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I Rotavirus

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( immagine: www.mapposity.com )

I Rotavirus sono un genere di virus a RNA con doppio capside. Al microscopio elettronico hanno l'aspetto simile a quello di una ruota, cosa che fece ideare a Thomas Henry Flewett, nel 1974, il nome del genere.
I virus vennero scoperti nel 1943, quando Jacob Light ed Horace Hodes dimostrarono che il virus ritrovato nelle feci dei bambini colpiti da attacchi di diarrea acuta era lo stesso responsabile di epidemie dello stesso disturbo che ogni tanto venivano riportate negli allevamenti di bestiame.
Vengono distinti in due sottogruppi, tipo I e tipo II, sulla base di un antigene presente sul capside. I Rotavirus di tipo II provoca più frequentemente diarrea acuta rispetto al tipo I, con contagio che è sempre di tipo oro-fecale. Durante il contagio, il virus si fissa alla membrana degli enterociti, li distrugge e ne provoca l'esfoliazione all'interno del lume intestinale, causando accorciamento dei villi ed infiltrato infiammatorio.
A causa dell'elevata percentuale di bambini (soprattutto tra 6 e 24 mesi) colpita da diarrea indotta da Rotavirus e l'elevata mortalità che ne deriva nei paesi in via di sviluppo (mortalità causata non tanto dall'infezione quanto dal grado di disidratazione), gli USA nel 1998 ne avevano autorizzato un vaccino che, dopo solo 7 mesi, fu tolto dal mercato per l'elevata incidenza d'invaginazioni intestinali in bambini vaccinati, ipotesi successivamente smentita. Successivamente sono stati sperimentati altri due tipi di vaccini: il primo da ceppo umano attenuato, vaccino europeo monovalente, da virus umano attenuato appartenente al ceppo più comune (G1P8). Il secondo ceppo bovino riassortito , vaccino americano pentavalente, in modo da esprimere in superficie le proteine dei 5 sierotipi più frequenti. 5 Rotavirus assortiti con 5 determinanti antigenici dei sierotipi umani più comuni.
I vaccini sono risultati sicuri ed efficaci allo stesso modo. Hanno effetto protettivo importante (rispettivamente percentuali dell'85% e del 93%), ed inoltre è stata documentata documentata una riduzione del 63% dei ricoveri per gastroenterite nel primo anno di vita.
Uno studio del 2006 condotto all'Istituto Gaslini di Genova mostra una correlazione tra l'infezione da rotavirus e l'insorgere della celiachia.
La gastroenterite da rotavirus è una malattia diffusa in tutto il mondo. In Europa e nel resto delle zone temperate del pianeta, il virus si presenta con picchi di incidenza stagionale che, alle nostre latitudini, si verificano nel periodo invernale tra novembre e marzo. Nei Paesi tropicali si possono verificare picchi di incidenza, ma il virus è presente sostanzialmente tutto l'anno.

Il virus
esiste in diverse forme, ma l'infezione è pericolosa solo quando provocata dai rotavirus A (e in misura minore da quelli B e C). L'aver contratto il virus una volta non dà immunità sufficiente, anche se le infezioni che si contraggono negli anni successivi e in età adulta tendono a presentarsi in forma più leggera.
Nei Paesi occidentali, la gastroenterite da rotavirus non è una malattia letale, ma può dare complicanze anche molto gravi nelle persone anziane e in quelle immunocompromesse. Nei Paesi del Sud del mondo, al contrario, causa la morte di almeno 600 mila bambini ogni anno per diarrea, secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità che considera la malattia una vera e propria emergenza sanitaria.

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( immagine: www.liv.ac.uk )

Come si trasmette

La principale via di trasmissione del virus è quella oro-fecale, ma qualche volta la diffusione può avvenire anche per contatto e per via respiratoria. Poiché il virus è stabile nell'ambiente, la trasmissione può avvenire attraverso l'ingestione di acqua o cibo contaminato o a causa del contatto con superfici contaminate.
La diffusione da persona a persona attraverso la contaminazione delle mani è probabilmente la più diffusa negli ambienti comunitari, in particolare negli asili nido. Nelle mense e negli altri luoghi destinati a ristorazione collettiva, il rotavirus può essere trasmesso quando un operatore che ha contratto l'infezione maneggia alimenti che non richiedono la cottura, come per esempio insalata, frutta e altre verdure fresche, senza lavarsi accuratamente le mani.

Sintomi e diagnosi

La malattia ha un periodo di incubazione di circa due giorni, dopo i quali insorgono febbre, disturbi gastrici, vomito e diarrea acquosa per 3-8 giorni. Nella maggior parte dei casi, quando si sviluppa una forma blanda di diarrea, i malati guariscono senza alcun trattamento. Tuttavia, una diarrea acuta può portare a disidratazione grave dell'organismo, una condizione che rischia di essere letale senza un intervento adeguato.
La diagnosi viene effettuata ricercando antigeni specifici del rotavirus all'interno di campioni fecali prelevati dal paziente. Il ceppo coinvolto può essere ulteriormente caratterizzato tramite saggi immuno-enzimatici o molecolari, ma si tratta di analisi che non vengono effettuate comunemente.

Prevenzione e trattamento

Non esistono misure efficaci per eliminare completamente l'infezione da rotavirus o la sua diffusione. Lavarsi le mani con il sapone o con altri detergenti non uccide il virus, ma può limitarne la diffusione. Per prevenire la diffusione delle malattie diarroiche in generale è fondamentale mantenere buone condizioni igieniche sia a casa che negli asili nido e in tutti gli ambienti collettivi dove vivono persone soggette a maggior rischio, come gli anziani o gli immunodepressi.
Se la malattia viene contratta, il pericolo maggiore è che si sviluppi una forma grave di diarrea con conseguente disidratazione, specialmente nei bambini piccoli o negli anziani. In questo caso, l'organismo perde quantità eccessive di acqua e di sali e non riesce a ristabilirle. I segni della disidratazione sono chiari: ridotta produzione di urina, sete eccessiva, secchezza della bocca e sonnolenza insolita.
In media, circa 1 bambino su 40 necessita del ricovero in ospedale per la somministrazione di fluidi per via endovenosa, ma di solito il trattamento è aspecifico e consiste nella reidratazione per via orale per compensare la perdita di liquidi. È proprio la difficoltà di reidratare con abbondanti quantità di acqua sicura e pulita il principale rischio per la vita di molti bambini del Sud del mondo.

Vaccinazione per umani

Nel 1998 è stata autorizzata la messa in commercio negli Stati Uniti di un vaccino orale per i neonati, molto efficace nella prevenzione del virus. Il vaccino però è stato ritirato quasi subito per l'insorgenza di alcune complicanze a livello intestinale. Nel 2000, l'Oms ha lanciato un programma di ricerca per lo sviluppo di nuovi vaccini per riuscire a ridurre il carico della malattia soprattutto nei Paesi poveri. Nuovi vaccini sono ora in via di sviluppo e di test in molti Paesi. A inizio 2006, un nuovo vaccino orale è stato reso disponibile e approvato sia negli Stati Uniti che in Europa. Il vaccino permette di immunizzare i bambini a partire dalla sesta settimana di vita.

Fonti: wikipedia.org
www.epicentro.iss.it

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