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Il parassitismo

parassitismo

( immagine: http://www.dbi.uem.br/ )

Il parassitismo è considerato in biologia come un tipo di simbiosi antagonista in cui uno degli associati trae da questo tipo di associazione tutti i vantaggi, mentre l’altro ne è danneggiato più o meno profondamente, talvolta fino a esserne condotto alla morte.

L’individuo che trae i vantaggi per un tempo più o meno lungo è detto parassita, il danneggiato è detto ospite.
Il parassita utilizza l’organismo dell’ospite come propria abitazione, o meglio nicchia ecologica, e gli affida la funzione di regolare totalmente o parzialmente, le sue relazioni con l’ambiente esterno. Ma, oltre a servirsi dell’ospite in questo senso, il parassita se ne serve come fonte diretta o indiretta di nutrimento, utilizzando a tal scopo o gli stessi tessuti dell’ospite o le sostanze che questo elabora per la propria nutrizione.
Questa associazione può essere innocua per l’ospite come nel caso del commensalismo, oppure nociva in maggiore o minore grado: il parassita può infatti divenire in breve tempo l’agente di malattie parassitarie a volte molto gravi ma solo eccezionalmente mortali.
Al contrario di quanto avviene con gli animali predatori che per procurarsi l’alimento devono prima uccidere le loro vittime, al parassita interessa conservare la vita del suo associato.

 

 

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