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Le principali alterazioni di laboratorio in corso di Insufficienza Renale Cronica
a cura del Dott. Tommaso Furlanello
L'insufficienza renale cronica è una sindrome di comune reperimento nelle popolazioni canine e feline, soprattutto se in età
geriatrica, contraddistinta da una perdita progressiva della funzionalità escretoria
L'insufficienza renale cronica è una sindrome di comune reperimento nelle popolazioni canine e feline, soprattutto se in età geriatrica, contraddistinta da una perdita progressiva della funzionalità escretoria, regolatoria e biosintetica, fino a giungere ad una condizione incompatibile con la vita.Se la sindrome viene riconosciuta in uno stadio avanzato, le opzioni terapeutiche che possono essere instaurate sono sfortunatamente molto ridotte o assenti.Se al contrario la diagnosi viene emessa il più precocemente possibile, il Veterinario può agire efficacemente, sia tramite terapie farmacologiche che tramite l'alimentazione.Le finalità non saranno certo rivolte al ripristino della normale funzionalità renale, obiettivo impossibile nelle forme croniche, ma almeno al rallentamento dell'inevitabile progressione della sindrome, assicurando una migliore qualità della vita al paziente.Ad esempio, se si riconosce un iperparatiroidismo secondario, d'origine renale allo stadio iniziale, tramite il dosaggio del paratormone (PTH) endogeno, è possibile un efficace trattamento a base di calcitriolo.È da sottolineare però, che, allo stato attuale, la diagnosi di insufficienza renale cronica, per quanto precoce essa sia, è pur sempre segnale di un grave e diffuso danno anatomico e funzionale.Basti pensare che, anche modici aumenti dell'azotemia e della creatininemia, (parametri universalmente utilizzati per valutare la filtrazione glomerulare) rispecchiano una riduzione di almeno 67-75% della funzionalità renale.
Gli esami di laboratorio hanno dunque i seguenti
obiettivi:
- Diagnosi precoce
- Monitoraggio della progressione
- Riconoscimento e correzione delle cause reversibili di RF
- Intervenire per ritardare la progressione della insufficienza renale
- Trattare le complicazioni
Per poter perseguire gli obiettivi sopra delineati, è indispensabile entrare nella filosofia del checkup periodico, che così tanta rilevanza ha assunto in medicina umana ed è di conseguenza solitamente ben accettato dalla clientela.La frequenza del checkup potrebbe convenzionalmente essere, in animali asintomatici, almeno annuale.È indispensabile eseguire esami di laboratorio prima di qualsiasi intervento chirurgico, come valutazione preanestetica del paziente.Perchè gli esami di laboratorio possano fornire i dati necessari per valutare la funzionalità renale e le complesse e variegate alterazioni ematochimiche che compongono una insufficienza renale, è indispensabile disporre della realizzazione contemporanea di un esame emocromocitometrico completo, di un profilo biochimico e di un profilo urinario.Se una procedura diagnostica semplice, ma solo apparentemente economica di screening, potrebbe essere di misurare esclusivamente la creatininemia ad intervalli regolari, in realtà, considerando una normale popolazione canina, il valore predittivo di un risultato superiore a 1.7 mg/dl sarebbe appena del 42%.In altri termini, ben poche informazioni cliniche possono essere estrapolate da profili ematochimiciurinari, se gli esami non sono completi ed organici.
Diagnosi di insufficienza renale: dai numeri alla terapia
La diagnosi di insufficienza renale si basa sul rinvenimento di valori superiori al range della normalità per azotemia/BUN e creatininemia, associati all'incapacità di produrre urine con peso specifico iperste-nurico.In queste note si presenteranno solo le principali alterazioni clinico-patolo-giche legate all'insufficienza renale cronica del cane e del gatto.
Sindrome nefroica
Per sindrome nefrotica si intende un complesso clinico, con aspetti renali ed extra-renali.L'aspetto caratterizzante è dato da una proteinuria grave e persistente, di origine glomerulare, che si associa ad edema interstiziale e/o cavitario, ipoalbuminemia, iperlipidemia, ipercoagulabilità ed altre complesse alterazioni metaboliche.L'origine della glomerulopatia è solitamente uno stato infiammatorio (glomerulonefrite) di origine immunitaria, per deposito di immunocomplessi circolanti o formazione in situ di immunocoplessi.A volte lo stimolo antigenico è svelabile con opportuni approfondimenti (ad es.malattie infettive croniche quali la leishmaniosi o l'ehrlichiosi canina), ma più spesso la forma viene classificata come 'idiopatica'.Se lo stimolo antigenico non viene eliminato e/o la flogosi non viene inibita, la forma può proseguire in un danno generalizzato del parenchima renale e quindi la patologia rientrerà nell'insufficienza renale cronica.La diagnosi di sindrome nefrotica, che può essere già sospettata dall'esame fisico e dagli esami emato-chimici-urinari di base, viene confermata dalla valutazione del rapporto tra creatinina urinaria e proteine urinarie: < 0.4: proteinuria non significativa compresa tra 0.4 e 1.0: dubbia, da riva-lutare > 1.0: proteinuria grave.La diagnosi di sindrome deve necessariamente indirizzare alla ricerca di una patologia occulta che possa essere all'origine dello stimolo infiammatorio cronico: agenti infettivi sistemici (leishmanoisi, ehrlichiosi, RMSF, toxoplasmosi, FIV, FeLV etc.) o localizzati ad aree quali il cavo orale o cute, endocrinopatie (ipercorticosurrenalismo, ipotiroidismo) e patologie immunomediate (ad es.artriti, LES).Di grande aiuto è l''esame istopatologico della corteccia renale, che fornisce a volte indicazioni diagnostiche e sempre importanti indicazioni sulla prognosi.Comunque, sia in medicina umana che Veterinaria, le ricerche sopra descritte possono essere senza esito, in quanto lo stimolo infiammatorio può anche essere estinto, ma gli effetti sul glomerulo persistono e tendono anzi a proseguire.La terapia si basa principalmente sul trattamento del fenomeno causale, quando possibile.Le diete ipoproteiche hanno perso, negli ultimi anni, il ruolo primario che avevano assunto in passato, mentre stanno emergendo, i vaso-dilatatori ACE inibitori, quali l'enalapril ed il benazepril e gli acidi grassi (-3.I corticosteroidi, seppur spesso utilizzati, hanno solitamente scarsa efficacia e dovrebbero essere considerati controindicati nella maggior parte dei casi.L'efficacia delle terapie instaurate e della dieta può essere facilmente valutata eseguendo periodicamente il rapporto creatinina/proteine urinarie.
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