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Mancata fusione del processo anconeo ( UAP )
( foto di Federico Vinattieri per difossombrone.it )
Nelle razze pesanti il processo anconeo presenta un centro di ossificazione autonomo: una cartilagine di accrescimento lo collega con il resto dell’ulna.
Il processo anconeo è una porzione dell’ulna che delimita la grande incisura semilunare, la quale a sua volta si articola con l’omero.
La fusione con l’ulna avviene tra gli 84 e i 164 giorni, circa nel 4° mese di età.
Per la mancata fusione esistono diverse teorie: una di tipo meccanico, con traumi di diversa entità che agiscono sul processo anconeo non ancora totalmente calcificato; ciò determina una frattura a livello della fisi.
Una seconda teoria parla della chiusura precoce della cartilagine di accrescimento distale dell’ulna; il radio cresce in misura maggiore e più rapidamente rispetto all’ulna e crescendo forza sul condilo mediale dell’omero, che a sua volta trasmette la spinta al processo anconeo. Questo, non essendo ancora fuso con l’ulna, se ne distacca.
La terza teoria ritiene che un ritardo nel processo di ossificazione encondrale
(osteocondrosi) della fisi di accrescimento del processo anconeo possa contribuire alla debolezza strutturale del processo e al suo distacco in seguito alle sollecitazioni meccaniche articolari.
Anche in caso di UAP, l’insorgere della malattia determina un risentimento algico con una zoppia di 1° o 2° grado, di solito intorno ai 5 mesi.
La diagnosi che avviene mediante esame radiografico
Quando la patologia è bilaterale la sintomatologia è meno appariscente e spesso porta a diagnosi tardive, con artrosi ormai avanzata.
Anche in questo caso è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, mediante il quale si provvederà all’asportazione del frammento o alla sua fissazione tramite vite.
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