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Leishmania Si tratta di una malattia infettiva e contagiosa a carattere zoonosico, ad andamento generalmente cronico causata da protozoi del genere Leishmania. Le leishmanie vennero viste per
la prima volta da Cunningham in India nel 1885 in persone affette da
"bottone d'Oriente". Nel 1903 Marchand osservò dei parassiti, simili
a quelli visti da Cunningham, in strisci di milza di un cinese morto in Germania
di "Kala-azar"; nello stesso anno e quasi contemporaneamente, Leishman
e Donovan descrissero dei microrganismi identici ritrovati in persone ammalate
di "Kala-azar". La prima segnalazione di
leishmaniosi canina è del 1908 (Nicolle e Comte); in seguito si ebbero diverse
altre segnalazioni sulla presenza delle leishmanie in altre specie animali. Nel 1990 l'OMS riportò i casi di leishmaniosi umana nel mondo nel numero di 12 milioni circa, con un incremento intorno a 400.000 - 1.200.000 di nuovi casi ogni anno, in particolare in paesi della fascia equatoriale e subequatoriale. La diffusione della malattia risulta influenzata da molti fattori:
In Italia i casi
ufficiali di leishmaniosi umana, nei 5 anni che vanno dal 1994
al 1999, sono stati circa 700 (ma molto probabilmente quelli reali sono molti di
più), di cui ben 150 diagnosticati in pazienti HIV positivi. La maggior parte
dei soggetti colpiti proviene da regioni endemiche centro-meridionali, nelle
quali il cane rappresenta il principale serbatoio di malattia. Le numerose segnalazioni degli ultimi anni di casi di leishmaniosi canina provenienti da aree tradizionalmente ritenute indenni (anche dell'Italia settentrionale), debbono portare alla conclusione che - in pratica - non esistono zone, comunemente abitate, che possano essere considerate completamente sicure. Infatti se fino al 1989 il Nord Italia era considerato praticamente indenne dalla leishmaniosi canina, oggi abbiamo dei focolai accertati in Veneto, Emilia Romagna e Piemonte ed altri probabili in Trentino e Lombardia. La regione Le leishmanie sono microrganismi
dixeni che necessitano di un ospite intermedio costituito da un
vettore ematofago, e di uno definitivo, rappresentato
dall’ospite vertebrato. Le leishmanie sono microrganismi dimorfici: nei mammiferi infestati Leishmania si presenta sotto forma di amastigote (da qualcuno detta forma a leishmania) con corpicciolo rotondo, globoso od ovalare, immobile, delle dimensioni di 2-5 µ di lunghezza per 2-3 µ di larghezza, fornito di protoplasma granuloso omogeneo perifericamente delimitato da un plasmalemma tristratificato; di grosso nucleo sferico centrale od eccentrico; di cinetoplasto (kinetoplasto, DNA extranucleare) piriforme od a bastoncino, spesso situato alla periferia del corpo parassitario ed in posizione antinucleare (spesso perpendicolare al nucleo). È presente il rizoplasto, abbozzo di flagello costituito da due microtubuli assiali circondati da 9 paia di microtubuli periferici, che si diparte in prossimità del cinetoplasto da un corpo basale o blefaroplasto e si esaurisce, senza esteriorizzarsi, alla periferia della cellula protozoaria, circoscritto, nel suo breve percorso, da un manicotto citoplasmatico rivestito dal plasmalemma, che qui si invagina profondamente in modo da costituire attorno al rizoplasto stesso una tasca flagellare aperta verso l’esterno. La via naturale del contagio è rappresentata dall'inoculazione dei promastigoti metaciclici infettanti, da parte dei flebotomi parassitati, durante un pasto di sangue, nella cute (sito primario d'infezione) dei mammiferi ospiti. Non si escludono altre possibili vie di contagio, come quella dell'ingestione volontaria o accidentale, da parte del mammifero, dei flebotomi parassitati.per informazioni più dettagliate su questa malattia consultare il sito: www.leishmania.org
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