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Neosporosi nel cane
( immagine: www.k-state.edu
)
Epidemiologia
- Il 20 % dei cani risulta sierologicamente positivo (dipende anche
dal paese) ma le forme cliniche sono molto meno frequenti (elevata frequenza
di forme subcliniche). In alcune razze (pointer, boxer, labrador, golden
retriever, levrieri e bassethound) le forme cliniche sembrano essere più
frequenti.
- Gli animali si possono infettare sia per via orale che per via
transplacentare, ma quest'ultima via dovrebbe essere la più frequente e si
pensa che cagne cronicamente infette sviluppino la parassitemia durante la
gestazione con trasmissione transplacentare e nascita di cuccioli
congenitamente infetti frequentemente sintomatici ma anche con forme
subcliniche.
- Queste ultime possono riattivarsi in seguito a malattie immunodepressive o
a trattamento con glicocorticoidi o vaccini. Spesso però anche
riattivazioni senza apparenti altre cause. L'infezione post-natale sembra
essere più rara.
Sintomatologia clinica simile alla toxoplasmosi
I casi più severi si osservano nei cuccioli congenitamente infetti di
3-6 settimane d'età. In questi animali la malattia si può presentare con
paresi degli arti posteriori che progressivamente diventa paralisi. Gli arti
posteriori sono più spesso colpiti e sono tenuti in iperestensione spastica
(per paralisi dei neuroni motori con miosite con contrattura muscolare e
blocco articolazioni e deformazioni articolari). Questi cani possono
sopravvivere per mesi. Possono osservarsi anche difficoltà di deglutizione,
paralisi della mandibola, flaccidità e atrofia muscolare, insufficienza
cardiaca e morte. Tutti gli organi però possono essere coinvolti (fegato,
polmone e miocardio) inclusa la cute con dermatiti gravi. Casi mortali di
neosporosi sono stati osservati anche in cani di 8-15 anni. Cagne infette
possono dare alla luce cucciolate infette in gestazioni diverse. In
infezioni sperimentali è stato osservato anche l'aborto.
I gatti sono risultati sensibili alla infezione sperimentale anche con morte
nei gattini infettati nel periodo neonatale.
Nei gatti adulti non immunodepressi si osservano spesso forme sub-cliniche.
( schema: www.monografias.com
)
Diagnosi
Animale vivo
-
Clinica: sospetto soprattutto in caso di
interessamento degli arti posteriori (diagnosi differenziale da
Hepatozoon canis). I reperti ematologici e biochimici dipendono dal/gli
organo/i principalmente interessati.
-
Sierologica con IFAT (spesso casi clinici titolo =
1:200) ed ELISA.
-
Biopsie (cute, muscoli, aspirato polmonare) ma
non solo esame istologico ma anche immunoistochimica per differenziare
da T. gondii.
-
PCR
Animale deceduto
-
Esame anatomoistopatologico con il rilevamento di
aree di necrosi (cervello e fegato) e granulomi nei visceri, striature
giallastre nei muscoli (diaframma), atrofia del cervelletto e dermatite
ulcerativa.
-
Esame immunoistochimico.
Terapia e Profilassi
- Clindamicina: miosite e dermatite
- Trimetoprim +sulfadiazina e pirimetamina: casi di paralisi
- La risposta alla terapia dipende dallo stadio della malattia al momento
dell'inizio della terapia ed il miglioramento clinico non avviene mai se c'è
già paresi o paralisi.
- Gli animali adulti ed i cuccioli di >di 16 settimane rispondono meglio
al trattamento.
- Eliminare le cagne infette dalla riproduzione
- Non esiste alcun vaccino
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo:
non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici.
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