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Curiosità: La storia di un amico
speciale...
Muore la padrona, il cane torna in chiesa Il dolore di
Tommy, ogni giorno davanti all'altare del funerale
L'amore di una donna per i randagi e il suo amico speciale...
a cura di Maria Lombardi
BRINDISI - Tommy non si perde una messa da quando Maria
se ne è andata. L'ultima volta l'ha accompagnata in chiesa e lì l'aspetta
tutti i giorni, alle 17 in punto torna da lei che non torna più. Quando
sente le campane lascia i vecchietti della piazza e va ad accucciarsi
all'altare, se ne sta buono buono accanto al prete mentre lui distribuisce
le ostie, celebra matrimoni, battesimi e funerali. A volte s'addormenta
dietro quelle parole lente.
È Tommy, il cane che ascolta le preghiere. Solo ieri ha saltato la messa,
pioveva troppo ed è rimasto nel recinto di casa, nella campagna di San
Donaci, un paesino in provincia di Brindisi, ci vivono in settemila e sono
la famiglia di Tommy.
Da quando Maria se ne è andata la casa non è più quella, non è lì che
il pastore tedesco meticcio di 12 anni sente la presenza della padrona ma
nella chiesa di Santa Maria Assunta. Il giorno dei funerali, due mesi fa, ha
seguito il piccolo corteo, è rimasto accanto alla bara davanti ai banchi
vuoti mentre don Donato Panna ricordava quella donna di cui non sapeva che
dire. Maria te lu campu, in paese la chiamavano così, Maria dei campi che
viveva da sola con quattro cani, tutti randagi, e a loro dedicava tutti i
suoi pensieri. Aveva 57 anni e la gente ha conosciuto il suo cognome
leggendo i manifesti funebri che la sorella ha fatto affiggere sui muri. Di
origini abruzzesi, era arrivata ai confini della provincia di Lecce da
bambina con la madre, e lì era rimasta.
I RANDAGI
Maria viveva per i cani, li raccoglieva per strada, li nutriva e li curava.
La farmacista di San Donici le dava una mano e anche adesso continua ad
assistere gli animali rimasti orfani. Porta cibo e acqua al recinto, si
preoccupa che stiano in salute. Maria voleva bene a tutti e quattro ma era
Tommy il suo compagno, quello che la seguiva tutti i giorni in giro per il
paese e mentre lei faceva la spesa lui l'aspettava paziente davanti al
negozio. Qualche volta l'aveva aspettata anche davanti alla chiesa, mai
prima del funerale della padrona gli era stato permesso di entrare. Ma quel
giorno il prete non se l'era sentito di lasciarlo fuori e l'aveva fatto
stare accanto a lui durante la messa, da allora per Tommy le preghiere sono
l'unico contatto con Maria, nell'ostinata attesa la fa in qualche modo
rivivere.
LE CAMPANE
Il suono delle campane lo riporta lì. Il resto del tempo il cane lo passa
in strada, è molto socievole. Si mette al centro dei capannelli dei
vecchietti, in piazza, e sta lì ore, come se li ascoltasse. Gioca con la
ragazzine che vanno a passeggio, va a prendersi le coccole del tabaccaio e
poi fa una sosta in friggitoria per altre carezze. Segue tutti i cortei
funebri e aspetta l'arrivo della bara all'altare.
Ricordano i fedeli che un giorno c'era il funerale di una bambina di 12
anni, Tommy si è avvicinato al feretro e ha poggiato la zampa sul legno. Il
sindaco di San Donici, Domenico Serio, voleva adottarlo ma un paese intero
l'aveva già fatto, «non ho avuto cuore - dice - di strapparlo alla comunità».
Tommy come «Hachiko», il protagonista del film con Richard Gere che per
circa dieci anni aspettò il padrone alla fermata del treno. O come il cane
«senza nome», un piccolo bastardino color miele che per mesi ha visitato
la tomba del sessantenne che viveva con lui a Tonara, in provincia di Nuoro,
e questo non è un film ma una storia vera raccontata lo scorso aprile dal
custode del cimitero. E come Bobby, il meticcio di quattro anni che per tre
giorni ha vegliato il padrone ottantenne morto in caso a Genova.
Juna non ce l'ha fatta ad aspettare, è morto a Terni lo stesso giorno del
padrone.
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