Google

Web difossombrone.it

Sindrome di Ménière

La sindrome è caratterizzata da una tipica triade sintomatologica:

  • Vertigini oggettive (rotatorie, violente, a crisi, della durata di ore/giorni)

  • Ipoacusia percettiva (perdita di udito dovuta a danni dell'orecchio interno)

  • Acufeni soggettivi e senso di orecchio pieno.

Le cause

Pare essere causata da una alterazione della produzione e del riassorbimento dei liquidi labirintici (dell'endolinfa). I sintomi sono dovuti all'insorgenza di un idrope (accumulo di liquido) endolinfatico che interessa entrambi i labirinti.
La vertigine è rotatoria (oggettiva), improvvisa, molto intensa e accompagnata da nausea, conati di vomito, pallore, sudorazione e tachicardia; non esistono, invece, segni e/o sintomi neurologici. Le vertigini hanno durata varia (da qualche ora sino a 1-2 giorni), possono assumere carattere subentrante, oppure ripetersi soltanto a notevole distanza di tempo.

Mèniére cocleare: talvolta l'idrope si localizza prevalentemente al labirinto cocleare (devoluto alla funzione uditiva) configurando la MÉNIÈRE cocleare o blocco cocleare acuto. In questi casi i sintomi uditivi prevalgono su quelli vertiginosi.


Diagnosi

La diagnosi della sindrome di Mèniére si avvale, oltre che dell'esame obiettivo (la visita) che evidenzia il tipico nystagmo spontaneo (movimento anomalo involontario degli occhi) anche di una nutrita serie di accertamenti strumentali (audiometria, impedenzometria, ABR, risonanza magnetica).
La malattia deve essere ben differenziata da altre forme di vertigini (vedi tabella); alcune sono del tutto benigne (vertigini posizionali, vertigini posturali, ecc...) ma altre ben più gravi (neurinoma dell'acustico, sclerosi multipla, tumori e disturbi circolatori ischemici endocranici).

La terapia medica

Nella malattia di Mèniére dovrà essere in primo luogo attuata una terapia medica; solo nel caso del suo fallimento si dovrà fare ricorso alla terapia chirurgica.

Nei protocolli terapeutici tradizionali si utilizzano farmaci che appartengono a quattro categorie:

  • Diuretici osmotici (mannitolo, glicerolo): si somministarno mediante fleboclisi ed agiscono richiamando liquidi dall'interno degli organi del labirinto; nelle vertigini, infatti, è frequentemente presente un "accumulo" di liquidi nel labirinto (idrope labirintica).

  • Sedativi della funzione labirintica (bloccano gli impulsi anomali generati dal labirinto ammalato).

  • Antiemetici (agiscono contro il vomito).

  • Cortisonici (agiscono contro l'infiammazione e l'edema).

Una alternativa alla terapia farmacologica può essere rappresentata dalla Omeopatia


In ogni caso il paziente colpito dalla crisi vertiginosa deve:

  • Rimanere a riposo con il capo fermo.

  • Stazionare in un ambiente non molto luminoso e il più silenzioso possibile.

  • Evitare qualunque sforzo.

  • Evitare il fumo e l'assunzione di thè e caffè, che sono "dannosi" per il labirinto.

  • Osservare una dieta iposodica (evitare di assumere sale con gli alimenti). Si consiglia a chi soffre di vertigini di seguire una dieta ricca di fegato, rene (rognone), formaggio, legumi, pesce bianco, cereali interi, frutta, tutti alimenti ricchi di vitamina PP (niacina o acido nicotinico).

A causa delle complesse problematiche che si incontrano per stabilire una corretta terapia dietologica della sindrome di Ménière, si consiglia sempre l'intervento dello specialista in Dietologia. 


La terapia chirurgica

La terapia chirurgica deve essere riservata ai pazienti con funzione uditiva notevolmente compromessa e con crisi vertiginose frequenti e persistenti.

Numerosi interventi sono stati proposti per la cura chirurgica della malattia di Mèniére; in molti di essi è implicita la distruzione del labirinto uditivo; in altri invece si tenta di operare solo sul labirinto posteriore (responsabile delle vertigini), risparmiando il settore cocleare (uditivo).

L'intervento più frequentemente proposto è l'intervento di emi - slabirintazione.
Attraverso la demolizione della regione mastoidea si giunge all'interno dell'orecchio medio e si asporta il labirinto responsabile della malattia.

Altra tecnica, molto più conservativa, consiste nella iniezione intratimpanica di Gentamicina sfruttando, a scopo terapeutico, i ben noti effetti ototossici di questo antibiotico che consistono in una totale distruzione delle cellule neurosensoriali del labirinto.

Sito consigliato:
www.otorinolaringoiatria.org

 

 

Torna alla cura del cane

Torna su

 

Torna alla Home collabora con difossombrone.it
Copyright © Difossombrone.it tutti i diritti sono riservati

Sito internet realizzato da VedaNet