|
Come
vedono i nostri animali ?
a cura del Professor Claudio Peruccio
Oggi siamo in grado di interpretare con una sufficiente
precisione come vedono gli animali grazie all'impegno di molti ricercatori
che si sono avvalsi di studi elettrofisiologici, anatomici e
comportamentali. Il cane ed il gatto hanno una funzione visiva molto
diversa da quella dell'uomo dato che in natura avrebbero la necessità di
vedere meglio in condizioni di luce crepuscolare o quasi assente essendo
dei predatori notturni. Per questo motivo nella loro retina vi sono
moltissimi bastoncelli, recettori sensibili alla luce di minore intensità
e sul fondo dell'occhio esiste una struttura, il tappeto lucido, che
riflette la poca luce che è presente anche nella notte piu' buia.
Al buio come di giorno
E' stato calcolato che il riflesso del fondo dell'occhio nel gatto è 130
volte superiore a quello dell'uomo; per questo motivo vede ancora con
un'intensità luminosa 6 volte inferiore alla minima che noi possiamo
percepire. Il cane ha caratteristiche simili anche se pare necessiti di
intensità lievemente superiori, comunque ha una percezione tale che i
ricercatori per osservarne il comportamento devono utilizzare strumenti
sofisticati, la loro vista non basta. L'amplificazione della luminosità
notturna consente di mettere in risalto le potenziali prede su uno sfondo
parzialmente luminoso e di cacciarle. Inoltre i bastoncelli sono
finalizzati alla percezione dei movimenti e, se la preda si muove, non può
sfuggire.
In uno studio del 1936 negli Stati Uniti è stato dimostrato che pastori
tedeschi della Polizia erano in grado di percepire oggetti in movimento ad
una distanza variabile tra 810 e 900 metri mentre oggetti fermi erano
percepiti a 585 metri o meno. Una vista cosi' specializzata però non
consente di vedere bene i dettagli ma solo l'insieme del campo visivo, in
effetti il cane e il gatto come la maggior parte degli animali non hanno
la macula, settore del fondo dell'occhio che consente la visione fine
indispensabile all'uomo per leggere e svolgere le proprie attività.
Anche il campo visivo, cioè l'area che un occhio è in grado di
osservare, nei nostri animali ha un'ampiezza variabile con la loro
funzione e quindi non solo con la specie ma anche con la razza. Nei
brachicefali, cioè nei soggetti con muso appiattito come ad esempio il
cane Bulldog o il gatto Persiano, gli occhi sono diretti un po'
lateralmente; nei mesocefali che hanno un muso piu' allungato, sono
disposti verso l'avanti.
Visione a 250 gradi
In media nei cani gli occhi deviano di 20° lateralmente mentre nell'uomo
sono diretti in avanti senza alcuna deviazione; per questo motivo il campo
visivo totale del cane è di circa 250° mentre quello dell'uomo è di 180°
/ 190°. Poco comunque se confrontato con quello del cavallo pari a circa
357° che, essendo un potenziale predato, ha necessità di vedere tutto
attorno a sé per sopravvivere. Un importante fattore che differenzia la
capacità visiva degli animali è anche la loro altezza rispetto al
terreno che condiziona la prospettiva: immaginiamo cosa possono vedere un
piccolo Yorkshire Terrier o un gatto che entrano in un prato d' erba non
tagliata rispetto ad un Alano. I piccoletti penetrano in una fitta
foresta, il colosso passeggia sul prato.
Studi comportamentali hanno evidenziato che il cane ed il gatto hanno una
buona capacità di percepire la forma mentre la particolare costituzione
della retina ne limita la percezione dei colori, privilegiando le necessità
notturne quando i colori scompaiono. Percepiscono quindi dal blu al giallo
ma le altre lunghezze d'onda vengono interpretate come sfumature dal
bianco al grigio. Il cane non è in grado di distinguere come tali il
rosso ed il verde, se ha la funzione di guida per ciechi impara a
rispettare il semaforo in rapporto alla luminosità ed alla posizione del
settore acceso; però percepisce una scala di grigi che noi non possiamo
nemmeno immaginare.
In sintesi estrema possiamo affermare che la funzione visiva del cane e
del gatto è inferiore a quella dell'uomo per quanto riguarda la visione
binoculare, la percezione dei colori, le capacità di focalizzazione e
l'acutezza visiva. E' però migliore in condizioni di luce attenuata,
consente la percezione veloce di nuove immagini e dei movimenti in un
campo visivo particolarmente ampio e con una percezione di una scala di
grigi a noi sconosciuta. Sono quindi animali che dovrebbero vivere in una
nicchia ecologica in cui l'uomo si troverebbe in forti difficoltà. Ciò
nonostante si sono adattati molto bene alle nostre esigenze e convivono
con noi condividendo a volte le stesse passioni, ad esempio per la
televisione.
Attenti alla televisione
A questo proposito attenzione ai possibili problemi: le immagini
televisive sono composte da più fotogrammi che si susseguono in sequenza
rapida (di solito 60 al secondo) che noi vediamo come un filmato perché
siamo in grado al massimo di vedere separate poco più di 50 immagini al
secondo. I cani arrivano a percepire fino a 60 sequenze al secondo per cui
molti di loro vedono singoli fotogrammi in sequenza rapida ed alcuni, in
condizioni patologiche, per questo stimolo possono presentare crisi
convulsive.
Il prof. Claudio Peruccio svolge attività clinica e
di ricerca esclusivamente nel settore dell'oculistica veterinaria, è
specialista in Clinica delle Malattie degli Animali da Compagnia ed è
Diplomato al College Europeo degli Oculisti Veterinari (ECVO).
Disclaimer medico
|