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Articolo sull’Allevamento di Fossombrone - rivista "Cani" Luglio/Agosto 2003 n.7/8 a cura di Marco Leonardi È lì di
fronte a me, lo sguardo che non chiede e che non dà, per dirla come lo Scanziani, rimira; a volte si ferma dentro l’uomo, lo conquista e non puoi più
fare a meno della sua presenza. Per una serie di circostanze, Galardi fin dal 1969 con la campionessa "Tonta di Ponzano", Meucci poi con la campionessa "Afra" e infine Vinattieri con la grande fattrice "Boumpie di Ponzano", hanno guadagnato la fiducia e la considerazione di Mario Querci, che prima della sua scomparsa gli ha affidato un po’ come eredità, due grandi femmine: Tessana ed Ebla di Ponzano, quest’ultima madre di Olmo di Ponzano, un maschio rimasto nell’Allevamento di Fossombrone, che ha generato la campionessa italiana Maga di Fossombrone e la campionessa di Spagna Mora di Fossombrone. Contemporaneamente i tre soci hanno recuperato un’altra grande femmina per tipo e sangue "Crispina di Ponzano" sorella del campione Caligola. In canile avevano da tempo un importante maschio in attesa della necessaria maturazione, che nel caso specifico del ceppo Ponzano è lenta e progressiva fino a quasi 4 anni: il campione italiano, europeo e mondiale "Gaio di Ponzano". È l’ultimo cucciolo di Mario Querci, con lui i primi grandi successi all’estero e in Italia. Da queste basi nasce il ceppo Fossombrone nell’intento di dargli razionalità e di imporgli quelle priorità nella ricerca del molosso ideale che gli sono state trasmesse. In questo senso la via si fa subito irta di ostacoli in quanto difformità e disomogeneità sono ancora oggi legate alla selezione del mastino, da qui la necessità di non cedere e rimanere fedeli alle scelte fatte nel passare da appassionati ad allevatori. Lo scopo è puntare alla qualità, che deve restare nel tempo e quindi sono infrequenti accoppiamenti che abbiano caratteristiche diverse dal conseguimento di questo risultato. Si ricorda che Querci interrogato su l’allora cuccioline Tazio di Ponzano, ebbe ad esprimersi così: speriamo abbia le doti per essere un buon razzatore. Con questo il maestro Querci voleva ancora una volta andare oltre alla maestosità e tipicità che quel magnifico esemplare esprimeva (e quindi al risultato ottenuto) per sperare un nuovo grande razzatore che sapesse al meglio riprodurre ancora quel marchio Ponzano per tutti divenuto inconfondibile. È il molosso armonico e potente nel quale si fondò il rustico, l’antico alla classe e la fierezza perché il nostro non è un cane diverso dagli altri, e guai a pensarlo. Due importanti eventi nel ’94 hanno dato un nuovo impulso all’Allevamento di Fossombrone: l’arrivo di Vilardo Arkè Kunon Penelope, una femmina nera di grande classe e movimento, presentata in tutta Europa ed in tutta Europa vincente, per ben due volte consecutive campionessa mondiale e B.O.B., purtroppo prematuramente scomparsa, e Vilardo Arkè Kunon Morfeo in stazione di monta, che accoppiato con le femmine dell’Allevamento ha dato soggetti sani, di taglia e di grande armonia. Il cammino è ancora tanto da fare e mai ritenersi troppo soddisfatti dei risultati, mai adagiarsi sugli allori, il molosso non è cane che lo consenta e noi lo sappiamo. L’accoppiamento di Morfeo con Debora I di Fossombrone, figlia di Crispina e Zero di Ponzano ha prodotto un unico maschio: Rostro di Fossombrone, che, con solo pochi accoppiamenti, è diventato campione riproduttore avvicinandosi al record, ancora oggi imbattuto, del suo leggendario bisnonno "Toscano di Ponzano", essendo padre, fino ad oggi, di ben 4 campioni italiani: Dante Alighieri di Fossombrone, Deborahcollacca di Fossombrone, Erica di Fossombrone, Ludovico il Moro di Fossombrone, e di una folta schiera di primi eccellenti e prossimi al campionato fra i quali "Erode di Fossombrone". Sarebbe veramente troppo lungo voler sfogliare in maniera esauriente i petali del concetto di tipo nel mastino napoletano; la testa rappresenta sicuramente la parte determinante. Puntiamo ad ottenere soggetti con quadrature di cranio e muso quanto più rigoroso possibile ed in ogni caso i rapporti tra questi devono essere rispettivamente di 2 a 1. La pelle riveste sicuramente un altro punto fondamentale sia per quantità e qualità che per disposizione. Vogliamo evitare ogni eccesso ed anche il disegno è molto importante che deve essere ben scolpito per ciascuna delle profonde rughe del muso ed arco necessariamente perfetto che scende dall’occhio per terminare nella giogaia. L’espressione dell’occhio dovrà essere "bonaria", e mai truce con orbita troppo profonda e poco leggibile. La testa del molosso è un meraviglioso mosaico di rughe e pliche. Ma non confusionarie oppure intersecata l’una con l’altra; la loro posizione e le loro linee devono essere le più "leggibili" possibili e tenendo conto che lo spessore della pelle deve essere decisamente pesante, ciò è di non facile ottenimento. Una delle caratteristiche di maggior fascino del molosso è certamente il movimento, che và in ogni caso messo sempre in correlazione con la mole. È un "caracollare" lento di falcate molto lunghe tipico di grandi felini e quindi caratterizzato dal coprire molto terreno con movenze che esprimono la grande potenza di un cane che realizza sicuramente in questo la maggior essenza della razza: potenza, fierezza, eleganza. Laddove le masse corporee, i diametri traversi, le dimensioni ed i volumi della testa la fanno da padroni nel primo impatto con il molosso, è lecito nel neofita il pensare ad un muovere forse goffo, impacciato dalla lentezza dei movimenti, ma niente di più errato; e come il nostro cane sa essere rapido e perentorio quando decide una presa, nello stesso modo suscita ammirazione il suo incedere dal trotto elastico ed armonico che fa innamorare. Il nostro "preistorico" quando si muove stupisce e non cigola ma "vola" con il passo del leone. Tanti sono i nomi dei mastini di Fossombrone che hanno gareggiato nei ring in questi ultimi anni ottenendo apprezzamenti: da Donchisciotte di Fossombrone e Dulcinea di Fossombrone, anche questi purtroppo scomparsi prematuramente, a Ercole di Fossombrone ed Erodiade di Fossombrone omogenea coppia di biondi, Pamela di Fossombrone, Querula di Fossombrone, ecc.. ma vorrei sottolineare in maniera particolare il soggetto Deborahcollacca di Fossombrone, presentata a ben 60 esposizioni in Italia e all’estero, diventata campionessa italiana nel 2002, la quale in coppia con Ludovico il Moro di Fossombrone ha ottenuto 18 volte il B.I.S. in raduni di razza ed esposizioni E.N.C.I., madre eccezionale che in un solo parto ha dato alla luce 18 figli. Non molleremo ed è con piacere che lo affermiamo. Non sono mancati gli "stop" imposti da problemi o malasorte ma ogni volta ne siamo usciti sempre più convinti e determinati ad andare avanti. Non è mancata la gratificazione derivante dai risultati dei "di Fossombrone" un po’ ovunque, ed è proprio di questi giorni la gloria di importanti successi riportati dai cuccioloni delle nuove generazioni sia in Francia che in Spagna dove la giovane Unatantum di Fossombrone ha addirittura ottenuto a soli 10 mesi il migliore di razza all’annuale monografica di quest’anno. Il vivere con il molosso è un’esperienza magnifica; la sua completa dedizione al suo ambiente, il suo carattere senza falsità, il suo amore senza remore che dedica a chi gli è vicino, sono sfida all’uomo per affidabilità. Il suo rispetto per le persone che gli vivono accanto è assoluto come la tolleranza che esprime nei confronti dei bambini rumorosi e magari troppo intraprendenti. Non gradisce carezze o confidenze da estranei ma sa accettare per volere di chi ama e di colui che è il suo motivo di vita: il padrone. Per lui sa combattere con sprezzo del dolore fino a mettere a repentaglio la sua stessa vita; mai chiedergli troppo, potrebbe fare pazzie per accontentarvi. Sono tante le sfaccettature del suo carattere, il bello è scoprire e vivere quotidianamente ogni volta stupiti, anche dopo tanti anni che lo conosciamo, dell’immenso amore che ci riserva. Sa gioire con noi e sa condividere i nostri dolori, non colpiamolo mai, non reagirebbe, e godiamo a pieno di questo preistorico conservatoci fino all’era spaziale. Adesso il gruppo di amici di Fossombrone (perché è così che dobbiamo definirli in quanto intorno ai soci fondatori si sono via via aggregati altri appassionati, formando una grande squadra capace di essere presente a più esposizioni contemporaneamente) si preparano ad affrontare altri viaggi ed altre competizioni, inseguendo il sogno del mastino ideale, cercando di mantenere una tradizione. Per concludere, alla mia domanda su quale è il futuro dell’Allevamento, i soci mi rispondono con un nome di un cane ancora mai visto e fotografato: "Uncenè di Fossombrone".
a cura di Marco Leonardi, Alessandro Galardi, Massimo Vinattieri, Federico Vinattieri
Fossombrone ringrazia l'amico fotografo Marco Leonardi
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