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Poesie sui cani
" A Pol "
Chissà se un giorno
ripenserai a quell'attimo,
che anche oggi pare infinito,
in cui in un angolo della prigione di legno scuro e ruggine,
qualcuno ti aveva gettato
tu giocattolo vecchio e rotto,
c'incontrammo la prima volta.
Il catenaccio segnò col suo cigolare sinistro
la fine di due solitudini
entrambe imposte,
ferite parte di noi
da sembrarci la vita.
Tu non mi guardasti,
non mi vedesti neppure credo,
assetato di luci e colori,
digiuno di prati e d'amore.
Corresti via,
in un volo tra il verde e l'aria
tra sogni che per molti sono la realtà dei giorni,
per te solo briciole senza più speranza,
ricordi di ciò che dovrebbe sempre essere per tutti
e per te era mai.
Nessun dubbio in quel momento,
eri mio
ed io tuo.
Per sempre, dolce Amore,
Amico vero.
Ti guardai aggredire lo spazio ed il tempo perduti
nel tuo correre impetuoso,
annusare la vita,
saziarti di minuti che sapevi fugaci
di erba, fiori e farfalle.
Il tuo ignorarmi ti fece più vero,
senza fronzoli e consapevole
senza bugie di cui eravamo stomacati,
entrambi.
Nel buio del tempo che seguì,
necessario solo per restare soli
tu ed io
come sarebbe stato d'allora e per le nostre vite strane,
mi nascondevo in false preoccupazioni circa il tuo caratteraccio,
entusiasmo celato dietro domande di circostanza,
per riempire il vacuo tutt'attorno a noi
di quella gente di troppo.
Oggi come allora,
uno di noi è in una prigione di ferro malato
di legno umido e marcio
e l'altro lo accompagna fuori,
a mordere il profumo della vita
accecati da un sole che non tramonta mai
e risplende dissipando nebbia e freddo,
tutto altrimenti ignorato e sconosciuto senza te,
senza Noi.
In questi giorni
di ferite che inesorabili si riaprono,
mi faccio piccolo e mi aggrappo al tuo dorso,
seguendoti nelle tue corse tra il vento e le foglie
e ti sento ridere del mio male
che conosci nel corpo e nel cuore,
ti sento sorridere
perché siamo Noi.
Andiamo Piccolo,
facciamo due passi.
Tutto scivola via.
E Noi lo sappiamo bene.
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