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Lo zinco - ZN

Lo Zinco si trova nel latte, nel fegato e nei frutti di mare

Lo zinco è presente nel nostro organismo in quantità pari a 2 - 3 grammi, è coinvolto in più di cento reazioni enzimatiche che regolano la produzione di energia, la sintesi e la riparazione tessutale, il sistema immunitario (in particolare accelera la sintesi del DNA leucocitario, stimola le funzioni dei leucociti T Helper, promuove la chemiotassi dei macrofagi), la neutralizzazione dei radicali liberi (entrando a far parte dei sistema enzimatico della superossido dismutasi) e inoltre fa parte della carbossipeptidasi pancreatica.
Lo zinco è presente nel muscolo, nell'osso, negli eritrociti, e in piccole quantità nel plasma.
Il contenuto di zinco del sangue è per il 75-88% intraeritrocitario e in questa sede è legato per la maggior parte all'anidrasi carbonica e in piccola parte alla superossidodismutasi, solo il 12 - 18% è lo Zn plasmatico
Viene eliminato nelle urine, nel sudore e in piccole quantità nel liquido seminale. La carenza di Zn può portare a disturbi del comportamento alimentare, alterazione della crescita, ipogonadismo. E’ stato ipotizzato che il ripristino di apporti adeguati di Zn possa avere degli effetti positivi sul comportamento alimentare e sul recupero del peso corporeo in pazienti affetti da anoressia nervosa (Safay, Kutty 1990), tanto da far supporre che la carenza di Zn potesse avere un ruolo patogenetico in questo genere di disturbi.
Una supplementazione di Zn in quantità superiore ai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti per la Popolazione Italiana) può portare a disturbi del sistema immunitario, deficit di assorbimento del rame, e successiva anemia, e a riduzione dei livelli di colesterolo HDL contrastando il benefico effetto dell'attività fisica sui livelli di colesterolo HDL (Mc Donald 1988; Haymes 1991).
Gli effetti dell'esercizio fisico sul contenuto corporeo di Zn sono diversi a secondo che si tratti di esercizio acuto, qualora ci si sottoponga saltuariamente ad esercizio intenso, o si tratti di esercizio cronico, cioè di esercizio praticato con continuità che permetta il verificarsi di tutti quegli adattamenti che sono propri dell'allenamento.
Un esercizio acuto può far aumentare o rimanere invariati i livelli plasmatici di Zn. Livelli aumentati sono stati evidenziati in seguito a un esercizio su cicloergometro condotto per 45 min al 75% della massima potenza aerobica (Ohno 1985), e al termine di una competizione sciistica della durata di 5 ore (Hetland 1975), mentre valori invariati sono stati riscontrati al termine di una corsa di 6 miglia (Anderson 1990); dopo due ore i valori risultavano diminuiti rispetto a quelli basali.
L'ipotesi formulata dai due Autori, per spiegare l'aumento dei livelli di zinco nel post esercizio è che alla base del fenomeno ci sia l'emolisi delle emazie che come abbiamo detto contengono la maggior parte dello zinco ematico.
Da uno studio di Anderson del 1988 è stato rilevato che l'esercizio intenso può incrementare le perdite di zinco con il sudore e con le urine. In conclusione possiamo dire che i dati sono ancora controversi e che per definire gli effetti dell'esercizio acuto sul contenuto plasmatico dello Zn sono necessari ulteriori e più approfonditi studi.
Le fibre e il cromo possono ridurne l'assorbimento; l'acido picolinico, derivato dal triptofano, presente nel succo pancreatico, complessa lo Zn alimentare rendendolo più facilmente assorbibile.
Categorie di sportivi a rischio di carenza di Zn sono gli atleti vegetariani puri o quelli che per mantenere un basso peso corporeo seguono diete irrazionali e/o monotone nelle scelte alimentari. In casi particolari può essere opportuna una integrazione farmacologica di Zn che però non deve mai superare i valori dei livelli raccomandati per la popolazione generale.

Fonte dal web: www.nonsolofitness.it - "A scuola di fitness", di Pierluigi De Pascalis - Ed. Calzetti Mariucci.

 

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