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Il cane nella lingua
italiana
a cura di Bianchi Veronica
L'onnipresenza del cane nel nostro vocabolario è la dimostrazione supplementare, semmai ve ne fosse bisogno, dell'interdipendenza tra l'uomo e questo animale: in effetti, sia gli zoologi, sia i botanici, sia chiunque altro avesse bisogno di creare una parola o espressione nuova, si è largamente ispirato all'amico dell'uomo.
-Mondo cane-
Nella lingua italiana sono molto più numerose di quanto si immagini le parole che, direttamente o indirettamente, derivano dal vocabolo cane: molte ci sono familiari, mentre di altre ci sfugge l'origine a causa di un diverso o più tortuoso cammino nella storia della lingua.
Possiamo suddividere queste parole in tre grandi categorie: alla prima appartengono le parole che derivano dal greco
kyon, kynos e che sono forse le più numerose: basti pensare a tutte le parole che contengono le radici cino- o cine- (da non confondersi con quelle che derivano da kineo, pongo in movimento, come cinema e cinematica, e neppure con quelle composte da sino-, da Sina o Cina; così un cinofilo sarà un amante del cinema e non dei cani, mentre un sinologo è un esperto conoscitore della Cina e non uno zoologo specializzato in cani).
Anche cinico (in greco kynikos) ha la stessa origine: infatti erano detti cinici i seguaci del 'cane', cioè di Diogene di Sinope, allievo di Antistene, che per primo ebbe tale soprannome.
Restando in Grecia, troviamo in Tessaglia le alture di Cinocefale (testa di cane), dove si svolse la battaglia che, nel 197 a.C., determinò la vittoria dei romani nella II guerra macedone. Trasferendoci in Egitto troviamo Cinopolis, la città dei cani, mentre tornando in Italia incontriamo Cinossema, tomba della cagna, punta della penisola di Gallipoli dove, secondo la leggenda, fu sepolta Ecuba trasformata in cagna.
Viaggiando poi tra mitologia e astronomia troviamo Cinosurus, ninfa incaricata dell'educazione di Zeus e diventata poi la stella polare.
Restando fra le costellazioni passiamo alla seconda categoria di parole: quelle che derivano dal latino
canis. Troviamo subito infatti il Grande Cane, costellazione che comprende Sirio, 'piccola cagna', canicula in latino, la cui apparizione segnalava l'inizio dell'estate, da cui
canicula, caniculare, ecc. Ma da cane derivano ovviamente tutti i termini che si riferiscono direttamente al cane, come la famiglia dei canidi e l'aggettivo canino, passato poi a definire i denti più lunghi degli umani e degli altri mammiferi.
Nella Roma antica erano comuni i nomi Caninus e Canarius e, del resto, le isole Canarie stesse traggono il loro nome da canis, isole dei cani.
Nel Medioevo sono nati termini come canaglia, forse perché in quel periodo i cani non erano molto apprezzati, mentre più tardi si chiamò cane il cane del fucile perché la sua forma ricordava quella della testa di un cane.
Dal femminile cagna derivano invece tutti i diminutivi, accrescitivi e dispregiativi: cagnetto, cagnolino, cagnone, cagnaccio, come pure certi termini come cagnara, cagnesco e cagnotto nel senso di sicario, scagnozzo.
Alla terza categoria appartengono invece parole che sono arrivate all'italiano attraverso altre lingue, come per esempio, strano ma vero, ciniglia: nasce dal francese chenille, che significa bruco e che a sua volta deriva dal già nominato canicula; si tratta quindi del filo che avrebbe l'aspetto di un bruco, e che viene utilizzato come trama di tessuti particolarmente morbidi, velluti, spugne e anche tappeti.
Non tutti i derivati e composti della parola cane sono di uso comune, come canea e canizza, per schiamazzo di cani, mentre altri come canile, sono più usuali.
Infinite, invece, in ogni regione e dialetto, sono le espressioni e i proverbi che hanno il cane come protagonista.
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