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I Retrovirus
Il primo retrovirus individuato fu il virus della
leucemia aviaria. Il più noto è il virus dell'immunodeficenza umana (HIV),
indicato come agente eziologico dell'AIDS. Più in generale, i retrovirus
umani noti sono i virus HTLV, di cui fanno parte anche i due virus HIV-1,
noto anche con il nome di HTLV-III, ed HIV-2, noto anche con il nome di
HTLV-IV.
I Retrovirus o Retroviridae sono una famiglia di virus provvisti di peplos,
con capside isometrico e con genoma costituito da due molecole di RNA
monocatenario a polarità positiva. Sono gli unici virus con genoma diploide.
Il genoma dei retrovirus è caratterizzato dalla presenza di tre sequenze
del tutto peculiari, che assicurano lo svolgimento delle operazioni
essenziali per la sopravvivenza del virus stesso. Queste sequenze sono:
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gag, che codifica le proteine strutturali del
nucleo-capside virale
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pol, che codifica per la trascrittasi inversa
necessaria alla replicazione del virus
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env, che codifica le proteine del pericapside virale.
Oltre ad esse, i diversi generi di retrovirus codificano
anche per alcune proteine con funzione regolatoria o accessoria,
particolarmente importanti nel virus HIV.
La famiglia dei Retroviridae comprende a sua volta tre sottofamiglie:
Oncovirinae, Lentivirinae e Spumavirinae.
Replicazione
La replicazione dei retrovirus avviene nel citoplasma della cellula
infettata. Essendo dotato di pericapside, il virione è in grado di fondersi
con la membrana cellulare della cellula e di introdurvi quindi il
nucleo-capside. Questo contiene al suo interno alcune molecole dell'enzima
trascrittasi inversa, che è in grado di retrotrascrivere il genoma del
virus da RNA a DNA. Il DNA neosintetizzato viene quindi integrato nel genoma
della cellula ospite, dove può rimanere silente per periodi di tempo molto
variabili (molto lunghi nei Lentivirus, più rapidi negli altri).
Una volta prodotti gli mRNA virali approfittando dell'apparato
trascrizionale della cellula, e una volta che questi sono stati tradotti dai
ribosomi cellulari in proteine funzionali, il virus provvede
all'assemblaggio del capside e del pericapside. In ultimo, le nuove unità
di genoma virale vengono assemblate con il capside neoformato, che gemma
attraverso la membrana plasmatica cellulare e, ricoperto così del
pericapside, provvede a infettare nuove cellule.
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Bibliografia: Michele La Placa, Principî di
Microbiologia Medica, Bologna, Società Editrice Esculapio, 2006
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Immagine in alto: www.weizmann-usa.org
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