenimento 4 giorni prima del
lancio, e ne tenevano sotto controllo tutte le funzioni vitali, ma
nonostante tutte le considerazioni fatte, test di prova e calcoli
matematici, non fu mai programmato il rientro di Laika, solo 2 anni e
mezzo più tardi venne presa in considerazione anche questa
"particolarità" dell'esperimento.
Gli unici cani lanciati e recuperati in buone condizioni il giorno successivo
al lancio, furono Belka e Strelka, che vennero sparati con la capsula
Korabl Sputnik2, insieme a 40 topi e 2 ratti, il 19 Agosto 1960.
Questo dimostra che il destino di Laika era comunque segnato a priori dell'esperimento,
anche se fosse riuscito alla perfezione, perché l'impianto di
rigenerazione dell'aria funzionava grazie alle batterie chimiche di
bordo, ed erano programmate per la durata di sette giorni.
Quest'anno al 53° "World Space Congress" tenutosi a Houston
(U.S.A.)
dal 10 al 19 ottobre 2002 lo scienziato russo Dimitri Malashenkov, dell'"Institute
for Biological Problems" di Mosca e membro effettivo di quel
programma spaziale, rivela che Laika morì poche ore dopo al lancio per
lo shock e per il surriscaldamento dell'abitacolo dove era adagiata la
cagnolina, e non dopo diversi giorni di orbita, come invece era stato
dichiarato.
Spiega come Muska e Albina furono rilevanti per l'esperimento, nonostante
non furono le prescelte. Mushka, era servita per collaudare i
rudimentali strumenti di bordo, un ventilatore automatico che avrebbe
dovuto raffreddare l'abitacolo quando, nei momenti di esposizione al
sole durante le orbite la temperatura fosse salita oltre i 20 gradi;
Albina era stata sparata due volte con razzi, ma recuperata con
paracadute dell'ogiva, per collaudare la resistenza al lancio.
Al momento del lancio l'elettrocardiografia che veniva seguita via radio
segnò un aumento pazzesco delle pulsazioni quando i motori s'accesero
e il missile cominciò a vibrare sollevandosi dalla piazzola, qualcosa
che la cagnetta non aveva mai provato nell'addestramento al programma.
Raggiunta la velocità orbitale, il ventilatore, non funzionò e la
temperatura della capsula cominciò a oscillare tra il caldo e il
freddo estremi.
Nelle ore che seguirono il battito cardiaco si mantenne sempre irregolare,
fino al suo arresto durante la terza orbita, dove i segnali trasmessi
alla base dai sensori posti su Laika, erano diventati piatti.
La causa del decesso è stata imputata agli sbalzi termici o all'umidità
creatasi dal continuo ansimare, o la troppa anidride carbonica
creatasi; ma sicuramente le 5 ore in orbita in uno spazio ristretto, in
condizioni di paura e solitudine estreme, furono intollerabili per un
cuore già troppo sensibile, come aveva dimostrato essere già
nell'esercitazioni.
La navicella si disintegrò, al rientro nell'atmosfera, l' 8 Aprile 1958,
dopo 2570 orbite.
Laika diventò l'emblema mondiale di quanto in nome della scienza l'uomo
possa decidere su il futuro di un essere vivente, sollevando critiche e
disapprovazioni dal pubblico. Lo stesso Oleg Gazenko, direttore del
programma sovietico per la spedizione di animali nello spazio, quattro
anni fa dichiarò in un intervista alla stampa che l'esito dello stesso
programma spaziale dello Sputnik2 non poté giustificare la morte di
quella cagnolina di nome Laika, bastava aspettare ancora qualche anno
per arrivare almeno alla progettazione del rientro.
FONTE dal web:
www.canisportivi.com
la redazione di "Cani sportivi" - 29 Dicembre 2002
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