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I dolori e le infiammazioni articolari

Anche i cani e i gatti soffrono di dolori e infiammazioni articolari. Come intervenire.

a cura di Maurizio Scozzoli, medico veterinario del "Centro Sperimentale" dell'APA-CT S.r.l. di Forlì

Casella di testo: L'infiammazione

I leucotreni (LT), insieme alle prostaglandine (PG), sono i principali mediatori dei processi infiammatori. Essi esplicano una serie di effetti biologici sui vasi sanguigni, sulle terminazioni nervose e sulle cellule coinvolte negli eventi flogistici: inducono, per esempio, vasocostrizione e aumento della permeabilità vascolare. In particolare LT B4 è un potente fattore chemiotattico e svolge un ruolo cruciale stimolando una serie di funzioni proinfiammatorie.         Numerose sostanze, per esempio chinine, neuropeptidi, istamine, citochine ed altri prodotti leucocitari e piastrinici vengono liberati a livello del focolaio di flogosi e vanno ad  interagire con i suddetti mediatori, determinando il perpetuarsi del processo infiammatorio. Notevole importanza nei processi infiammatori riveste anche il sistema del complemento, che è costituito da una ventina di proteine sieriche. La sua attivazione sequenziale a cascata avviene attraverso una serie amplificata di scissioni proteolitiche  e termina con la formazione di un complesso di attacco alla membrana cellulare. Vengono generati inoltre molti frammenti proteici proinfiammatori e rilasciati fattori chemiotattici, anafilotossine e prostaglandine, con aumento della migrazione leucocitaria al sito d'infiammazione e della permeabilità vasale. Attualmente numerose ricerche sono volte all'individuazione di nuovo composti chimici selettivi nell'inibire la via della 5 lipoossigenasi (5-LO). Il motivo di tale interesse è che, in molte patologie croniche, l'aumentata produzione di leucotreni sembra essere responsabile del mantenimento dello stato infiammatorio.  
Le patologie a carico dell'apparato muscolo-scheletrico sono senza dubbio tra le più frequenti cause di crisi dolorose, rigidità, limitazione dei movimenti, invalidità temporanea ed atrofia muscolare dovuta al disuso dell'arto. Generalmente colpiscono il cane e il gatto anziani ma possono presentarsi anche in soggetti giovani, predisposti spesso dall'obesità e dalla ridotta attività fisica.

Anche i cani sottoposti ad attività sportiva (caccia, corsa, ecc.) e di lavoro (guardia, difesa, salvataggio, ecc.), con carichi abnormemente pesanti, sono altresì predisposti a patologie dell'apparato muscolo-scheletrico.  Tralasciando le cause traumatiche, possiamo distinguere due grandi categorie: quelle dovute a processi degenerativi delle articolazioni (osteoartrosi) e quelle dovute ad affezioni infiammatorie delle stesse. Tra le affezioni degenerative articolari abbiamo l'artrosi, la coxartrosi (articolazione dell'anca), la gonartrosi (articolazione del ginocchio) e la spondiloartrosi (colonna vertebrale). Le anomalie posturali e ortopediche più o meno congenite, le displasie articolari (anca, gomito, ecc.), i traumi, i processi infiammatori, le lesioni alle strutture di sostegno delle articolazioni e l'obesità possono determinare fenomeni stressanti secondari a carico dell'apparato muscolo-scheletrico. Nel cane, le condizioni che predispongono all'instabilità e al prematuro invecchiamento della cartilagine articolare sono: la mancata unione dei processi anconei e coronoidei, displasia dell'anca, lussazione della rotula, acondroplasia, traumi, lesioni infiammatorie delle articolazioni ed infine imperfette riduzioni di fratture e altri problemi di natura ortopedica. Dal punto di vista terapeutico ci dobbiamo porre i seguenti obbiettivi: alleviare il dolore, permettere all'articolazione di continuare a funzionare e rallentare il processo di degenerazione. Il trattamento comporterebbe le seguenti fasi:

1.      periodi di riposo giornaliero ed abolizione di sforzi eccessivi delle articolazioni colpite;

2.      adeguato esercizio fisico per il mantenimento del tono muscolare e della funzionalità delle articolazioni;

3.      riduzione del peso se l'animale è obeso;

4.      riduzione del dolore con principi attivi analgesici ed antinfiammatori;

5.      tecniche operatorie ortopediche per alleviare il dolore, per ripristinare il movimento, per correggere la deformità o l'instabilità dovuta ad alterata distribuzione del peso e della tensione.

Spesso nei cani e nei gatti colpiti è necessario intervenire con farmaci analgesici e antinfiammatori non scevri da effetti collaterali come i problemi gastroenterici dei F.A.N.S. (farmaci antinfiammatori non steroidei) e ai ben noti effetti indesiderati dei cortisonici. La fitoterapia può avere un ruolo importante nella cura di queste affezioni acute e croniche, grazie a trattamenti che possono essere complementari ai farmaci allopatici e in alcuni casi possono sostituirli.

Numerose sono le Piante officinali che esercitano un'azione sull'apparato articolare e cioè sulle articolazioni e loro annessi (aponeurosi, capsule articolari, tendini, legamenti, cartilagine, tessuto osseo, ecc.) sede di processi degenerativi e infiammatori. Le Piante officinali impiegate in fitoterapia sono inquadrabili in due grandi categorie: quelle antinfiammatorie e quelle analgesiche. In realtà, spesso, non è possibile differenziare completamente tali azioni in quanto le due componenti riconoscono un substrato biochimico parzialmente comune. E' noto come i derivati dell'acido salicilico costituiscono un rimedio contro le malattie reumatiche e le infiammazioni osteoarticolari. I precursori dell'acido salicilico contenuti nel Salice bianco (Salix alba) e nella Spirea ulmaria (Spirea ulmaria L.) sono un utile ausilio terapeutico. Il Salice bianco (Salix alba) contiene nella propria corteccia vari precursori dell'acido salicilico: la salicina e la salicortina che vegono trasformati nell'intestino e nel fegato in acido salicilico. La salicina, contrariamente ai salicilati di sintesi (Aspirina), non irrita lo stomaco poiché si trasforma in acido salicilico a livello intestinale ed epatico. La Spirea ulmaria contiene un etere salicilico e salicilato di metile provenienti dalla idrolisi di un glucoside, la monotropina. Anche la Boswellia serrata, una delle piante più importanti della medicina Ayurvedica, è costituita da una gommoresina che si ottiene dalla incisione della corteccia. Tale gommoresina è costituita da una frazione gommosa composta da polisaccaridi (D-galattosio, D-arabinosio, D-mannosio, D-xilosio, ecc. ) e da una frazione resinosa costituita principalmente da una miscela di acidi triterpenici pentaciclici derivati dell'acido boswellico: l'acido b-boswellico che è il principale (30%), l'acido 3-acetil-b-boswellico, l'acido 3-acetil-11-keto-b-boswellico e l'acido 11-keto-b-boswellico, l'acido a-boswellico e l'acido 3-acetil-a-boswellico. Gli acidi boswellici agiscono sulla sintesi dei leucotreni inibendo la 5 lipossigenasi (Ammon 1996). I leucotreni sono dei mediatori chimici del processo flogistico coinvolti nella patogenesi di un elevato numero di patologie infiammatorie tra cui i processi a carico dell'apparato muscolo scheletrico. L'azione degli acidi boswellici si esplica anche a livello dell'elastasi, un enzima proteolitico, estremamente distruttivo, rilasciato normalmente dai leucociti, richiamati nel luogo dell'infiammazione da un processo chemiotattico (Rall et al. 1996), e del complemento la cui attivazione è particolarmente importante in tutte le patologie infiammatorie e ad eziologia immunitaria (Knaus e Wagner 1996). A differenza di altri antinfiammatori di sintesi (F.A.N.S.), non induce segni di intolleranza gastrica, ma viceversa offre una protezione contro gli effetti dell'acido cloridrico e contro le ulcere indotte da indometacina (Singh et al. 1996). Un'altra pianta officinale con attività antinfiammatorie ed analgesica è l'Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens DC.) i cui costituenti principali sono i glucosidi iridoidi: Arpagoside, Arpagide e Procumbide. Oltre al ruolo dei glucosidi iridoidi, le proprietà della droga vedono la partecipazione simultanea di altre sostanze. Ad esempio l'azione del b-sitosterolo è ben lontana dall'essere trascurabile, poiché è nota la sua capacità di inibire la formazione della prostaglandina sitetasi, che partecipa ai processi infiammatori. Anche il Frassino (Fraxinus excelsior), che era uno dei rimedi cardine per il trattamento delle malattie reumatiche fin dai tempi di Ippocrate, contiene nella sua corteccia tannini, curarine e glucosidi tra cui l'esculetina, di cui è stata dimostrata un'attività inibitoria sulle lipoossigenasi e cicloossigenasi e la capacità di attivare in vitro e in vivo i linfociti T (von Casella di testo: Principi attivi e meccanismi d'azione di alcune piante officinali ad attività antinfiammatoria e analgesica 

Salix alba e Spirea ulmaria L.
Acido salicilico e derivati salicilici: inibizione della sintesi delle Prostaglandine per inattivazione della cicloossigenasi, azione antiaggregante piastrinica.

Boswellia serrata
Acidi boswellici : inibizione della 5 lipoossigenasi, inibizione dell'attivazione del complemento (attribuibile alla inibizione della C3 convertasi), inibizione dell'elastasi rilasciata dai leucociti richiamati nel luogo dell'infiammazione.

Harpagophytum procumbens
Arpagoside e altri glucosidi iridoidi: non ben chiarito il meccanismo d'azione ma probabilmente non attivo sulle vie metaboliche della lipoossigenasi e della cicloossigenasi.
b-sitosterolo: inibizione della formazione della prostaglandina sintetasi che partecipa ai processi infiammatori.

Fraxinus excelsior
Esculetina: interferisce con la formazione degli eicosanoidi dall'acido arachidonico, inibendo la lipoossigenasi e la cicloossigenasi, 


Kreudener et al. 1995). In prove sperimentali su animali sono state dimostrate attività in grado di inibire la formazione di edema da carragenina  e di inibire l'artrite indotta da adiuvanti in maniera simile a quella del Diclofenac (El-Ghazaly et al. 1992). Abbiamo visto come i principi attivi presenti in varie piante officinali intervengano nel processo flogistico con diversi meccanismi d'azione. E' pertanto evidente che, se più sostanze attive sono in grado di inibire o interferire su diversi enzimi e reazioni chimiche del processo infiammatorio, l'impiego nella pratica terapeutica di appropriate miscele di piante officinali, può produrre importanti effetti sinergici. Dal punto di vista pratico Salix alba, Spirea ulmaria, Boswellia serrata sono particolarmente indicate in tutte le forme infiammatorie dell'apparato muscolo-scheletrico. Gli studi clinici dimostrano che l'Harpagophytum procumbens è meno efficace nel reumatismo infiammatorio acuto, mentre lo è molto nelle forme croniche o degenerative (artrosi) dove può essere sfruttato nel controllo della sintomatologia dolorosa e per facilitare il recupero funzionale delle articolazioni. Miscele, appositamente studiate per l'impiego terapeutico in veterinaria, contenenti Harpagophytum procumbens, Spirea ulmaria, Fraxinus excelsior, Equisetum arvense ad attività rimineralizzante e diuretica, Juniperus communis ad attività diuretica (potente eliminatore dell'acido urico),  hanno dato ottimi risultati nei trattamenti antinfiammatori e analgesici di patologie croniche a carico dell'articolazione dell'anca, del ginocchio, del gomito e della colonna vertebrale. I migliori risultati nei casi cronici si ottengono con cicli di trattamento di almeno uno o due mesi.  La Boswellia serrata abbinata alla Spirea ulmaria e all'Harpagophytum procumbens si sono rivelate utili nei quadri infiammatori più o meno acuti dell'apparato muscolo-scheletrico, nei dolori localizzati ad un muscolo (mialgia) o alla sua inserzione tendinea. Quando cause occasionali, quali traumi, sforzi o repentine variazioni di temperatura provocano, nell'animale, dolore e rigidità nell'eseguire particolari movimenti, anche se mancano chiari segni di lesioni organiche, è importante intervenire per evitare cronicizzazioni dovute al costituirsi di circoli viziosi dolore-contrattura riflessa-dolore.

Infine non dimentichiamo che la fitoterapia riserva altre piante officinali (oli essenziali) utili nella preparazione di creme o gel per uso esterno ad attività antalgica (Canfora, Menta, Salvia, Lavanda, Capsicum, Maggiorana), antinfiammatoria (Cajeput, Eucalipto, ecc.), e revulsiva (Senape, Trementina, ecc.) che tratteremo successivamente.

Fonte: NATURAL 1 - per gentile concessione del Dott. Maurizio Scozzoli ©.

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