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Trattamento delle
malattie da Rickettsie
Tutte le rickettsiosi richiedono la chemioterapia specifica
e le terapie collaterali. Sono qui riportate le misure consigliabili per
tutte le infezioni; le variazioni sono descritte oltre per ehrlichiosi,
rickettsiosi varicelliforme, febbre Q e febbre delle trincee.
Se la terapia è intrapresa subito, al primo comparire dell'eruzione, si ha
un pronto regresso di segni e sintomi. Poiché pazienti con FMR non trattata
possono giungere in punto di morte o morire prima che i dati sierologici
definitivi siano disponibili, bisogna avviare la terapia non appena si
formuli la diagnosi di presunzione. Un miglioramento clinico evidente si
nota per solito entro 36-48 h, con defervescenza in 2-3 gg. Nello
tsutsugamushi la risposta è anche più vistosa.
Tetracicline e cloramfenicolo sono particolarmente efficaci, ma sono
rickettsiostatici, non rickettsicidi. I protocolli ottimali comprendono una
dose orale iniziale di tetraciclina 25 mg/kg o di cloramfenicolo 50 mg/kg.
La stessa dose si somministra poi quotidianamente, suddivisa in parti uguali
assunte a 6-8 h di intervallo, finché il paziente non migliori e non
rimanga apiretico per circa 24 h. Nei pazienti che siano troppo gravi
per assumere farmaci orali si usano preparati EV.
Nei pazienti in cui la terapia viene cominciata tardi, il miglioramento è
più lento e la febbre è di durata maggiore. Pazienti gravemente malati con
una patologia da rickettsie del tifo e febbre maculosa hanno spesso collasso
circolatorio, oliguria, anuria, iperazotemia, anemia, iponatriemia,
ipocloremia, edema e coma. Nei pazienti con malattia lieve o modica tali
alterazioni sono assenti, il che rende la terapia notevolmente meno
complicata. I soggetti in condizioni critiche, che abbiano avuto la prima
visita in una fase avanzata di malattia, possono assumere dosi elevate di
corticosteroidi assieme agli antibiotici specifici per circa 3 gg.
I pazienti gravemente affetti da FMR e da tifo epidemico possono presentare
un marcato aumento della permeabilità capillare negli stadi avanzati;
bisogna somministrare liquidi EV con attenzione, per evitare il
peggioramento dell'edema polmonare e cerebrale. L'eparina non viene
raccomandata per i pazienti con coagulazione intravascolare disseminata.
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