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La cellula staminale
Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di
trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo.
Molti ricercatori sostengono che le cellule staminali potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina,
permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi.
Esistono quattro tipi di cellule staminali:
Una singola cellula staminale totipotente può svilupparsi in un intero organismo e persino in tessuti
extra-embrionali. I blastomeri posseggono questa proprietà.
Le cellule staminali pluripotenti, come le iPs, possono specializzarsi in tutti i tipi di cellule che troviamo in un
individuo adulto ma non in cellule che compongono i tessuti extra-embrionali.
Le cellule staminali multipotenti sono in grado di specializzarsi unicamente in alcuni tipi di cellule.
Le cellule staminali unipotenti possono generare solamente un tipo di cellula specializzata.
Le cellule staminali si classificano anche secondo la provenienza, come adulte o embrionali.
Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate reperibili tra cellule specializzate di un tessuto specifico
e sono prevalentemente multipotenti. Queste sono tuttora già utilizzate in cure per oltre cento malattie e
patologie. Sono dette più propriamente somatiche, perché non provengono necessariamente da adulti ma
anche da bambini o cordoni ombelicali.
Le cellule staminali embrionali sono ottenute a mezzo di coltura, ricavate dalle cellule interne di una blastocisti.
La ricerca sulle cellule staminali embrionali è ancora ai primi stadi: fare ricerca con cellule umane di questo
tipo è una questione controversa: l'utilizzo di cellule staminali embrionali ha sollevato un grosso dibattito di
carattere etico. Difatti per poter ottenere una linea cellulare (o stirpe, o discendenza) di queste cellule si
rende necessaria la distruzione di una blastocisti, un embrione non ancora cresciuto sopra le 150 cellule; tale
embrione è ritenuto, da molti, un primitivo, od almeno potenziale, essere umano, la cui distruzione equivarrebbe
all'uccisione di un essere umano già concepito. Il dibattito vede dunque contrapposti coloro che preferiscono
adottare, proprio per la mancanza di certezze sul momento in cui possa individuarsi la nascita dell'"essere umano", una
posizione prudente e contraria all'utilizzo degli embrioni umani per fini di ricerca, e coloro che condividono e
sostengono la necessità di ricerca sulle cellule embrionali umane pur essa implicando la distruzione
dell'embrione.
Cellule staminali ottenute da sangue del cordone ombelicale
Il sangue residuo della placenta e del cordone ombelicale costituisce una fonte di cellule staminali emopoietiche
adulte. Dal 1988 queste cellule staminali da cordone ombelicale sono impiegate per curare il morbo di Gunther, la
sindrome di Hunter, la sindrome di Hurler, la leucemia linfocitica acuta e molte altre patologie che interessano in
particolare i bambini. Il sangue ¨¨ raccolto dal cordone ombelicale - sia in caso di parto spontaneo che di taglio
cesareo - facendo un prelievo (in circuito chiuso sterile) dalla vena ombelicale. Una volta raccolto, ne viene
calcolato il volume e la quantità di globuli bianchi, che non devono essere inferiori, rispettivamente, a 60 ml e
800 milioni (la quantità dei bianchi minimi alla raccolta è spesso diversa da banca a banca,
è però comunemente accettato il fatto che ad unità congelata non debbano essere inferiori a 800 milioni).
Questo sangue non viene analizzato direttamente per agenti infettivi, in quanto gli esami sierologici vengono
effettuati sulla partoriente, al parto e a sei mesi dalla donazione. Viene eseguita per¨° la caratterizzazione HLA
per determinare se il ricevente sia compatibile o meno con il tessuto ricevuto. I risultati della tipizzazione HLA
vengono pubblicati su dei database mondiali - per es. BMDW - accessibili da centri trapianto autorizzati per poter
"avviare" una ricerca di tessuto compatibile con il proprio paziente. Il sangue da cordone subisce trattamenti ed
è deprivato dei globuli rossi prima di essere conservato in azoto liquido alla temperatura compresa tra -130 e
-196¡ã centigradi per un futuro utilizzo. Al momento del trapianto il sangue viene scongelato, vengono filtrate le
sostanze criopreservanti e somministrato al paziente per endovena.
Questo genere di terapia, in cui le cellule staminali sono ottenute da un donatore estraneo,
è detta allogenica. Quando le cellule sono ricavate dallo stesso paziente sul
quale saranno utilizzate è detta autologa e quando provengono da individui identici,
è chiamata singenica.
Il trasferimento xenogenico tra diverse specie è molto poco sviluppato e si ritiene abbia scarse possibilità.
In Italia la conservazione per uso "personale", o più precisamente per uso intrafamiliare, ¨¨ consentita solo
nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, nella fratria o nei genitori del neonato stesso,
delle patologie che abbiano l'indicazione al trapianto con cellule staminali da sangue placentare. In questo caso si
parla di donazione dedicata (o più propriamente, di uso autologo e uso allogenico correlato) ed
è sufficiente presentare un certificato medico degli specialisti che seguono la persona malata.
Per le donazioni dedicate i criteri di selezione e di esclusione dell'unità dalla raccolta e dal congelamento
sono meno rigidi rispetto alle comuni donazioni.
In caso diverso è¨ comunque consentito, previa autorizzazione delle autorità competenti
(vd Ordinanza ministeriale del 13 aprile 2006 pubblicata su G.U. del 9 maggio 2006), raccogliere il sangue placentare e spedirlo
all'estero per la criopreservazione presso laboratori privati.
Ricercatori in Corea del Sud hanno annunciato nel novembre del 2004 di aver sperimentato con successo terapie basate su
cellule staminali multipotenti (somatiche) da cordone per permettere ad una donna paralizzata di camminare con l'aiuto
di un tutore. Ciò è stato reso possibile isolando le cellule staminali dal cordone ombelicale e iniettandole
nella zona danneggiata della colonna vertebrale della paziente. Il lavoro è
stato svolto dal professor Song Chang-hun della Chosun University, dal professor Kang
Kyung-susn della Seoul National University, e dalla Seoul Cord Blood Bank.
Cellule staminali adulte
Cellule staminali sono presenti anche negli adulti.
Le cellule staminali adulte sono cellule non specializzate che si riproducono giornalmente per fornire alcune
specifiche cellule: ad esempio 200 miliardi di globuli rossi sono generati ogni giorno nel corpo da cellule staminali
emopoietiche. Fino a poco tempo fa si pensava che ognuna di queste cellule potesse produrre unicamente un tipo
particolare di cellula: questo processo è chiamato differenziazione (vedi morfogenesi). Tuttavia negli ultimi
anni si sono avute prove che le cellule staminali possono acquisire molte forme differenti:
è noto che cellule staminali nello stroma del midollo osseo possono trasformarsi in cellule epatiche, neurali, muscolari, renali
e follicolari.
Le cellule staminali adulte potrebbero anche essere più versatili. Ricercatori alla New York University School of
Medicine hanno estratto cellule staminali dal midollo osseo di topi che loro dicono essere pluripotenti. Trasformare un
tipo di cellula staminale in un altro si chiama transdifferenziazione.
Utili fonti di cellule staminali adulte sono in realtà localizzabili in tutti gli organi del corpo. Ricercatori
alla McGill University di Montreal hanno ricavato cellule staminali dalla pelle capaci di specializzarsi in molti tipi
di tessuto, compresi neuroni, cellule muscolari lisce e cellule adipose. Esse sono
state trovate nel derma, lo strato più profondo della pelle: queste cellule
staminali giocano un ruolo centrale nella rimarginazione di piccoli tagli. Si ritiene che anche i vasi sanguigni, la
polpa dentaria, l'epitelio digestivo, la retina, il fegato ed anche il cervello contengano cellule staminali, utili per
la rigenerazione dello stesso sistema nervoso centrale, cervello e midollo spinale.
Fonte: http://it.wikipedia.org
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