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Traffico di cani
dall'Est: 12 a giudizio
( foto: www.metropolisweb.it
)
Novembre 2009
Dodici rinviati a giudizio dal Gup di Bologna Bruno Giangiacomo per un traffico di cuccioli di cane da paesi
dell'Est Europa, pagati poche decine di euro e rivenduti in Italia con falsi documenti per presentarli come animali
nati, cresciuti e selezionati in Italia. Le accuse vanno dal maltrattamento di animali, alla frode in commercio, truffa
e, solo per sette, all'associazione per delinquere.
I rinviati a giudizio sono un commerciante di animali di Casalecchio di Reno (Bologna), sua moglie, due dipendenti,
tre veterinari (uno dei quali dell'Ausl di Bologna) e alcuni allevatori. Per altri tre imputati gli atti sono stati
inviati a Milano per competenza territoriale. Uno degli indagati originali ha fatto l'abbreviato ed è stato
assolto, una cittadina slovacca ha patteggiato una anno e sei mesi di pena.
Il commerciante nel febbraio scorso era già stato condannato per una vicenda analoga.
Le Fiamme Gialle hanno così scoperto l'esistenza dell'organizzazione che importava illecitamente in Italia migliaia di cuccioli di
cane di razze pregiate e facilmente commercializzabili da Russia e Romania.
Gli animali venivano raccolti in Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, quindi entravano in Italia dai valichi con
l'Austria e la Slovenia e in seguito venivano smistati in centinaia di allevamenti e negozi del nord Italia. I
cuccioli venivano poi 'bonificati', cioé fatti passare come nati e cresciuti in strutture italiane. I cani erano
infatti provvisti di microchip e certificato di vaccinazione antirabbica contraffatti.
L'operazione consentiva di far lievitare il prezzo dei cuccioli, che venivano acquistati all'estero per 65 euro e
poi rivenduti sul mercato nazionale a circa mille. Con questo sistema, secondo le indagini della Guardia di
Finanza, tra 2002 e 2007, sarebbero arrivati oltre 70mila cuccioli, per un volume d'affari di oltre 70 milioni di
euro. (ANSA).
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