COS'E'
LA PROCESSIONARIA?
La processionaria è un insetto lepidottero della famiglia dei
taumatopeidi. E' un parassita pericoloso soprattutto per pini (Pinus
Nigra e Pinus Silvestris) e querce a foglia caduca (Quercus robur e
Quercus peduncolata) anche se può, occasionalmente, colpire anche i
larici, i cedri, i noccioli, i castagni, i faggi, i carpini e le
betulle; le piante predilette dall'insetto sono, in ogni caso, giovani
(2-5 anni).
L'adulto della processonaria è una farfalla con ali larghe 3-4 cm, di
colore grigio con striature brune. La femmina è, in genere, poco più
grande del maschio. La loro vita è molto breve, di solito non dura più
di uno/due giorni.
L'insetto, una volta raggiunta la fase di maturità, fuoriesce dal
terreno, di solito durante il mese di luglio. Le femmine sono le prime
ad arrampicarsi sulle piante ad alto fusto, dove poi vengono fecondate
dal maschio. A questo punto, il lepidottero vola alla ricerca della
pianta più adatta per la deposizione delle uova.
EFFETTI DELLA PROCESSIONARIA SUGLI ANIMALI
La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei
confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l'erba o annusando il
terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che
ricoprono il corpo dell'insetto.
I sintomi che un cane presenta sono spesso gravi. Il primo
sintomo è l'improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento
processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma
meno grave dell'esofago e dello stomaco. Il fenomeno non accenna per
niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la
lingua, a seguito dell'infiammazione acuta, subisce un ingrossamento
patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da
soffocare l'animale.
I peli urticanti del bruco della processionaria, entrando in contatto
con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno
può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la
conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del animale,
febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest'ultima
può essere anche emorragica.
COME CURARE UN CANE CHE
PRESENTA I SINTOMI DEL CONTATTO CON IL BRUCO DELLA PROCESSIONARIA
La prima cura da apportare ad uno sfortunato cane colpito da
processionaria consiste nell'allontanare la sostanza irritante dal
cavo orale: per questo fine bisogna effettuare un abbondante lavaggio
della bocca con acqua!
E' dunque consigliabile fare uso di una siringa senz'ago con la quale
poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca.
Dopo questo primo intervento bisogna recarsi al più presto dal
veterinario.
COME COMBATTERE I BRUCHI
DELLA PROCESSIONARIA I METODI DI LOTTA
In Italia dal 1998 la lotta a questo insetto è obbligatoria (Decreto
Ministeriale 17.04.1998).
Questo pericoloso lepidottero può essere combattuto utilizzando
diversi metodi: innanzi tutto con appositi pesticidi, coi quali sarà
necessario irrorare le larve stesse e non i nidi: il bozzolo del nido
di processionaria infatti neutralizza l'efficacia del pesticida. Per
l'eliminazione delle larve morte, occorre comunque utilizzare la
massima cautela; anche se il metodo migliore consiste certamente nel
bruciarle, i residui carbonizzati risultano ugualmente urticanti,
perciò è da evitare il rimanere sottovento o nelle vicinanze del falò,
soprattutto con parti del corpo scoperte (compresi viso e occhi).
Altri metodi di lotta si possono classificare come segue: LOTTA MECCANICA: Consiste nella distruzione delle larve,
tagliando le cime. Si avvolge il tronco con del cellofan (prima della
discesa delle larve, che avviene in genere dalla seconda quindicina di
febbraio alla prima quindicina di marzo), si distribuisce uniformente
della colla entomologica e quando è satura la trappola si
sostituisce. LOTTA GUIDATA: Obbligatoria (D.M. 30/10/2007) e consiste
nell'uso di feromoni per catture massali. LOTTA BIOLOGICA E BIOTECNOLOGICA: La prima tecnica prevede
l'uso di prodotti a base di Bacillus thuringiensis, ssp.
kurstaki. Questa tecnica risulta difficile da attuare, o molto
costosa, quando gli esemplari di processionaria infestanti sono di
grandi dimensioni. Inoltre, vista la presenza di nidi sericei a
protezione delle larve di processionaria, non è detto che tutte
vengano raggiunte dal bacillo.
La seconda tecnica prevede, invece, l'uso di trappole sessuali
(trappole a feromoni). Queste trappole rappresentano il miglior metodo
di contrasto al lepidottero parassita. L'efficacia è dovuta sia alla
cattura di molti maschi, che non riescono più ad uscire dalla
trappola, sia al disorientamento degli stessi ad opera degli ormoni
sessuali femminili della trappola. Le trappole si posizionano nei mesi
di giugno e luglio, periodo di sfarfallamento degli esemplari adulti
di processionaria, ed ogni 3-4 settimane va cambiata la pastiglia del
principio attivo. Ogni 3-4 giorni va controllata la trappola per
vuotare il contenitore dove vengono intrappolati i bruchi di
processionaria.
Interessante è l'impiego della Formica rufa, uno dei pochi nemici
naturali di questo lepidottero. INTERVENTI CHIMICI: Uso di larvicidi contro il bruco della
processionaria, come il diflubenzuron. UTILIZZO DELLE ARMI DA FUOCO: É efficace, ma solo nel periodo
da dicembre a gennaio, quando le larve si riuniscono nei bozzoli per
sopravvivere alle basse temperature grazie all'effetto di gruppo. Non
sono i pallini da caccia che le uccidono direttamente, ma sparando il
bozzolo si lacera, il freddo penetra e l'abbassamento della
temperatura uccide le larve di processionaria nei mesi successivi.
I VARI TIPI DI
PROCESSIONARIA:
LA PROCESSIONARIA DEL PINO (Thaumatopoea Pityocampa);
LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA (Thaumetopoea
processionea).
LA PROCESSIONARIA DEL PINO
La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un insetto
dell'ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae.
Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul
terreno in fila, formando una sorta di "processione". Questo
artropode si trova nelle regioni temperate dell'Europa meridionale,
nel vicino Oriente e perfino nell'Africa settentrionale. E' uno degli
insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni
foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. Le
pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino
silvestre), ma è facile trovarne anche presso larici e cedri.
La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell'anno,
dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppelito
sotto terra. Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di
agosto; trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte
per deporre le uova. Ogni femmina di processionaria produce un
"ammasso" di uova che viene fissato ad un ago dell'albero
ospitante. L'ammasso può contenere fino a 300 uova, dalle quali dopo
almeno 4 settimane nascono le tipiche larve. Le uova sono
completamente ricoperte da scaglie provenienti dall'addome della
femmina di processionaria. Nonostante la modesta dimensione, le larve
di processionaria sono dotate di forti mandibole in grado di
fagocitare i duri aghi già subito dopo la nascita. In poco tempo,
spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di
nuovo nutrimento.
I bruchi di processionaria vivono in gruppo. Inizialmente sono nomadi,
spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma verso
ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l'inverno.
L'attività riprende in primavera e le processionarie, in genere verso
la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il
bozzolo. Trovatolo, lì si interrano ad una profondità variabile di
circa 15 cm. Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può
prolungarsi anche per uno o più anni. L'insetto, raggiunta la maturità
e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo.
La processionaria adulta è una falena con ali larghe 3-4 cm, di
colore grigio con delle striature marroni; la femmina è solitamente
di dimensioni lievemente maggiori del maschio.
La loro vita è molto breve: non più di 2 giorni.
Le femmine sono le prime a recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove
vengono in seguito fecondate dal maschio. Il
lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la
deposizione delle uova e il ciclo ricomincia.
LA PROCESSIONARIA DELLA QUERCIA
Gli adulti della processionaria della quercia sono farfalle notturne
molto simili alla processionaria del pino. Le larve sono di colore
grigiastro e anch'esse fornite di peli altamente urticanti. Tali
bruchi compaiono in aprile, hanno un'attività più intensa nelle fasi
crepuscolari e notturne del giorno e si spostano per alimentarsi
formando processioni irregolari. Durante il giorno le larve si
riparano dentro nidi appiattiti costruiti sui grossi rami o alla base
del fusto della pianta colpita dal parassita: la quercia a foglia
caduca.
Falena di processionaria della quercia Concluso lo sviluppo larvale,
avviene l'incrisalidamento entro un nido definitivo, solitamente posto
lungo il tronco della pianta ospite. La metamorfosi porterà ad una
nascita di una nuova falena tra luglio e settembre. I problemi causati
dall'insetto della processionaria della quercia sono equivalenti a
quelli della processionaria del pino. Per informazioni sui metodi di
interventro contro tale insetto valgono le stesse date per la
processionaria del pino.
PARTICOLARITA' SULLA "PROCESSIONE" DEL BRUCO DELLA
PROCESSIONARIA
Lo strano modo di spostarsi di questo bruco ne ha addirittura dato il
nome, esiste però una rilevante differenza tra i due tipi di
processionarie, quello della quercia e quella del pino.
La marcia nella processionaria della quercia viene guidata da un bruco
capofila, seguito da una seconda fila di bruchi disposti a coppia,
questi a loro volta sono seguiti da una formazione di tre bruchi e
ancora più indietro una formazione ordinata per quattro, e così via
fintando che la processione si allarga anche con quindici-venti
individui; dopo la massima ampiezza la processione decresce
assottigliandosi man mano ad un solo individuo.
Nella processionaria del pino, invece, i bruchi usciti dal nido in
cerca di alimentazione, si dispongono in fila Indiana, in modo che la
testa dell'uno venga a contatto con l'addome di quello che lo precede,
raggiungendo così processioni lunghe parecchi metri. E' possibile
inoltre che dallo stesso nido possono formarsi una o più processioni,
anche con direzioni diverse Entrambi, una volta sazi tornano a
riunirsi ripercorrendo la traccia sericea lasciata all'andata.
GLI EFFETTI SULL'UOMO E I
RIMEDI CONTRO LA PROCESSIONARIA
Chi incautamente tocca questi bruchi processionanti o maneggia i loro
nidi, o addirittura alcune foglie, dove possono trovarsi immagazzinate
spoglie, peli e frammenti di peli dei bruchi, si accorge subito della
loro proprietà urticante. I danni provocati dalla penetrazione dei
peli di processionaria nella nostra cute possono essere modesti o
assumere notevole gravità. Nella pelle dove si infiggono le setole o
i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso fortemente
pruriginoso che può scomparire dopo qualche giorno; mentre
conseguenze più gravi si hanno quando i peli o frammenti di essi,
giungono a contatto con l'occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio
ancora quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.
In particolare, in caso di contatto con la pelle:
Apparizione in seguito al contatto di una dolorosa eruzione cutanea
con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sì sulle parti della
pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo
sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli.
In caso di contatto con gli occhi: Rapido sviluppo di congiuntivite
(con rossore e dolore agli occhi). Se un pelo urticante del bruco
arriva in profondità del tessuto oculare, si verificano gravi
reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a cecità.
In caso di inalazione: I peli urticanti della processionaria irritano
le vie respiratorie. Tale irritazione si manifesta con starnuti, mal
di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà
respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento delle vie
respiratorie come si verifica per l'asma).
In caso di ingestione: Infiammazione delle mucose della bocca e
dell'intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito,
dolore addominale.
La prudenza dunque vuole che i bruchi processionanti non vengano mai
toccati, né i loro nidi aperti; anzi, si suggerisce, una volta
avvistati, allontanarsi immediatamente dalle piante infestate.
Chi dovesse presentare, oltre a sintomi localizzati, problemi
generalizzati, quali per esempio malessere o vomito, dovrà essere
portato subito in un ospedale.
La processionaria può portare a diversi problemi
In caso di dermatite: Lavare ogni vestito, maneggiandolo con i guanti,
e scegliere la temperatura più alta possibile per il lavaggio. Lavare
la pelle abbondantemente con acqua e sapone. Eventualmente è
possibile far uso di strisce adesive per staccare i peli urticanti
dalla pelle, come per una ceretta. Spazzolare energicamente i capelli
se necessario. Consultare un medico in caso di eruzione cutanea grave.
In caso di congiuntivite: Gli occhi devono essere risciacquati
abbondantemente per eliminare eventuali peli urticanti. Effettuare da
un oculista un esame per vericare che non permangano residui di peli
urticanti. I peli profondamente integrati nel tessuto oculare dovranno
essere rimossi chirurgicamente.
In caso di dispnea: La valutazione dei sintomi respiratori va
effettuata da un medico. Questo dispone un trattamento appropriato ai
sintomi. Il trattamento può includere antistaminici, corticosteroidi
e aerosol.
Consigli generali per combattere gli effetti negativi della
processionaria
Non grattare la parte irritata, per evitare una infezione batterica
dai germi presenti sotto le unghie o sulle mani.
Mettersi sotto una doccia calda (l'acqua elimina i resti urticanti
depositati sulle braccia o su altre parti del corpo). Evitare
l'ammoniaca. Il prurito permane per almeno 5 giorni, le vescicole per
2 settimane circa. Il dermatologo potrà consigliare creme a base di
cortisone (da mettere 2 volte al giorno) per calmare il prurito. Se si
produce anche una reazione allergica, si possono prendere farmaci
antistaminici per bocca (sempre su diretto controllo del medico
specialista), per 4-5 giorni.