Avvelenamento da stricnina
nel cane
a cura del Dott. Daniele Barberini
per gentile concessione della redazione del sito web www.canigattieco.com
La stricnina e' un pesticida che in passato e' stato largamente usato anche a scopi dolosi e che ancora oggi rappresenta uno dei veleni che piu' vittime fa tra i nostri animali. In commercio puo' essere trovato sotto forma di esche o in polvere e la sua pericolosita' e' data dal fatto che viene rapidamente assorbito dal tratto gastro-enterico e dalle mucose.
Una volta assunta dal cane, la stricnina va a determinare delle alterazioni a carico della muscolatura scheletrica con iperestensione degli arti e rigidita' della maggior parte dei muscoli estensori poiche' va ad inibire l'azione della glicina che e' un neurotrasmettitore inibitorio.
I sintomi clinici compaiono rapidamente (entro i 30 minuti dall'ingestione) e si manifestano con contrazioni generalizzate di tipo tonico-clonico; successivamente si avranno convulsioni e coinvolgimento dei muscoli respiratori (in particolar modo intercostali e diaframma). Il cane assume quindi una postura da fame d'aria con la testa estesa sul collo e il muso, a causa della contrazione della muscolatura facciale, assume il classico aspetto di "riso sardonico".
In questa fase qualunque stimolo esterno accentua ed aggrava la sintomatologia presente.
La diagnosi presunta si effettua in base alla raccolta dell'anamnesi e alla sintomatologia, mentre per la certezza si deve ricercare la presenza della stricnina nel contenuto gastrico, nel vomito, nel sangue e nelle urine.
La terapia deve essere attuata immediatamente (visto anche il rapido assorbimento del veleno e la severita' dei sintomi); si dovra' cercare di favorire la ventilazione e l'ossigenazione del cane riducendo la contrazione dei muscoli scheletrici, somministrando ossigeno e, nei casi piu' gravi, ventilando meccanicamente l'animale.
Tra i farmaci utilizzati avremo i barbiturici e le benzodiazepine (spesso associati) per ridurre la contrazione muscolare e dare miorilassamento. Il cane dovra' essere tenuto in fluidi e sotto stretto monitoraggio (stato acido-base, funzionalita' renale e parametri della perfusione) per almeno 24-72 ore e se il cane supera tale fase acuta molto critica ha buone possibilita' di salvarsi.
Lo staff di Fossombrone desidera ringraziare la
redazione di Canigattieco,
il Dott. Daniele Barberini e il Sig. Daniele Buscioni per la gentile
concessione dell'articolo.
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