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Divisione delle razze
nel 1800
I CANI DA CACCIA formano due categorie Cani da corsa e Cani da fermo.
I primi tengono dietro rapidamente a una traccia abbajando, e non si fermano se non
quando hanno presa o perduta la selvaggina. I secondi seguono in silenzio le traccie della selvaggina, scoprono con avvedutezza i vari suoi giri, le sue astuzie, e non ristanno dal progredire se non quando il crescere delle emanazioni fa loro scorgere prossimo l'animale. Allora si dice che postano. Certi Cani da fermo si posano sul ventre aspettando il cacciatore, altri rimangono immobili e fissi, colla zampa alta, le narici dilatate e cercano affascinare la selvaggina coi loro sguardi infuocati. I tipi principali di Cani da fermo sono il Bracco, lo Spagnuolo, il Barbone ed il Grifone.
Fra i Cani da corsa giova menzionare il Veltro o Levreiere, i Cani di Saintonge e del
Poitou, i Cani inglesi, i Bassotti o Segugi.
Si adopera pure l'Alano, il Mastino ed il Grifone per cacciare la grossa selvaggina. Vennero generalmente divise tutte le varietà di Cani in Mastini, Spagnuoli ed Alani. Le più grandi specie di Cani si trovano fra i Mastini: tra essi il Danese grosso ha la statura d'un asino, il Mastino comune di statura grande, pelo corto, muso grosso, coda ondeggiante e non fioccosa, il Danese macchiettato così detto perché ha il suo pelame corto, per lo più bianco, e vagamente sparso di numerose macchie nere, è buon corridore; il Veltro o Levriere che, velocissimo nella corsa, raggiunge il coniglio o la lepre, e raggiuntili e ghermitili, ad un fischio del padrone corre a portargli la preda, ha fianchi scarni, muso lungo, gambe sottili e lunghe, corpo snello.
Il CANE DA PASTORE che veglia sull'armento, lo raccoglie al pascolo, va, corre, torna sempre sollecito a seguir gli ordini del pastore; il Segugio o Cane da correre, che ha pelo corto, orecchie ampie e pendenti, è di meraviglioso odorato e va velocemente anche per più ore sulle orme della lepre.
Il CANE DI MONTE e il CANE DEL SAN BERNARDO che, ammaestrato dai pii monaci dell'Ospizio sulmonte san Bernardo, va fiutando per ogni intorno in fra le nevi ed in mezzo alla imperversante bufera per iscoprire traccia del passaggiero smarrito per quel periglioso monte, e corro torto ad avvisarne i monaci onde solleciti si portino in soccorso dell'infelice.
Ai CANI SPAGNUOLI appartengono il Cane lupo, il Cane della
Cina, il Cane degli Esquimesi, il Cane di Siberia; questi due ultimi vengono adoperati nel loro paese a tirar slitte sulla neve molto velocemente.
Il CANE BRACCO che per la squisitezza dell'odorato scopre al cacciatore il nascondiglio della selvaggina.
Il CANE BARBONE, il più fedele e il più intelligente di tutti i cani; è di mezzana statura, gambe piuttosto corte, corpo tozzo, orecchie ampie e pendenti, pelo lungo, ricciuto e lanoso; gli Spagnuoli chiamati francesi e inglesi; il Piccolo Spagnuolo, stipite di moltissime varietà di Cani da signore, notevoli per la loro piccolezza, come il Piramo, il Bichon, il Piccolo Grifone, il Cagnolino bianco dell'Avana, il Cane Leone e vari altri.
I CANI SPAGNUOLI hanno ordinariamente le orecchie ampie e pendenti, pelo bianchissimo e lunghissimo, talora macchiato di bruno a coda rialzata.
Agli ALANI appartengono l'Alano grosso o Mastiff degli inglesi, molto coraggioso, robustissimo, e atto al combattimento quando è stato a ciò ammaestrato: l'Alano del Tibet che ne differisce
pochissimo, il Botolo, il Molosso, il Frevier, l'Alano inglese ed il Roquet.
Il Cane latra o abbaja allorché manda fuori la sua voce con forza; gagnola o mugola quando manda fuori una certa voce acuta, sommessa e interrotta; uggiola quando manda fuori una voce stridula e lamentevole o perché lo si sciolga dal guinzaglio, o perché gli sia aperto l'uscio per rientrare in casa, schiattisce o squittisce il Segugio quando insegue la lepre; guaisce se vien percosso; ringhia quando fa sentire
certa voce cupa e rantolosa, mostrando di non voler essere toccato e di voler mordere.
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