Google

Web difossombrone.it

Testa allergologici per l'uomo

Tenere un animale in casa può essere di grande compagnia per le persone sole e rappresentare un efficace metodo di responsabilizzazione per i bambini.
In Italia sono moltissime le famiglie che hanno un cane, un gatto, un uccellino in casa e qualcuna anche più di uno o uno di più specie. Purtroppo non sempre avere un animale in casa può essere d'aiuto; anzi, spesso può provocare reazioni allergiche nei conviventi a causa dell'inalazione dei loro peli o del contatto con saliva e urine (quando gli si dà da mangiare o quando si pulisce la lettiera, per esempio).
L'animale ideale per un soggetto allergico è sicuramente quello con poco pelo; per esempio si potrebbe pensare ad un acquario, anche se poi l'umidità potrebbe comunque provocare muffe. Sebbene si possa credere che l'allontanamento dell'animale per qualche giorno possa essere una prova sufficiente a stabilire se il soggetto è allergico oppure no, questo test fatto in casa ha scarso valore, poiché ci vogliono almeno 20 settimane perché gli allergeni lasciati da un animale domestico scompaiano ed i livelli siano identici a quelli delle famiglie senza animali in casa.
Il colloquio con il paziente affetto da allergia agli animali domestici è quanto mai complicato; questo soggetto, infatti, proprio per l'affetto e la condizione psicologica che lo lega al proprio animale, non ammetterà mai che è il suo cane o il suo gatto a provocargli la reazione allergica, anche per un problema di eventuale separazione che ne potrebbe scaturire. Quindi la diagnosi di allergia agli animali domestici va posta sostanzialmente facendo affidamento ai test cutanei o agli esami del sangue, sebbene una conferma definitiva possa venire soltanto dalla separazione del soggetto allergico dal suo animale.
L'unico trattamento veramente efficace ed immediato, come più volte ripetuto, sarebbe quello di allontanare il cane, il gatto, l'uccellino o altro dalla casa in cui vive un soggetto allergico.
Se questo non è possibile, bisogna almeno tenerlo fuori casa (per esempio in giardino, se ce ne è uno) o al massimo fuori dalla stanza da letto e magari limitare la sua presenza ad una sola stanza. I condizionatori installati in casa, inoltre, devono avere un filtro particolare che riesca a trattenere anche la particelle più piccole, altrimenti si avrà il solo risultato, maggiormente negativo, di diffondere l'allergene in tutte le stanze. Anche gli accessori dell'animale vanno tenuti lontano dal soggetto allergico (è bene ricordare che l'allergene si trova non solo nel pelo, ma anche nella saliva e nelle urine di gatti, cani e uccelli).

Se le crisi si aggravano sia in quantità che in grado di severità, l'allontanamento dell'animale è obbligatorio se non si vuole rischiare una insufficienza respiratoria.
Un soggetto allergico che va a far visita a persone che hanno un animale in casa deve essere preparato a questo incontro.

Lo specialista saprà consigliargli dei farmaci appropriati da assumere prima della visita (antistaminici, decongestionanti, broncodilatatori ...).
Un'altra soluzione è rappresentata dall'immunoterapia. Iniezioni progressive dell'allergene nel paziente, nell'arco di circa tre anni, possono indurre il sistema immunitario a non riconoscere più quella sostanza come estranea e quindi a non scatenare un'eccessiva risposta immunitaria. Il miglioramento dei sintomi può essere avvertito però già dopo circa 6 mesi dall'inizio della terapia. Chiaramente, per il rischio di un eventuale shock anafilattico, la terapia va effettuata sotto stretto controllo di uno specialista immunologo o allergologo.

Sono milioni gli italiani soggetti ad allergie; alcuni sottovalutano questa condizione perché i loro sintomi sono piuttosto lievi e non incidono fortemente sulla vita quotidiana.
Altri, purtroppo, sperimentano una condizione invalidante, perché costretti a casa o impediti nelle attività lavorativa e ricreativa o nelle relazioni sociali da riniti allergiche e crisi d'asma, da eczemi o dermatiti.
Sono proprio i pazienti appartenenti a questa seconda categoria che necessitano di più del consulto di uno specialista allergologo che potrà aiutarli a risolvere i problemi legati alle crisi allergiche.
Il primo passo verso la diagnosi di allergia è sempre il colloquio con il paziente.
L'allergologo cercherà di capire, durante il colloquio, i sintomi della reazione allergica, la loro intensità, la loro frequenza, ma anche in quali occasioni essi si presentano, indagando la vita familiare del paziente, la presenza eventuale di animali domestici in casa, abitudini alimentari e di vita. Il passo successivo consiste nella conferma della condizione allergica e nella ricerca dell'allergene che scatena la crisi.
I due tipi di esami che solitamente vengono condotti per accertarsi della presenza di un'allergia in corso sono i test cutanei e gli esami del sangue. Tutti possono effettuare test allergologici, adulti e bambini; sarà l'allergologo a decidere quale test è più adeguato all'età e al tipo di allergia sospettata nel paziente, alla sua storia familiare e alla sua storia clinica. Per quanto riguarda i rischi, ogni test allergologico può, potenzialmente, comportare rischi minimi, ma i test cutanei sono piuttosto sicuri da questo punto di vista. Soltanto in rari casi può verificarsi uno shock anafilattico.

I test cutanei

I test cutanei sono di due tipi, il test percutaneo ed il test intracutaneo. In un test percutaneo, i sospetti allergeni vengono strofinati o inseriti in una piccola incisione sulla pelle del paziente, solitamente quella dell'avambraccio; il test è condotto per più allergeni contemporaneamente e reazioni quali gonfiore moderato ed arrossamento rivelano la reazione agli allergeni presi in considerazione. In un test intracutaneo, invece, l'allergene viene iniettato direttamente sotto pelle; si tratta di un esame molto più sensibile e che, per questo motivo, potrebbe anche dare risultati falsati o produrre reazioni sistemiche. In genere i test cutanei non provocano problemi e non sono dolorosi, anche se un piccolo fastidio può essere avvertito, nei due casi, per il trattamento della pelle nei luoghi di iniezione e di strofinatura.
Il grande vantaggio dei test cutanei è l'immediatezza dei risultati, che giungono dopo circa 20 minuti dall'inizio del test. Bisogna, però, aspettare almeno altri 30 minuti per osservare eventuali reazioni più; forti all'allergene, soprattutto se si è effettuato un test intracutaneo. Solitamente non ci sono altre reazioni, ma talvolta possono presentarsi reazioni ritardate, che tendono a scomparire dopo circa 24-48 ore. In questo caso, però, bisogna comunque comunicarlo al medico.

L'esame del sangue

L'esame del sangue è principalmente volto alla ricerca, nel circolo sanguigno, di anticorpi agli allergeni specifici. Solitamente si effettua un test chiamato RAST (RadioAllergoSorbent Test, cioè test radioallergoassorbente) che cerca la quantità di IgE nel sangue in circolo (la presenza di immunoglobuline E è la conferma di una reazione allergica in atto).
Altri test effettuati sul sangue cercano la quantità di immunoglobuline (elettroforesi sierica) e la quantità di eosinofili (un aumento di eosinofili è un altro indizio a favore di un'allergia in atto). A differenza dei test cutanei, i risultati dell'esame del sangue richiedono diversi giorni di lavorazione perché il campione di sangue deve essere inviato in un laboratorio specialistico per essere analizzato e i risultati inviati al medico che ha effettuato il prelievo.

Altri esami

Vanno ricordati anche altri due tipi di test, il test di provocazione ed il test di eliminazione. Il primo implica l'esposizione del paziente al sospetto allergene, sempre sotto stretto controllo medico, in quanto questo esame potrebbe provocare una reazione severa, se non addirittura uno shock anafilattico.
Il secondo tipo di esame, invece, consiste nell'eliminare (soprattutto quando si tratta di allergie alimentari, ma anche nei casi di allergie agli animali domestici) per varie settimane la fonte che scatena l'allergia per provare ed avere conferma che sia proprio quello l'allergene che provoca la crisi. L'esame va effettuato in più sedute, anche perché dovrebbe essere condotto senza che il paziente sappia della sospensione di questo allergene, pena il condizionamento psicologico.

Disclaimer medico


Torna all'indice

Torna alla HOME PAGE - Torna alla CURA del CANE

Copyright © Difossombrone.it tutti i diritti sono riservati

Sito internet realizzato da VedaNet