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La clonazione del cane

L'annuncio del team di Hwang Woo Suk, lo scienziato sudcoreano primo al mondo nella ricerca sulle cellule staminali embrionali Seul, è nato Snuppy il primo cane clone
La Lav insorge: "Fermate questo orrore"

SEUL - Dopo la pecora, il gatto e altri mammiferi ecco il primo cane clonato. La notizia arriva da Seul, dal laboratorio dell'università statale diretto dal professor Hwang Woo Suk, il veterinario che incominciò ad interessarsi di clonazione perché voleva creare una razza di mucche migliore e che è arrivato, lo scorso maggio, ad annunciare la realizzazione delle prime linee di cellule staminali embrionali "su misura" prelevate da embrioni clonati a partire da cellule adulte di 11 esseri umani. I
pazienti erano colpiti da malattie incurabili come diabete giovanile, lesioni del midollo spinale e immunodeficienze.

Anche la clonazione del cane annunciata oggi, nonostante sia stata preceduta da quella di altri mammiferi, fa scalpore, per la difficoltà di produrre in laboratorio ovuli canini maturi non fertilizzati. Gli ovuli di cane sono infatti rilasciati dalle ovaie molto prima che nelle altre specie di mammiferi. Ma Hwang Woo Suk c'è riuscito e la rivista "Nature" pubblica tutti i dettagli della nascita di "Snuppy", un cucciolo di afghano maschio partorito con taglio cesareo da una madre surrogata, di razza Labrador.

"Si chiama Snuppy - ha detto lo scienziato in una conferenza stampa - ed è stato clonato a partire da cellule adulte con il metodo del trasferimento del nucleo di cellule somatiche".

"Pensiamo che il successo nel creare il primo cane clonato al mondo - ha aggiunto Hwang - sia fondamentale per l'obiettivo di curare, con la clonazione di cellule staminali, malattie finora incurabili come il tumore e il diabete, non solo negli esseri umani ma anche negli animali". Nel testo publicato su "Nature", il team di Hwang spiega come ha superato l'ostacolo del prematuro rilascio degli ovuli canini. Hwang è riuscito a rimuovere il materiale genetico dell'ovulo, rimpiazzandolo con il nucleo di una cellula somatica adulta ricavata da un cane afghano maschio; è stato poi creato un embrione, impiantato al momento giusto del suo sviluppo in una madre surrogata, di razza Labrador.

Snuppy richiama alla lontana lo Snoopy del fumetto americano di Schultz, ma in realtà è l'acronimo di "Seul National University puppy". E' nato con parto cesareo lo scorso 24 aprile dopo una normale gravidanza. Pesava al momento della nascita 530 grammi. Con lui era nato un secondo cucciolo, di 550 grammi, morto 22 giorni dopo per polmonite. "Gli esami fatti sul cucciolo clonato morto - assicura il team di Hwang - hanno appurato che non esisteva alcuna disfuzionae anatomica".

Per ottenere i due cuccoli clonati, un totale di 1.095 embrioni ricostruiti sono stati impiantati in 123 madri surrogate, con un tasso di efficienza dell'1,6%.

"Lo scopo della clonazione di un cane - ha tenuto a dire lo scienziato sudcoreano - è quello di produrre animali da laboratorio da utilizzare nella ricerca sulle cellule staminali, non quello di creare animali domestici da allevare". "Saremo ora in grado - si legge su "Nature" - di sperimentare sui cani clonati le cellule staminali ottenute con la clonazione terapeutica, per verificare se possano poi essere utilizzate sia sugli esseri umani sia sugli animali per curare malattie come il diabete, il morbo di Parkinson e varie forme di tumore".

L'ultimo successo di Hwang ha però riaperto il dibattito sulla opportunità di queste ricerche. Per la Lega Anti Vivisezione è necessario "investire in metodi alternativi". "Uno studio pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist, rivela - ricorda la Lav - che il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e che comunque il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenze mediamente una sola diverrà un animale 'adulto e sano'".

C'è però chi plaude alle ricerche di Hwang, come Carlo Alberto Redi, direttore del Laboratorio di biologia dello sviluppo all'università di Pavia, secondo il quale il risultato ottenuto a Seul "è la dimostrazione che la comunità scientifica ce l'ha fatta. Al di là dell'avanzamento tecnico e della gioia di chi ama i cani".

Fonte: www.ecologiasociale.org

 

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