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Intervista a Angelo
Dolfi
a cura di Philippe Le Nours
1)
PLN: Puoi dirci come e quando è nata la tua passione per il Mastino Napoletano?
AD: Cominciai ad innamorarmene negli anni '70, frequentando una palestra dove il gestore ne possedeva uno, era il primo mastino napoletano che vedevo in vita mia; ogni volta che lo incontravo provavo insieme paura, ammirazione e rispetto; che sensazione ragazzi, era una cosa veramente particolare! Ogni tanto Antonio (il proprietario), lo portava all'interno della palestra e mentre si faceva la doccia, lo legava col guinzaglio vicino a qualche attrezzo ginnico; ebbene, fino a quando non lo portava via, nessuno, al di fuori di lui, il suo padrone, poteva avvicinarsi a quell'attrezzo. Che carattere! E non aveva bisogno di essere addestrato per fare questo. Dopo sono passati gli anni, circa 10, arrivando ai primi anni '80, quando mi sono sposato, sono andato ad abitare in una nuova casa con mia moglie, ed io, che avevo sempre posseduto cani di tutti i tipi, trovatelli, meticci, ecc., per la prima volta mi trovavo senza cane. E' stato allora che ho incontrato il mio primo mastino. Era un soggetto adulto, dopo 20 anni ho saputo la sua vera età, aveva 5 anni ed era stato lasciato in una pensione per cani dal proprietario, che a causa del proprio lavoro non poteva più tenerlo con se. Fu un amore a prima vista,un amico mi portò a conoscerlo, da prima ero timoroso, per i tanti pregiudizi che esistevano su questa razza, poi mi resi conto che Jimmy, così si chiamava questo mastino, aveva solo la preoccupazione di trovare un padrone, una famiglia che lo amasse, si rivelò il più bel rapporto con un cane che ho avuto nella mia vita. Non era un soggetto da esposizione, ma dopo pochi mesi di addestramento all'obbedienza, era capace di camminare in centro città al mio fianco e di farsi azzannare da un altro cane e non reagire, senza un mio consenso, ma se gli davo la via era terribile, veniva con me in montagna a fare trekking e con la pettorale e un lungo guinzaglio da addestramento, risciva ad arrampicarsi su sentieri difficili, dove altre persone con pastori tedeschi o setter inglesi, tornavano indietro. Nacque veramente un grande amore! Se andavamo in vacanza eravamo obbligati a portarlo con noi, altrimenti il Jimmy smetteva di alimentarsi fino al nostro ritorno. Con lui venni a sapere che a Prato esisteva un grande allevatore di Mastino Napoletano, fu così che conobbi l'indimenticabile Mario Querci. Poi , una torsione gastrointestinale me lo portò via, ed io tornai da Mario per riacquistarne subito un altro, ormai la "malattia" del mastino mi aveva contagiato. In seguito a questo iniziai a praticare casa Querci, a seguire Mario in canile, ad aiutarlo quando praticava il taglio delle orecchie, a guardare quando partoriva una cagna ed a seguirlo nelle esposizioni, portando i cani di Mario. In questo modo, organizzando e partecipando con lui ai pic-nic dopo le expo diventati una tradizione, e le cene per i campionati vinti, conobbi tutti gli amici che sono oggi nell'Associazione Trofeo M.Q. : Mario Mazzucconi, Massimo Vinattieri, Alessandro Galardi, Valerio Meucci, ecc. Ma questa è un'altra storia…
2)
PLN: Puoi dirci quali sono i cani più importanti del tuo allevamento in materia di palmares?
AD: Di sicuro il primo cane più importante di tutti è stata la "Giusta Di Ponzano", la femmina sulla quale ho fondato la linea del mio allevamento. Con lei vinsi il Campionato Italiano nel 1992, il Campionato Europeo del 1993, battendo la campionessa Mondiale di quell'anno e facendo il BOB, poi il Campionato Internazionale nel'93 e il Campionato Riproduttore nel 1998 è stata lei la fattrice che mi ha generato la cucciolata più famosa del mondo. Grazie a lei sono stato il primo e l'unico allevatore del mondo ad aver raggiunto il titolo di Campione Italiano con 3 soggetti su 5 nati di una unica cucciolata : Barabba, Campione Italiano e Internazionale; Belinda, Campionessa Italiana, Internazionale e Riproduttrice; Basilio, Campione Italiano. Dopo questi, altri cani importantissimi per il mio allevamento, come : Cleopatra, Campionessa Internazionale, non ha potuto terminare il Campionato Italiano perché morta di parto; Cariddi, splendida dalle grandi masse; poi Ghibellino, Campione Italiano e Internazionale, cane di grande taglia e ossatura, che mi ha dato grande soddisfazione; Horus, acquistato da Raffaele Blasio,cane molto tipico, compatto e corretto dal quale ho avuto delle grandi femmine come Minerva, Cassandra ecc., fino ad arrivare ad Ulisse, di Pasquale Lucci, cane nero di tipo Zaccaro, molto massiccio,figlio di Napoleone di Raffaele Blasio per una femmina proveniente dalla linea della Baia Verde, che mi ha prodotto i più bei maschi che ho oggi in allevamento e fuori : Drago del Robbiano, Campione Australiano, nell'allevamento Maggiormente, generato da Bella, figlia di Basilio; Spartaco, dalla testa bellissima e dalla grande agilità, generato con Lili Marlene di Fossombrone di Claudio De Stefanis; Italo, dalle grandi masse, molto tipico, generato da Lampedusa figlia di Ghibellino. Il bellissimo e molto intelligente Ermes del Robbiano, con Brigitta figlia di Basilio, oggi in stazione di monta dal mio amico Nico Impollonia a Messina in Sicilia. Poi ancora le ultime figlie di Ghibellino : Leda, avuta con Bice figlia di Basilio anch'essa; Gioconda, dal grande movimento, nata da lui e Minerva, ma purtroppo operata già due volte in 2 anni di torsione gastrointestinale.
3)
PLN: Possiamo certe volte osservare che certi cani non premiati possono essere eccellenti riproduttori. Hai osservato lo stesso fenomeno nel tuo allevamento?
AD: Il più grande esempio di questo è sicuramente stato Toscano di Ponzano, il suo fenotipo non era importante, ma il genotipo era principesco, è infatti risultato il più grande riproduttore di tutti i tempi. Anch'io nel mio allevamento ho avuto soggetti così, l'ultimo esempio è Ulisse, che non è un soggetto da ring, è un cane rustico ,basso sugli arti anteriori, alto sui posteriori con un tronco molto massiccio, una testa ponzanina ed una grande quadratura di muso un soggetto dal quale ho avuto cani molto importanti, come ti ho detto prima.
4)
PLN: Alcuni appassionati stravedono per le femmine considerate più facili da allevare, altri per I maschi il cui carattere avrebbe più caratteristiche <<guardia e difesa>>. Che ne dici? Consideri il carattere come una questione di sesso o piuttosto come legato all'ambiente di vita e al ruolo svolto dalla madre?
AD: Le femmine di sicuro sono più dolci nel rapporto con la famiglia e con il proprietario, sono più materne, io le consiglio sempre a chi si avvicina per la prima volta al Mastino Napoletano. Per quanto riguarda la guardia e difesa, il maschio ha solo una maggiore imponenza, così da scoraggiare meglio il malintenzionato; ma mentre lui lo si può corrompere portandogli, ad esempio, una femmina in calore, la femmina stessa è incorruttibile, quindi meglio la femmina alla fine.
5)
PLN: Nell'occasione di una discussione con un amico, questo mi diceva che i suoi criteri di selezione andavano dal più al meno importante : la salute, il carattere, la costruzione e infine il tipo. Quali sono i tuoi criteri?
AD: E' vero che i nostri cani hanno moltissimi problemi, soprattutto a livello del sistema immunitario, ma mentre sulla salute, carattere e costruzione ci puoi lavorare, se perdi il tipo hai perduto la razza e noi alleviamo Mastini Napoletani, una delle più antiche e sicuramente la più particolare razza del mondo. Di cani ce ne sono tanti, di Mastino Napoletano ce n'è uno solo. La nostra arte sarà, data l'esiguità delle linee di sangue rimaste nel dopo guerra (solo 4 o 5), nel mescolare bene gli ingredienti, non dimenticandoci quale piatto dobbiamo preparare.
Ma non ci possiamo permettere di avere solo la grande tipicità e non la salute, il carattere e la costruzione, in questa razza abbiamo da lavorare molto e con grande serietà.
Un bravo restauratore non può fare il proprio lavoro senza tenere conto dello stile dell'artista, deve stare attento a tutti i particolari, altrimenti fa un'altro quadro.
6)
PLN: Sempre a proposito di selezione. Il patrimonio canino è molto ridotto (alcune migliaia di soggetti) anche in Italia, la culla della razza. Gli allevatori vengono quindi costretti a fare consanguineità più o meno forte. Inoltre e siccome si tratta di consolidamento riguardante l'allevamento, l'allevatore deve fare consanguineità. Che pensi di questa pratica? Non ha un impatto negativo sulla longevità dei cani? Tenuto conto della specificità di questa razza confidenziale è possibile staccarsi da questa pratica?
AD: Penso che va bene, con i dovuti limiti però l'embreeding lo hanno sempre praticato anche gli inglesi, non solo con i cani, ma anche con i cavalli. Solo che non bisogna eccedere. Poi per quello che ho risposto sul punto precedente, non è possibile viste le poche linee di sangue, staccarsi completamente dalla consanguineità.
7)
PLN: Tu che sei da tempo un appassionato e un produttore esperto che avrà sicuramente affrontato tutte le difficoltà d'allevamento del mastino napoletano, quali consigli daresti a chi volesse acquistare il suo primo cucciolo?
AD: Gli direi per prima cosa di rivolgersi ad un allevatore serio.
Poi che la nostra è una razza per prima cosa va amata, dobbiamo sapere in partenza che i nostri cuccioli vanno seguiti più di quelli di altre razze, se possibile con veterinari che hanno esperienza sui nostri.
Poi ancora che il Mastino è un cane rustico, di non eccedere troppo con le moine, altrimenti diventa un bambolotto e questo non è bello, non acquisirà mai il carattere, mentre lui è il miglior guardiano che ci sia al mondo.
Infine, non viziare il cucciolo,ma dargli una buona educazione da subito, altrimenti da adulto diventerà ingestibile, deve sempre sapere chi è il capobranco, se si accorge che può essere lui è finita, ma ricordiamoci che il cane vive per compiacere il padrone, sarà sufficiente premiarlo quando si comporterà bene e punirlo quando si comporterà male, e lui sarà eccezionale.
8)
PLN: Ora, che potresti consigliare a chi volesse lanciarsi nell'allevamento?
AD: - Ama il Mastino come lui amerà te.
- Curalo come cureresti te stesso.
- Non volere subito i risultati a tutti i costi.
- Lavoraci seriamente, a volte i risultati vengono in II o in III generazione, se hai lavorato bene.
- Studia prima un po' di genetica.
- Credi nei tuoi cani.
- Sii disposto a fare grossi sacrifici per essi. Questi cani sono come un reperto archeologico di 2500 anni fa, noi con il poco materiale che abbiamo, dobbiamo molto lavorare per restaurarlo.
- Se pensi ad una razza facile non iniziare nemmeno.
9)
PLN: Passiamo al Trofeo Mario Querci. Puoi ricordare ai Francesi che non conoscono Mario Querci chi era, cosa ha apportato alla razza?
AD: Prima bisogna ricordare lo scopritore della razza, colui che la portò al riconoscimento da parte dell'ENCI e successivamente da parte dell'FCI : Piero Scanziani. Fu lui a dichiarare, dopo aver visto il lavoro di Mario nel riselezionare questi cani :" io ho pensato ad una razza e Mario Querci l'ha realizzata". I primissimi soggetti portati al riconoscimento, avevano si molte cose in comune, ma uno di tipo Zaccaro (basso, tarchiato e con posteriore impalato), uno alto simile all'alano , uno tipo l'attuale corso, uno lungo come un'autobus ecc. Mario riuscì a dare l'omogeneità alla razza, riuscì a fissare i caratteri che rispondevano più fedelmente allo standard. Fu così che in circa 40 anni di allevamento, su un totale di circa 140 campioni, oltre la metà erano solo di Ponzano(circa 50 diretti ed oltre 20 indiretti), l'altra metà suddivisa fra tutti gli altri allevatori italiani. Riuscì a mettere il cane nel rettangolo, a migliorare il movimento, a disegnare le giuste rughe, la giusta quantità di pelle (che non deve essere né troppa né troppo poca, ma giusta), riuscì a fissare nobiltà nell'espressione del Mastino, perché nobile deve essere l'espressione dei nostri cani, seria ma nobile. E' stato a suo tempo, l'unico allevatore a raggiungere così tanti risultati, allevando seriamente non solo per soldi, ma per migliorare veramente la razza. Aveva la creta in mano e la lavorava. Tutti gli allevatori del mondo lo hanno apprezzato apertamente, solo chi lo ha invidiato lo ha disprezzato e poi ha usato i suoi cani di nascosto. In poche parole per raggiungere l'omogeneità del tipo che esiste oggi nella razza, in gran parte lo dobbiamo al lavoro di Mario Querci.
10)
PLN: Come definiresti il tipo di <<Ponzano>>?
AD: Il tipo di Ponzano è sicuramente un tipo ideale, che racchiude in se diverse caratteristiche, che vanno dal disegno della testa con le giuste proporzioni, con le giuste rughe ben disegnate e ben divise tra loro,al parallelismo degli assi cranio-facciali, all'espressione del cane, al movimento, l'eleganza, pur mantenendo la rusticità.
E' comunque difficile definirlo a parole, è un tipo di cane che lo si riconosce per un'insieme di caratteristiche particolari, tutte bellissime.
11)
PLN: L'azione di Mario Querci in favore della razza è cominciata a un'epoca (verso la metà degli anni 50) che può essere considerata come un'epoca storica. Puoi spiegarci in quale contesto Mario Querci si era lanciato nell'allevamento e parlarci dei pionieri, che anche loro si erano lanciati nella straordinaria avventura dell'allevamento del mastino napoletano?
AD: Su questa domanda ci sarebbe da scrivere un libro, ed io non so se sono la persona più adatta a farlo, ma nel sito dell'ATMQ, sulla homepage alla voce "Mario Querci" è riportato qualcosa sull'inizio della sua passione verso il Mastino Napoletano, quando lui andò a svolgere il servizio militare a Napoli e si innamorò di questi cani.
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PLN: Qual è l'obbiettivo dell'Associazione Trofeo Mario Querci?
AD: L'obbiettivo della nostra associazione è quello di riunire una volta all'anno tutti gli appassionati e gli allevatori del mondo, per confrontarsi in amicizia, lealtà e sportività, nella memoria e nella tradizione del compianto Mario Querci, umile allevatore di Prato che tanto ci ha insegnato nel selezionare questi cani. Tutto questo senza scopi politici, ma per contendersi il Trofeo a lui dedicato, ormai diventato il sogno di tanti di noi. Che questo sia di stimolo verso tutti gli appassionati per migliorare sempre più la nostra amata razza :
il Mastino Napoletano.
Ottobre 2007
Per gentile concessione del Sig. Philippe Le Nours
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