|
I
problemi da separazione
Che cosa spinge un cane ad abbaiare, distruggere e magari urinare e defecare
quando viene lasciato solo? Le motivazioni possono essere diverse caso per caso e a volte non è semplice
determinarle. Gli stati d'animo, le condizioni emotive che scatenano la necessità di "fare
qualcosa" (abbaiare, distruggere, urinare, defecare) potrebbero essere dovuti a
frustrazione, ansia o anche vera e propria paura.
In generale cani che, per diversi motivi, dimostrano eccessivo attaccamento al
padrone sono più a rischio di sviluppare problemi da separazione. Vi sono
però casi in cui il problema è legato ad altri fattori come un trauma subito
in assenza dei padroni, qualche cosa che spaventa il cane e che avviene solo
quando nessuno è presente? Impossibile contemplare tutte le possibilità.
Solo l'intervento di un terapista comportamentale può risolvere le situazioni
più particolari e gravi. Il cane con problemi da separazione è un cane che
soffre e va aiutato nella maniera giusta.
1. Prevenire il problema
Una delle prime cose che un cucciolo dovrebbe imparare è a rimanere ogni tanto
per conto suo.
Spesso diamo ai nostri cani eccessive attenzioni e coccole promettendo loro,
senza volere, qualcosa che non possiamo mantenere: la nostra presenza costante.
Bisogna invece abituarli progressivamente e gradatamente, cucciolo o adulti
appena adottati che siano, ad essere lasciati soli. Il primo passo verso questa graduale abitudine a rimanere soli è abituare il
cane ad essere ignorato . I padroni dovrebbero abituarsi a "non esserci" anche
quando sono in casa, a non guardare continuamente il cucciolo (o il cane adulto
appena adottato), non parlargli, non toccarlo, fare come se non esistesse. Fare
questo esercizio ogni tanto può insegnare al cane che può cavarsela anche
senza il padrone, che nulla di sgradevole accade. Allo stesso tempo si abitua a
non richiedere continuamente attenzione, a lasciare al padrone la decisione di
quando iniziare e finire le interazioni di gioco e le coccole. Questo aumenterà la sua sicurezza e il suo equilibrio emotivo perché potrà
prevedere, a seconda delle richieste del padrone, quando avrà attenzione e
quando no. Se un padrone ha coscienza di quando dà attenzione e di quando
invece non la concede, potrà dare al cane dei segnali (parole, gesti) che
avranno per lui un grande significato. Il cucciolo non sarà più un bambino
viziato che chiede continuamente perché sa che insistendo prima o poi ottiene
ma diventerà un animale sano, equilibrato e tranquillo che aspetta un segnale
del padrone per interagire con lui e non insiste gli si dice "basta". L'abitudine ad essere ignorati di tanto in tanto è il primo passo verso
l'abitudine a rimanere soli. Gradualmente, per periodi di tempo progressivamente sempre più lunghi, si devono abituare i cuccioli o comunque i
cani appena adottati, a restare soli in una stanza e poi a restare soli in casa.
È importantissimo ricordare che il cane è un animale sociale e non deve essere
lasciato solo troppo a lungo. Quanto tempo un cane può sopportare la solitudine
è difficile stabilirlo perché dipende dalla sua età, dalle sue attitudini,
dalla sua condizione e dagli stimoli che riceve. Un cane che fa poco esercizio
fisico, non gioca con altri cani e viene lasciato solo parecchie ore al giorno
può essere considerato un cane maltrattato anche se viene adeguatamente nutrito, pulito, curato. Un cucciolo non dovrebbe mai essere lasciato solo per
più di qualche ora e non potrebbe assolutamente sopportare un'intera giornata
di solitudine. Prima di adottare un cane è fondamentale valutare questo aspetto perché i problemi da separazione possono essere prevenuti e affrontati
solo se i periodi in cui il cane viene lasciato solo non sono troppo prolungati.
2. I rimedi possibili
Come sopra accennato, i casi particolari vanno diagnosticati da un veterinario
comportamentalista e di conseguenza curati sotto il suo controllo . Vi sono
tuttavia delle informazioni che possono essere utili a risolvere i casi meno
gravi.
Spesso i padroni non si rendono conto di quanto sia stressante, se non traumatico, il passaggio da una condizione in cui il cane è insieme al padrone
o ai membri della famiglia a una condizione in cui si trova completamente solo.
E' come passare da un mondo dipinto a colori vivaci a una stanza grigia e triste. E' come un salto da un gradino troppo alto. Il consiglio che vale per
tutti i cani con problemi da separazione è che questo passaggio al grigio,
questo salto, vengano attenuati. La maniera migliore è cominciare a "non esserci" prima di uscire, in modo da
diluire il passaggio brusco, il tutto o niente, che lascia il cane in una situazione di eccitazione che gli impedisce di rimanere tranquillo quando la
porta si chiude alle spalle del padrone.
Ma come si fa a non esserci se si è fisicamente presenti? Ignorando il cane per
almeno una ventina di minuti prima di uscire di casa. Sempre per diluire il
passaggio dal tutto al nulla potrà essere utile lasciare al cane dei giochi da
mordere, delle ossa finte, qualcosa che lo tenga impegnato e lo faccia gradualmente passare a una situazione di tranquillità.
Anche il passaggio all'indietro, il passaggio dal mondo grigio di quando il cane
è solo al mondo a colori di quando sta con i padroni, deve essere diluito. Per
questo le feste al rientro, se c'è un problema da separazione, vanno ignorate.
Bisogna controllarsi e fare come se il cane non esistesse per almeno una decina
di minuti.
La parte più difficile nell'attuare questi rimedi è proprio controllarsi.
Quando si è abituati a guardare continuamente un musetto delizioso e a dispensare carezze a ogni minima richiesta può essere molto difficile cambiare
atteggiamento, e soprattutto può dar l'impressione di comportarsi in maniera
crudele con il cane.
Ma la vera crudeltà è lasciarlo soffrire quando è solo.
fonte web: www.petbehaviour.it
a cura di Lorella Notari
Medico Veterinario
Postgraduated Diploma in Advanced Studies in Companion Animal Behaviour Counselling
|