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Malattie cardiache
del cane
per gentile concessione del Dott. Andrea Danesi
Nota: le informazioni contenute in questo documento non intendono sostituire una visita clinica effettuata da un Medico Veterinario. Se Lei pensa che il Suo animale sia malato, La preghiamo di contattare immediatamente il Suo Medico Veterinario curante.
Le malattie cardiache colpiscono, come capita nell'uomo, anche i nostri animali portando con sé, a seconda del tipo di patologia e della gravità, dei sintomi che possono alterare più o meno significativamente lo stato psico-fisico del nostro animale. Fortunatamente, al giorno d'oggi, le malattie cardiache possono essere diagnosticate precocemente permettendo la loro cura (anche se molto spesso esse hanno un decorso più o meno velocemente progressivo) consentendo al nostro cane o al nostro gatto di condurre una vita il più vicino possibile a quella di un animale sano.
Il primo passo per una precoce diagnosi di eventuali malattie cardiache dei nostri animali è sicuramente l'attenta osservazione dei "segni" (o sintomi) da parte del proprietario. Alexis Carrel, Premio Nobel per la Medicina nel 1912, disse che
"molto ragionamento e poca osservazione conducono all'errore, molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità": questo non vuole dire assolutamente che "non" bisogna ragionare, ma che il punto di partenza deve essere l'osservazione. Questo ci fa capire come non esistano sintomi più o meno importanti, ma tutti sono importanti per aiutare il Clinico ad arrivare ad una diagnosi.
In particolare il proprietario dovrà osservare:
1. l'insorgenza dei sintomi
2. la loro relazione cronologica
3. la loro gravità e durata
4. se nella storia passata ha già avuto dei sintomi
5. eventuali fattori che peggiorano i sintomi
6. il miglioramento o meno, in caso di cura, della terapia prescritta
Quali sono questi sintomi da osservare? Quando preoccuparci? Come valutare se è il caso o meno di portare il nostro animale a fare una visita?
Queste sono tutte domande che un proprietario attento sicuramente si pone.
Molti dei sintomi che possono far sospettare una malattia cardiaca sottostante, sono simili a quelli presenti in malattie di tipo respiratorio. Cerchiamo ora di capire quali sono e come differenziarle per tipo di apparato.
I sintomi più comuni di malattia cardiaca sono:
1. dispnea
2. tosse
3. sincope
4. debolezza e intolleranza all'esercizio
mentre i meno comuni possono essere:
1. perdita di peso
2. cianosi delle mucose (mucose di colore blu-violetto)
3. paresi
4. distensione delle vene giugulari
5. edema periferico
6. addome "pendulo" (ascite)
Vediamo ora brevemente i sintomi più comuni uno per uno.
1. DISPNEA
La dispnea è la difficoltà a respirare, chiamata comunemente anche "fame d'aria". Esso è uno dei sintomi più frequenti in molte malattie (cardiache, respiratorie, anemia, acidosi, dolore, ecc).
Una dispnea acuta, non presente nella storia passata del paziente, suggerisce una malattia di tipo respiratorio acuto come l'edema polmonare, una grave polmonite, ostruzione delle vie aeree, pneumotorace o tromboembolismo polmonare. Una
dispnea cronica, progressiva, suggerisce invece una malattia del cuore destro, una malattia pericardica, bronchiale, un enfisema, un versamento pleurico, un'anemia progressiva o una neoplasia polmonare. Una
dispnea inspiratoria suggerisce una ostruzione delle vie aeree superiore mentre una
espiratoria quelle delle vie aeree inferiori. Una dispnea a riposo può indicare una cardiomiopatia congestizia grave, un tromboembolismo polmonare o un pneumotorace.
2. TOSSE
Anche la tosse è un sintomo molto generico e può essere presente in modo saltuario, continuativo, in determinati periodi della giornata (per esempio la tosse notturna), ecc. Un'attenta osservazione dell'intensità, della frequenza, della durata e del momento d'insorgenza può certamente aiutare il Medico Veterinario nella sua diagnosi.
3. SINCOPE
La sincope è la transitoria perdita di coscienza dovuta ad un inadeguato flusso sanguigno cerebrale. Esso è un sintomo comunemente presente negli animali di piccola taglia con tosse, eccitati, con rigurgito mitralico cronico grave. La sincope può insorgere anche in molte altre patologie che provocano una insufficiente gittata cardiaca (volume di sangue espulso dal cuore in 1 minuto) o una non sufficiente ossigenazione del sangue: esempi possono essere stenosi subaortica, stenosi della valvola polmonare, miocardiopatia dilatativa, ipertensione polmonare, shunts destri-sinistri (Tetralogia di Fallot, persistenza del dotto arterioso di Botallo, ecc) grave ipotensione da farmaci o blocchi atrio-ventricolari completi (di III grado).
4. DEBOLEZZA E INTOLLERANZA ALL'ESERCIZIO
Sebbene non sia un sintomo specifico di malattia cardiaca, un'insufficienza cardiaca non compensata può portare letargia, debolezza e intolleranza all'esercizio: tali sintomi sono dovuti all'insufficiente apporto di ossigeno da parte dell'apparato cardiocircolatorio a soddisfare i fabbisogni metabolici dei tessuti. Altre patologie come l'anemia, le malattie metaboliche e sistemiche (es. iperadrenocorticismo), iperdosaggio farmacologico (es. ipotensivanti) o malattie respiratorie gravi possono provocare debolezza e intolleranza all'esercizio.
Non ci sono dei criteri oggettivi sul quando portare i nostri animali dal Medico Veterinario per una visita, ma essi dipendono dalla gravità e dalla frequenza di ognuno dei sintomi sopra elencati. Se il nostro cane tossisce lievemente un paio di volte, probabilmente non ci sarà da preoccuparsi più di tanto, mentre se presenta una sincope o una dispnea grave o ripetuta nell'arco della giornata, sicuramente è il caso di portare l'animale alla visita clinica! Questa è una decisione che spetta al proprietario, ma sicuramente non è auspicabile attendere dei sintomi "gravi" prima di valutare clinicamente il nostro cane/gatto.
La storia clinica (chiamata anche anamnesi) e la successiva visita clinica sono le chiavi di volta della diagnosi. Esse sono cruciali per le decisioni riguardanti la valutazione clinica e la terapia e aiutano a:
1. distinguere tra malattia cardiaca e polmonare
2. stabilire una diagnosi specifica della malattia cardiaca
3. determinare la frequenza e l'estensione dei sintomi clinici associati
4. valutare la risposta e meno alla terapia
5. determinare la presenza di altre affezioni patologiche
6. stabilire una relazione Medico-cliente
Dei sintomi meno comuni, possiamo brevemente passare in rassegna alcuni di questi:
Una malattia cardiaca grave e cronica può portare ad una condizione fisica chiamata cachessia cardiaca in cui l'animale subisce una notevole perdita di peso e di massa muscolare evidente soprattutto a livello della regione temporale della testa e intorno all'area lombare.
Inoltre possono essere presenti, in caso di grave insufficienza cardiaca destra, anche distensione delle vene giugulari, edema periferico (soprattutto arti posteriori) e ascite (liquido in addome).
Anche l'ascite è un sintomo che può avere moltissime cause: vediamo ora brevemente che tipo di liquido si può formare in addome e perché.
Ascite
L'ascite si riferisce ad una raccolta di fluido all'interno della cavità peritoneale (addome) ed è un sintomo secondario di una malattia conseguente a cause primarie.
Il liquido presente in addome può essere:
1) trasudato causato da una ipoproteinemia (malattie epatiche croniche, malattie glomerulari, malassorbimento e perdite di proteine dall'intestino, linfangectasia, malnutrizione), da neoplasie (frequentemente linfomi), ostruzione del drenaggio linfatico ed ipertensione portale pre- o epatica.
2) trasudato modificato causato da neoplasia addominale ostreuente i vasi linfatici e sanguigni, da miocardiopatia dilatativa o da un'ipertensione portale post-epatiche (occasionalmente anche la pre- e la epatica).
3) Essudato che può essere emorragico (coagulopatie, emangiosarcoma, feocromocitoma, tumori dei vasi, trombosi, torsioni gastriche e spleniche, traumatico), purulento (proliferazione batterica o micotica, perforazione intestinale, penetrazione di un corpo estraneo, rottura di un ascesso o di una piometra) o sieroematico (carcinomi, linfosarcomi o sarcomi addominali, peritonite causata da un versamento di bile, urine o enzimi pancreatici, epatopatie croniche, ernia diaframmatica, FIP, ascite parassitaria o steatosi).
4) fluido lattiginoso che può essere chilo (ostruzione dei vasi linfatici causata da neoplasie addominali, difetti di sviluppo dei vasi linfatici, cirrosi epatica, malattie infettive, ostruzione intestinale, linfangite, pancreatite, secondaria a cardiomiopatie o traumatica) o pseudochilo (accumulazione cronica di fluido, infezioni croniche o neoplasia).
I sintomi sono, spesso, quelli della malattia primaria. Possono anche manifestarsi problemi respiratori, debolezza, stanchezza, addome disteso ed a volte edema di uno o di entrambi gli arti pelvici (zampe posteriori).
In ultimo vediamo molto brevemente quali sono gli esami diagnostici più comunemente utilizzati per diagnosticare una malattia cardiaca.
1. ELETTROCARDIOGRAMMA
L'elettrocardiogramma (o ECG) è una registrazione del potenziale elettrico medio generato nel muscolo cardiaco: esso è visualizzato in "voltaggio" (millivolt - mV) e "durata" (secondi).
Si registra attraverso l'uso di elettrodi che vengono posizionati in punti determinati degli arti e del torace. Con questo esame si valuta tutta la parte "elettrica" del cuore e la sua frequenza.
Esso può dare delle indicazioni molto utili ma attenzione, una malattia cardiaca NON necessariamente da segni elettrocardiografici! Un ECG può risultare normale anche in presenza di determinate patologie cardiache!
2. RADIOGRAFIA TORACICA
La radiografia toracica consente al Clinico la valutazione dell'ombra cardiaca valutando nel contempo anche l'apparato respiratorio. Con essa possiamo valutare la forma del cuore e delle varie camere oltre che dei principali vasi che da esso partono (aorta, arteria polmonare, vena cava craniale e caudale, vasi polmonari maggiori, ecc). Normalmente essa viene eseguita in completa "inspirazione" (perché l'aria nelle radiografie è nera e in tal modo, riempiendo i polmoni di aria, le strutture cardiache, che si presentano di colore chiaro, sono più "contrastate") e in due proiezioni, dette ventro-dorsale (cioè con l'animale "a pancia all'aria") e latero-laterale (con l'animale sul fianco destro) anche se è fortemente consigliabile eseguire altre due proiezioni (dorso-ventrale e latero-laterale sinistra) per poter avere una completa visualizzazione delle strutture toraciche e permettere al Radiologo una più accurata valutazione.
3. ECOCARDIOGRAFIA ED ECODOPPLER
Data la complessità e l'enorme variabilità dell'esame, si dice solo che l'esame ecocardiografico valuta, attraverso l'uso di ultrasuoni, l'anatomia e i flussi sanguigni del cuore e dei maggiori vasi cardiaci.
I "tipi" di ecocardiografia possibili sono molti, tra cui i più comuni sono:
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M-Mode: valutazione monodimensionale dell'anatomia del cuore. Molto utile per la valutazione dello spessore delle pareti cardiache;
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B-Mode: valutazione 2D delle caratteristiche anatomico-funzionali del cuore. Presenta una minor precisione di misurazione dello spessore delle pareti rispetto all'M-Mode ma una più intuitiva caratterizzazione
anatomica-funzionale;
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ecocardiografia trans-esofagea (TEE): si introduce la sonda in esofago raggiungendo il cuore molto più prossimalmente che non con l'M- e il B-Mode che sono tecniche extra-toraciche;
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ecocardiografia tridimensionale: negli ultimi anni si sono sviluppate delle tecniche di imaging avanzate che permettono all'ecografista e al cardiologo una valutazione tridimensionale del cuore e dei maggiori vasi;
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ecocardiografia doppler: permette la valutazione della velocità e della direzione dei flussi sanguigni all'interno del cuore e dei maggiori vasi cardiaci. Essa si può dividere in ecocardiografia doppler pulsata (PW) e continua (CW): la differenza è che nella prima l'impulso ultrasonografico viene "spedito" e "ricevuto" dalla stessa sonda in maniera alternata mentre nella seconda la "spedizione" e il "ricevimento" dell'impulso è continuo (all'interno della sonda alcuni cristalli generano l'impulso mentre gli altri lo ricevono). Tra i vantaggi del PW c'è la possibilità di valutare il flusso in una determinata "finestra" scelta dall'ecografista mentre col CW la valutazione è su tutto il fronte dell'asse dell'impulso ultrasonografico,mentre tra gli svantaggi del PW c'è l'incapacità a valutare flussi ad alta velocità, valutazione non problematica con il
CW;
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ecocardiografia color-flow doppler: unisce una ecocardiografia doppler all'M-Mode e permette una valutazione dell'immagine a colori in maniera dinamica e spazio-temporalmente corretta.
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cateterizzazione cardiaca: inserimento attraverso arterie o vene periferiche di un catetere che, risalendo fino al cuore, permette la valutazione di numerose funzioni fisiologiche (pressione intracardiaca, valutazione delle coronarie, della gittata cardiaca, ecc);
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angiocardiografia: valutazione fluoroscopica del cuore e dei maggiori vasi attraverso l'iniezione di un mezzo di contrasto.
Queste sono solo alcune delle tecniche diagnostiche utilizzate in Medicina Veterinaria.
Dott. Andrea Danesi
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