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La natura morta di
Albano Vitturi
Albano Vitturi, figlio di Vittorio Vitturi, poeta
vernacolare, nasce a Verona il 19 dicembre 1888.
Primogenito di cinque fratelli avrà nel fratello Ettore, dedito anch'esso alla pittura, un compagno per alcune
esposizioni in mostre anche nazionali
XIV Biennale di Venezia
Nel 1924 Vitturi partecipa alla XIV Biennale di Venezia con l'opera Madre e figlia. Quest'olio riflette appieno la
ricerca del periodo incentrata in soluzioni plastico-classiche. Tale quadro viene tra l'altro pubblicato
anche nel volume di Ugo Nebbia: La XIV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia (edito nello
stesso anno) ove l'autore cita Vitturi, insieme a Pier Angelo Stefani, Adolfo Levier, Angelo Zamboni, ecc. come i
"giovani, i quali tutti a qualcosa tendono con fede[...]".
Nel corso della Biennale Vitturi, come suo solito, visitando le varie sale espositive, avrà modo di annotare sui suoi
immancabili tacquini sintetici giudizi sui singoli pittori.
Nel visitare la sala dei "Sei Pittori del '900" (Bucci, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig, Sironi) presentati da
Margherita Sarfatti, Vitturi metterà un "no" per Dudreville e un "sì" per Funi. Avrà apprezzamenti per
F.Scattola ed in modo particolare il quadro Povertà serena = San Francesco nel Deserto, per i francesi Marquet e
Vallotton, gli italiani Borra, Guidi e Potente, mentre non gli piaceranno i due "Paesaggi" di Semeghini. Per quanto
concerne la produzione artistica, sono di quest'anno schizzi e disegni acquerellati di studi di posizioni di figure viste
dall'alto.
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