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L'acquisto del primo cane e le cautele da adottare
a cura di Dario Sgroi
Il cane da Pastore tedesco, come detto, è un'esemplare canino facente parte di una razza appositamente costituita per essere a completo servizio dell'uomo: spiccata attitudine in particolari attività lavorative, funzione di sorveglianza, guardia e difesa o più diffusamente in funzione ausiliaria. Un cane di razza con tali prerogative non si può scegliere in modo superficiale, o addirittura tramite transazioni in e-commerce (commercio elettronico a distanza) o per intervento di terze persone (regalo, improvvisata, ecc, ecc).
Gli acquisti a distanza evidentemente ritengono superflui i rapporti che dovrebbero intercorrere fra cinofilo ed allevatore, e palese risulta l'esclusivo fine commerciale: non è questo l'appropriato modus operandi di chi allevatore, dovrebbe proporsi innanzitutto come profondo estimatore del cane da pastore tedesco. La presa in carico di un cane di razza da parte del cinofilo passionista, dapprima prevede l'acquisizione di un esemplare che possa dirsi effettivamente un buon rappresentante dell'etnia canina d'origine, aderendo ai dettami cinologici come espressi nello standard della razza.
Non si acquista un cane da pastore tedesco come fosse un genere commerciale inanimato: un'automobile, delle scarpe, un PC o quanto altro.
L'allevatore oltre ad aver cura del proprio operato di selezione cinotecnica deve essere conscio del fatto di offrire al cinofilo un esemplare perfettamente aderente ai canoni raziali come da standard, senza difetti di sorta. Ha inoltre il non facile compito di supportare il cinofilo anche a posteriori , guidandolo adeguatamente durante la fase di crescita del cucciolo. L'allevatore attraverso la conoscenza del bagaglio genetico dei soggetti che alleva o utilizza a fini riproduttivi deve provvedere ad una sana selezione raziale.
I diritti/doveri dell'allevatore non terminano qui, bensì la cessione del proprio prodotto d'allevamento deve corrispondere all'effettive capacità ricettive e considerando persino le potenziali attitudini del cinofilo richiedente.
Non si deve cedere un cane da pastore tedesco a chi non ha l'esperienza, o meglio, la possibilità di poterlo accudire in modo appropriato (art. 21 del Codice etico dell'allevatore: "assicurarsi che l’acquirente si renda conto della responsabilità di detenere un cane e sia conscio delle caratteristiche morfologiche e comportamentali della razza").
Il solo fatto di poter dar seguito alla transazione tra le parti (acquisizione del bene a fronte del controvalore economico richiesto), non è tutto, in quanto concorrono altri elementi o requisiti che l'allevatore è tenuto a considerare, fra i quali l'effettiva capacità psico-fisica del cinofilo, l'ambiente di destinazione, gli eventuali utilizzi del cane, ecc, ecc).
Al contrario, si riscontrano dei casi dove il cinofilo (quasi sempre novizio della razza) dalla transazione non ha ottenuto la soddisfazione richiesta ("allevatore" oggi è un termine alquanto abusato).
Non è infrequente riscontrare nella quotidianità odierna da parte di numerosi cinofili una palese delusione delle aspettative sebbene venga spesa una cifra più o meno confacente all'ottenimento di un cucciolo sano, in possesso di buoni pregi razziali.
Codice etico dell'allevatore (da sottoscrivere all'atto della concessione dell'affisso cinofilo
ENCI).
La serietà e la scrupolosità nell'allevare il cane da pastore tedesco sono i soli presupposti che gli operatori del settore tengono in considerazione: il ritorno economico derivante da questa attività è proporzionale alla fatica ed ai sacrifici ai quali essi incorrono giornalmente.
La maggiore gratificazione di questo impegno consta nel dotare i cinofili di un animale d'affezione sano e costituzionalmente confacente ai dettami della razza.
Nella gran parte dei casi tali regole dettate dal buon senso purtroppo non vengono assolutamente osservate. Si preferisce agire diversamente, producendo esemplari canini (seppur dotati di pedigree nella migliore delle ipotesi) senza osservare le più elementari cautele di cinotecnia applicata.
A fare le spese di tali scellerati comportamenti è la razza del cane da pastore tedesco in primis, di conseguenza segue l'ignaro cinofilo novizio che molto spesso avrà l'arduo compito di dover provvedere ai disagi che possono derivare da una conduzione allevatoriale poco ortodossa (ricorrenti visite presso il veterinario di zona, costi gravati da medicine e visite specialistiche, adozione di alimenti particolari, interventi chirurgici, ecc. ecc.).
Il buon senso impone di riferirsi agli specialisti del settore. Esperti ed affermati allevatori ai quali potersi affidare concretamente, senza temere di venir disattesi delle proprie aspettative e quindi ottenere il tanto desiderato esemplare di cane da pastore tedesco di qualità!
"Una sana passione cinofila improntata verso una particolare razza canina la si può principiare e sviluppare solo dotandosi d'un esemplare che rappresenti appieno le peculiarità raziali come da standard".
Dario Sgroi
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