|
Critica aperta al "Modello
Darwiniano"
a cura di Federico Vinattieri
Se la "Teoria dell'evoluzione" fosse provata, non sarebbe una "teoria", ma un dogma scientifico.
L'essere vivente è una complessità irriducibile. Noi stessi siamo il prodotto di un "processo evolutivo" molto complesso. Questa affermazione nessuno si sognerebbe mai di metterla in dubbio, poiché è appoggiata dalla scienza ufficiale e oramai tacitamente adottata da tutto il mondo accademico.
Non sò come la pensate voi, ma io fin da bambino, in tutta la mia incoscienza, ho sempre avuto delle incertezze su questa fantomatica teoria evolutiva, e in qualche modo affermare che tutto l'Universo abbia avuto origine da un "botto" immenso chiamato "Big-Bang", mi ha sempre fatto ridere. Mai nessuno sarà in grado di provare quel che è accaduto, ma possiamo provare a capire più possibile cosa sappiamo sul "processo evolutivo" e su come è potuto accadere che da un "brodo primordiale" si sia giunti ad un essere consapevole e estremamente intelligente come l'essere umano. Tutta la teoria del "Big-Bang" è stata costruita in relazione, e per sostenere, la Teoria dell'evoluzione... senza evoluzione il Big-Bang non ha più alcun senso, e viceversa.
Non vorrei essere frainteso, non sono assolutamente un sostenitore del "creazionismo" e tanto meno un complottista, ma ho imparato a pormi dei quesiti che tutti coloro appassionati di scienza dovrebbero porsi.
Quando tanti anni fa iniziai ad interessarmi alla zoologia, alla biochimica, tramite i miei studi universitari pensavo di imbattermi inevitabilmente in testi che spiegassero, per filo e per segno, tutti i processi chimici e fisici che hanno condotto all'evoluzione, dalla prima "Monere", fino a giungere ai mammiferi. Con mio grande stupore non sono mai riuscito a trovare un testo che potesse fornirmi le nozioni utili e inopinabili di tali processi. Non esiste nessun testo al mondo che possa spiegare, passo dopo passo, l'evoluzione della vita sul nostro Pianeta, e tanto meno come sia nata questa vita. Il "Darwinismo" domina nei testi
scientifici, ed ha condizionato profondamente tutta la zoologia contemporanea.
Alla luce della biologia molecolare moderna, bisogna inevitabilmente modificare le nostre idee e le nostre nozioni su tutto il processo evolutivo. I risultati ottenuti in biologia molecolare ed in genetica hanno dimostrato che ciò che pretende l'evoluzionismo è discutibile... non dico sia tutto sbagliato, ma sicuramente opinabile. Sappiamo che la tanto blasonata "selezione naturale" ha un effetto stabilizzatore sulla vita, e questa è una delle nozioni provate dalla scienza e che può essere data per certa. E' uno sbaglio molto comune pensare che ogni forma di vita del passato, abbia poi dato origine a nuove forme di vita derivanti da esse; questo è un errore molto diffuso. Nessuno ha mai dimostrato che tutti gli organismi presenti sulla Terra in passato, abbiano poi dato origine a nuovi organismi più evoluti, e così via... La concezione che i mammiferi derivino dai Dinosauri è stata sfatata da tempo, anche se vi sono testi che inspiegabilmente ancora sostengono tale assurda ipotesi. L'osservazione di reperti fossili di organismi vissuti milioni di anni prima di noi, non prova assolutamente la nostra derivazione da loro. Noi mammiferi eravamo "animali interstiziali", ossia non eravamo altro che dei "grossi ratti", la cui derivazione è pressoché
misteriosa. Anche la stessa "radiazione dei mammiferi", postuma alla grande estinzione di massa dei rettili, non è mai stata spiegata scientificamente.
La teoria dell'evoluzione afferma che organismi primordiali, privi di nucleo cellulare, si siano pian piano evoluti nel corso di milioni di anni, fino alla creazione
dell'Homo sapiens. Pur sapendo che questa teoria ha infiniti anelli mancanti e ha delle immense lacune che nessuno è mai riuscito a spiegare, è stata comunque accettata dalla scienza ufficiale. Lo studio della genetica ha ampiamente dimostrato che questa Teoria è ridicola e del tutto impossibile. Ogni organismo ha la sua complessità. La vita è dunque un meccanismo estremamente complesso, fatto da complicatissime reazioni chimiche e specifiche aggregazioni fisiche. L'evoluzione biochimica quindi non c'è mai stata? Nessuno può rispondere a questa domanda, possiamo solo dire che probabilmente c'è stata, ma non è mai stata provata. C'è da considerare il fatto che anche la forma di vita più semplice, un batterio ad esempio, è comunque una forma di vita molto molto complessa.
Dobbiamo renderci conto che la teoria evoluzionistica sta vacillando e ciò che riportava Darwin sul suo famoso testo intitolato
"l'origine della specie", comincia a perder colpi. Un bravo scienziato è colui che trae le proprie conclusioni da dati sperimentali e dall'osservazione, pertanto oggi abbiamo compreso che, non essendoci "pezze d'appoggio" che diano prova di questa Teoria, possiamo dunque affermare che l'evoluzione non è una scienza, ma una sorta di filosofia. Ciò che viene accettato come "prova" dell'evoluzione è il fatto, universalmente accettato, che ogni organismo ha dei "genitori", o almeno un genitore. Questo è un fatto, ma questo fatto perde il suo significato ed il suo sostegno scientifico, quando si pensa al primo essere, i cui genitori non erano come quell'essere stesso. Per chiarire meglio, quando apparve il primo "pesce", secondo la teoria dell'evoluzione, aveva genitori che non erano pesci, e questo "paradosso scientifico" non sappiamo ancora assolutamente spiegarcelo.
I dati a nostra disposizione non ci danno prova di questo stravolgimento, anzi, al contrario, la scienza della genetica mostra che questo cambiamento non è possibile. Addirittura si è arrivati a dire che gli esseri viventi potrebbero derivare da materia non vivente, quindi "inorganica", che si è poi modificata, altra teoria assolutamente infondata.
Ma se non abbiamo dati a riprova della teoria dell'evoluzione, com'è stato possibile che sia stata presa in considerazione dalla scienza ufficiale? Perché non vi è una alternativa possibile o quanto meno probabile, che possa sostituire tale "linea guida" per gli scienziati.
L'Origine delle Specie - noto testo di Charles
Robert Darwin, pubblicato il 24
novembre 1859
Urge far chiarezza su tre concetti distinti. In zoologia vi sono tre voci che determinato tre differenti processi scientifici: IPOTESI, TEORIE e LEGGI.
Vediamo di distinguere questi termini, dandone le adeguate definizioni.
Si parla di "ipotesi", quando si tratta di congetture provvisorie che gli scienziati si propongono poi di verificare con le proprie ricerche. Queste ipotesi possono avere basi distinte, ossia possono essere basate sull'esperienza precedente di un ricercatore o possono essere basate su informazioni rinvenute dalla lettura critica della letteratura scientifica. La ricerca procede via via che le osservazioni ed anche i risultati sperimentali, generano ipotesi inedite e nuovi quesiti. Se un'ipotesi non viene quindi confutata da successive verifiche e conferme scientifiche, verrà poi accantonata e considerata una semplice descrizione provvisoria di un determinato processo naturale.
Vi è una bella differenza invece quando si parla di "teoria". Mentre, come abbiamo detto, le ipotesi sono solo "idee provvisorie" e quindi possiamo classificarle come "congetture", le teorie sono concetti accettati o spiegazioni di uno o più fenomeni naturali. Sono pertanto quei concetti che hanno una qualche probabilità di essere veri, ma nessuna certezza scientifica assoluta. Oltre alla teoria dell'evoluzione, possiamo fare l'esempio di un'altra teoria estremamente famosa anch'essa, ossia quella della "relatività" di Albert Einstein, la quale, come quella di Darwin ha resistito fino ai nostri giorni, non perché sia mai stata provata, ma soltanto perché non si può dimostrarne il contrario.
Le teorie possono e devono (o almeno dovrebbero) essere quindi rielaborate, se e quando vengono alla luce nuove scoperte.
Poi ci sono le "leggi", e qui tutto cambia. Quando si parla di legge, non vi è niente di opinabile, poiché si tratta di descrizioni di fenomeni naturali che non variano. Quale esempio più azzeccato delle famose "leggi di Mendel". Le stesse "leggi della natura" di cui tanto sentiamo parlare, sono condizioni che non possono variare, e quando si cerca di
distorcerle a nostro piacimento, si va sempre ed inevitabilmente in contro a gravi conseguenze. Anche le leggi possono avere le loro "eccezioni" sì è vero, ma anche tali eccezioni possono essere provate e comprovate.
Quindi quello di Darwin è un "modello teorico", una teoria che non può essere dimostrata concretamente.
Solo con le mutazioni forse, la teoria dell'evoluzione, un po' forzatamente, può essere sostenuta. Mutazioni che hanno agito in concomitanza con i geni regolatori dello sviluppo, i
cosiddetti "geni architetto", che hanno la capacità di variare la forma dell'organismo. Il tutto ancora da provare. Ma la natura è programmata per proteggere i geni dalle alterazioni, quindi solo le mutazioni selezionate dall'uomo sono state forzatamente fissate, e ne abbiamo esempi validissimi nelle tante razze di animali domestici.
C'è da considerare anche che tutte le mutazioni che si sono fissate naturalmente, nell'essere umano ad esempio, sono neutre o dannose, ma non hanno mai portato benefici e quindi è difficile poter sostenere la teoria evoluzionistica basandosi sulle mutazioni. La varietà è portata da quella che in scienza si chiama "deriva genetica".
Una specie dunque si può evolvere in un'altra specie del tutto nuova? Se vi fosse una persona che potesse dare una risposta completa, e con relativa minuziosa motivazione scientifica, a questa domanda, vincerebbe il Premio Nobel con estrema facilità.
Le centinaia di immagini congetturali sulla presunta evoluzione della specie, sono quindi una sorta di ipotetica traccia, ma mai una conoscenza sicura di un fatto.
Charles Robert Darwin, ed
una celebre pagina da lui redatta
A parte che per le specie estinte, in tutti gli altri reperti fossili recuperati, possiamo osservare creature del tutto identiche a quelle attuali, e non vi è alcuna traccia di forme intermedie tra una specie e la specie da cui deriva.
Lo stesso Darwin aveva dei dubbi sulla sua teoria, dubbi che ha più volte onestamente espresso nei suoi scritti. Il fatto di basare una buona parte delle prove di questa sua teoria su dati embriologici è oggi comunque insufficiente per sostenere la teoria stessa. Dunque le paure di Darwin si sono
concretizzate negli ultimi decenni. Da circa 150 anni gli scienziati cosiddetti "evoluzionisti" hanno scavato negli strati geologici della Terra, ma non è mai stata trovata nemmeno una sola forma intermedia di specie, mentre secondo la teoria dell'evoluzione dovrebbero essercene milioni, se non miliardi.
Quindi l'evoluzione graduale e la transizione tra le specie non è mai stata provata, e fino a che non verranno recuperati reperti che dimostreranno il contrario, la scienza ufficiale non può avallare questa teoria, ma solo ritenerla "probabile". Darwin dichiarò che la sua teoria non poteva essere provata poiché i reperti fossili del suo tempo erano insufficienti, ma oggi, dopo tanti anni e con la tecnologia al nostro servizio, ci siamo resi conto che nessun nuovo reperto fossile è riuscito a confermare quel che lui riteneva ovvio. Oggi il problema è paradossalmente l'opposto, si hanno molti reperti, ma tutti più o meno similari tra loro; specie esistite decine di milioni di anni fa, sono esattamente identiche a quelle odierne, questo rapporto di uguaglianza non si evidenzia soltanto per quelle oramai estinte, come i dinosauri e specie analoghe. Dai tempi di Darwin ad oggi, sono stati raccolti un qualcosa come 100 milioni di fossili, appartenenti a circa 250 mila specie, ma il problema è che tra queste non c'è nemmeno una sola
"forma intermedia". La totale assenza di forme transitorie fossili, dimostra che è logicamente impossibile che queste forme di vita presunte, possono emergere all'improvviso nei ritrovamenti futuri... è statisticamente impossibile.
E' anche vero però che "la mancanza di una prova, non è la prova di una mancanza"; ma in questo caso non si tratta di una prova, ma di milioni di prove che dovrebbero esistere, ma che invece non ci sono.
<< Non c'è alcuna necessità di continuare a giustificarsi con la scarsità di reperti fossili... in qualche modo essi ora sono ricchi in modo quasi ingestibile, e la scoperta sta superando l'integrazione; i reperti fossili tuttavia continuano a presentare principalmente lacune. >>
- questa è una famosa affermazione dell'emerito Professor Thomas Neville George, della prestigiosa Glasgow University, e venne scritta nel 1960, nel testo "Fossils in evolutionary perspective" (Science Progress, vol. 48, pag. 1-3).
Dove sono i precursori evolutivi delle specie attuali? Non esistono... non sono mai esistiti... sono esistiti ma ancora mai ritrovati... Forse non lo sapremo mai. L'evidenza è oggi evidente!
Dal primitivo al più sviluppato, gli esseri viventi non hanno subito alcun processo di transizione.
Allora in definitiva tutta la teoria darwiniana è contestabile? Non nella sua totalità, ma indubbiamente sì, ed in più punti. L'elenco degli scienziati di fama mondiale (genetisti, paleontologi, geologi, zoologi, ecc...) che mettono in dubbio la teoria, è lunghissimo. Vi sono, anche in rete,
centinaia di articoli in merito, pubblicati anche su autorevoli riviste internazionali.
Molti testi riportano questa frase: "qualsiasi albero filogenico che rappresenti le linee evolutive di gruppi così ampi e diversi, è in larga misura ipotetico; senza testimonianze fossili dirette delle specie transitorie, è quindi impossibile tracciare un quadro inoppugnabile della filogenesi dell'intero Regno
animale".
Leggendo tantissimi articoli su questo argomento, e seguendo alcune conferenze on-line, mi sono reso conto che oggi vi sono tre correnti di pensiero:
1) i "conservatori", che restano comunque un numero considerevole di persone, e sostengono tutt'oggi che la teoria di Darwin è ancora validissima e che in sostanza deve restare la "colonna vertebrale" della zoologia e quindi della nostra storia;
2) i "riformisti", che sono la maggioranza, i quali pensano fermamente che la famosa teoria vada riformata, poiché ha perso il suo contenuto empirico, prendendo le parti sostenute da prove, e modificando, integrando e rivedendo il restante che ancora non ha una conferma a livello scientifico;
3) i "rivoluzionari", i quali pur essendo un numero irrisorio, che sono assolutamente convinti che la teoria dell'evoluzione vada totalmente rivoluzionata di sana pianta e che vada sostituita con un'altra teoria più avanzata, che di fatto ingloberebbe anche la
teoria darwiniana e la svilupperebbe in una molto più generale.
Come la penso io?
Penso che quando un programma di ricerca non riesce più a "coprire" e spiegare le anomalie evidenziate con l'avanzare degli anni, con l'avanzamento tecnologico e rinvenute con le nuove scoperte, è normalissimo pensare che tale programma vada cambiato o quanto meno modificato. Sembra sia una
sconcertante alterazione il voler cambiare una teoria redatta circa 150 anni, ma a me sembra un passaggio lecito, doveroso e perfettamente normale.
La scienza deve andare avanti. Quindi personalmente mi riconosco sicuramente tra i "riformisti".
Basiamoci per un attimo solo sui fatti incontestabili.. e quali sono questi fatti? Sappiamo che, sono comparse specie sulla Terra con la stessa struttura e le stesse caratteristiche che hanno i corrispondenti viventi oggi. Alcune si sono poi estinte, ed altre si sono conservate. Questo ci indicano i reperti fossili. Niente di più. Tutto il resto sono affermazioni del tutto opinabili, chiamate giustamente "teorie".
Quando e se la teoria dell'evoluzione diverrà "legge scientifica", cosa che dubito fortemente, sarò pronto a porre ai fervidi conservatori del modello redatto da Darwin, le mie scuse più solenni.
a cura di Federico Vinattieri
Questo articolo è protetto dalle Leggi Internazionali di Proprietà.
E' PROIBITA la sua riproduzione totale o parziale, all'interno di qualsiasi mezzo di comunicazione
(cartaceo, elettronico, ecc.) senza l'autorizzazione scritta dell'autore.
|